Tra due ali di folla sfila in piazza Bra il carro «Anche i tosi ballano la tarantella» del gruppo Brusalitri di Oppeano: una maxicaricatura del sindaco Tosi circondato dai cartelli con i suoi ormai famosi divieti
Si rinnova per la 479ª volta la tradizione del Carnevale di Verona, il corteo nelle strade del centro richiama cittadini di ogni età
Di Alessandra Galetto
Foto Marchiori
Partecipazione record nonostante il freddo, suggestivo anche lo spettacolo «by night» dopo il tramonto
In almeno 40mila hanno sfidato ieri un rigido pomeriggio di febbraio per seguire la sfilata dei carri e partecipare alla festa del 479° «Bacanal del Gnoco», il primo ad offrire i carri illuminati, al calar delle tenebre. Insomma un Venardi gnocolar con un corteo che si è chiuso in notturna. E, come avviene da qualche anno, ieri il carnevale veronese ha offerto anche quella vena ironica sui problemi dell’oggi e sull’attualità politica.
Lo dimostrano i due carri «dedicati» al sindaco Flavio Tosi (nella foto, quello sui divieti istituiti), sindaco che anche con la sua partecipazione «popolaresca» alla sfilata, ha accentuato questo nuovo aspetto del Bacanal che «riflette» sul presente.
Sarà ricordato come il carnevale di Flavio Tosi.
E c’è da sperare che il 479° Papà del Gnoco, al secolo Pietro Robbi detto Sandokan, non sia un tipo troppo permaloso, perché il suo primato ieri pomeriggio ha rischiato di essere scalzato dal successo ottenuto dall’apparizione del sindaco Tosi tra la folla della Bra, salito di persona sui due carri a lui ispirati, il numero 39 intitolato «Se fossi sceriffo» ideato da Pozzomoretto, e il 49 «Anche i tosi ballano la tarantella» dei Brusalitri di Oppeano. Salito a metà del Liston sul primo e poi davanti a palazzo Barbieri sul secondo, Tosi ha salutato con cappello da sceriffo in testa la folla che lo applaudiva, togliendo almeno in parte la prima pagina al sovrano che (ancora) detiene il «piron», che nel caso della tradizione nostrana vale come scettro, cioè il Papà del Gnoco.
«Mi sono calato nella parte», ha ammesso il sindaco, a proposito del look da sceriffo, aggiungendo: «A carnevale ogni scherzo vale, anche questo. E poi ci ho guadagnato: nel carro sono stato ritratto più bello di quanto sia in realtà, mi è andata bene».
Ma andiamo con ordine. La manifestazione, cominciata alle 14 circa con la partenza da porta Nuova del corteo lungo sei chilometri, costituito da una settantina di carri e oltre 7.500 figuranti, è stata favorita dal tempo: se il 2008 aveva visto una giornata grigia e nebbiosa, questa volta il cielo sereno, nonostante l’aria fredda, ha invogliato i veronesi a partecipare.
Circa 40mila persone, secondo i dati forniti dai vigili, hanno assistito alla sfilata, con tutti i parcheggi a ridosso del centro presi d’assalto. Solo pochi però hanno resistito fino alla fine. Infatti che il 479° Bacanal del gnoco, oltre che come il carnevale di Tosi, potrà essere ricordato anche come quello del corteo senza fine: anche troppo lungo. È vero che gli organizzatori lo avevano annunciato e il patron Luigi D’Agostino, ieri prima delle 15 in Bra lo aveva ribadito: «La novità di questa edizione è l’arrivo in notturna a San Zeno, con i carri illuminati». Ma è finita verso le 21, oltre le previsioni.
Il colpo d’occhio c’è stato, va riconosciuto, maschere e carri dopo il tramonto sono apparsi suggestivi, ma eccessive pause tra un carro e l’altro, soprattutto nella seconda parte della sfilata, hanno reso difficile per il pubblico assistere a tutto lo spettacolo.
Un peccato, perché proprio alla fine hanno sfilato alcuni dei nuovi carri, grandi e sgargianti nei loro colori: come «Dei e miti di oggi», «il Pandamonio», «Perbacco che Venere», «Inferno 2009». Da segnalare per l’ironia il carro riferito a Tosi, «Anche i tosi ballano la Tarantella»: il viso gigante del sindaco sbuca dall’Arena circondato dai cartelli dei «suoi» divieti: dai panini alla prostituzione, dall’accattonaggio agli alcolici.
Qualche problema si è avuto all’altezza della svolta di ponte Nuovo: alcuni carri, di grandi dimensioni, non sono riusciti subito a compiere la manovra necessaria per immettersi su lungadige Rubele e si sono incastrati, c’è voluto un intervento speciale per riprendere la sfilata. Anche questo ritardo ha reso più difficile per il pubblico seguire tutta la sfilata: quando gli ultimi carri sono passati, in giro c’era poca gente. Molto efficiente invece il servizio dell’Amia: già intorno alle 18.30 le macchine pulitrici erano in azione in stradone Maffei e corso San Fermo.A.G.
Fonte: srs di Alessandra Galetto, da L’arena di Verona del Sabato 21 Febbraio 2009
CRONACA, pagina 7 /Foto Marchiori