Feb 25 2009

MINACCIATA LA LIBERTA’ DI STAMPA: FNSI-FIEG, BATTAGLIA CONTRO NORME-BAVAGLIO

Category: Media e informazione,Società e politicagiorgio @ 06:12

ROMA – Sarà battaglia contro il disegno di legge sulle intercettazioni per impedire che passino le cosiddette norme-bavaglio per i giornalisti: è quanto promette la Federazione Nazionale della Stampa, oggi affiancata dalla Fieg in un affollato incontro – organizzato insieme all’Ordine dei giornalisti e all’Unci – che ha unito cronisti, politici, associazioni. 

Un fronte ampio e agguerrito riunito nella sede del sindacato dove si sono alternati gli interventi con qualche momento di tensione, quando hanno preso la parola Maurizio Gasparri e il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo. 

Ad aprire i lavori, il presidente della Federazione Roberto Natale: “Vogliamo difendere gli interessi generali. E faremmo di tutto, compresi presidi davanti al Parlamento, per cambiare un testo contro l’opinione pubblica che ha il diritto a essere informata. Il giornalismo è unito in questa battaglia”. 

A spiegare le ragioni degli editori Carlo Malinconico, presidente della Fieg: “In particolare, preoccupano due aspetti del lodo Alfano: uno riguarda la cronaca giudiziaria, l’altro l’organizzazione dell’impresa editoriale. Il diritto di cronaca viene intaccato fortemente quando si vieta la pubblicazione di atti non coperti da segreto. L’altro aspetto riguarda l’organizzazione. Se l’editore, in quanto persona giuridica, viene sanzionato, finisce con il sovrapporsi alla figura del direttore responsabile, alterando gli equilibri all’interno dell’azienda”. 

Donatella Ferrante, capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera, ha parlato di “oscurantismo totale”, mentre Beppe Giulietti ha definito la legge “ineffabile e inefficace”, bocciandola senza appello. E ha ipotizzato forme di obiezione di coscienza di massa. Concetto ripreso da Marco Travaglio che ha escluso ogni possibilità di mediazione: “Questa legge più lurida la fanno e maggiore è la possibilità che venga fulminata dalla Corte Costituzionale e dalla Corte Europea di Giustizia”. 

Durissima la critica al testo fatta da Giuseppe Cascini, segretario dell’Anm. “Una legge – ha detto – distante da ogni realtà. Mi chiedo quale mondo abbia immaginato chi l’ha scritta. Se passasse, i giornali sarebbero bianchi per il 70-80%. Pensate, non si potrebbe nemmeno scrivere su un necrologio: ‘barbaramente ucciso’ perché sono parole estratte da atti”. 

Cascini ha anche espresso preoccupazione per la riduzione degli spazi investigativi perché, di fatto, verrebbero abolite le intercettazioni. A questo punto è entrato in scena Gasparri secondo il quale sul diritto di cronaca e sul carcere per i giornalisti si può anche discutere ma sulle intercettazioni ha detto: “C’é stata una stagioni di abusi ed eccessi. Basta con questo carnevale”. 

Per Antonio Di Pietro, la legge è un attentato allo Stato di diritto, mentre il sottosegretario Caliendo ne ha difeso l’impianto. Michele Vietti (Udc), quasi in chiusura, ha annunciato la propria battaglia in Parlamento sui punti in discussione che, se non cambieranno, non avranno il voto del suo partito. A chiudere il padrone di casa, Franco Siddi: “Questo convegno dimostra che un cambiamento importante c’é con il tavolo Fnsi-Fieg”. “Ma – ha spiegato prendendo le distanze da Di Pietro e Travaglio – prima di ricorrere alla Corte Costituzionale si ha il dovere di dire che bisogna fermarsi a un passo prima dall’orrore. Noi chiediamo che sia espunta le parte contestata. Pensiamo che la battaglia si debba fare adesso”.

 

Fonte: ANSA 2009-02-24

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Feb 24 2009

1946: REFERENDUM MONARCHIA O REPUBBLICA – IL DUBBIO

 

 

Sono un Lupatotino che  nel periodo scolastico considerava i testi scolastici come fonti d’ assoluta verità e, più o meno, mai da mettere in dubbio, per le nozioni che contenevano e per la buona fede degli autori, e malgrado fossero iniziate ad emergere delle incrinature, non avevo mai perso la sicurezza di ciò.

La cosa iniziò a crollare quando ebbi la fortuna di accedere al mondo editoriale. Il castello di certezze  che mi ero costruito si sbriciolò miserabilmente.  L’accesso al quinto potere fu peggio di un bagno nell’Artico. Il risveglio fu brusco e doloroso.  Scoprire che non solo le informazioni attuali, ma che anche quelle storiche, erano state spesso solo un tentativo interessato a svolgere  attività politica “al passato”.

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Feb 24 2009

Dopo che TU sarai morto…

Category: Conoscenza varie,Religioni e rasiegiorgio @ 13:37

Dopo che TU sarai morto, 

il TUO corpo finirà sotto terra 

e la TUA anima andrà in Paradiso. 

E TU ?  TU dove andrai ?


Feb 24 2009

Liberi ricercatori: studio, storia, archeologia, ricerca di superficie, ovvero; i raccoglioni

Category: Archeologia e paleontologia,Cultura e dintornigiorgio @ 09:46

Un libero ricercatore, ovvero un raccoglione, che annota il reimpiego di un manufatto romano

E’ una attività di ricerca storica ed archeologica che viene praticata non da accademici, ma da normali cittadini che pur essendo impegnati per le loro professioni in attività lavorative diverse, sono animate e legati tutti grandi passioni culturali e intellettuali. 

Passano buona parte del loro tempo libero in studi e ricerche. 
Sono legati soprattutto al proprio territorio di residenza che conoscono e visionano attentamente, registrando e fotografando ogni singolo angolo e  in alcuni casi, raccogliendo e consegnando alle soprintendenze, reperti, che le arature, le bonifiche del territorio, o le costruzioni edilizie, nella loro normale distruzione archeologica, portano in superficie.

 Per questo le istituzione e la scienza ufficiale, con disprezzo, nella loro superbia intellettuale e la loro ignoranza umana, chiama queste persone raccoglioni. 

La leggenda metropolitana dice che il termine sia stato coniato da un professore dell’ovest vicentino docente a Padova.

 Comunque questi raccoglioni sono responsabili della localizzazione e segnalazione del 90 % delle scoperte archeologiche.


Feb 24 2009

Gli amici di Chiara

Category: Monade satira e rattatuje,Veja migiorgio @ 00:11

Gli amici di Chiara fanno  parte della compagnia dei relittii; idee confuse e personalità sconvolte.


Feb 23 2009

La verità vi farà liberi, la menzogna credenti

Category: Conoscenza varie,Religioni e rasiegiorgio @ 20:13

 

La verità vi farà liberi, la menzogna credenti; perché la menzogna ha un  fascino segreto e un potere invincibile sugli animi, si accredita con l’opinione, si afferma e si consolida con l’uso, assume tutte le apparenze della verità, presto o tardi giungerà a sottomettervi, e acquisterà sugli animi un dominio indistruttibile.


Feb 23 2009

UNA STORIA EBRAICA DI GESU’

Category: Religioni e rasiegiorgio @ 16:54

 

Il testo che segue è la traduzione italiana di una “Toledoth Yeshu”, pubblicata in inglese sul web all’indirizzo   “http://ccat.sas.upenn.edu/~humm/Topics/JewishJesus/toledoth.html” da Alan Humm. 

Si può trovare stampata nel volume di Morris Goldstein Jesus in the Jewish Tradition, New York 1950, pp. 148-154. La traduzione italiana, corredata di introduzione e note, è ora stata pubblicata sul numero 1 anno 2002 della rivista “L’idea. Giornale di pensiero”, edita  da GEI editrice, Roma.

 

Le Toledoth (da tradurre semplicemente come “storie” o “dicerie”) sono un genere tradizionale ebraico di narrazioni relative spesso ad argomenti scritturali. In particolare, le Toledoth Yeshu sono racconti polemici che rivisitano la storia di Gesù e della nascita del Cristianesimo in chiave di derisione e condanna. I documenti risalgono al più presto al tardo Medioevo; più spesso sono inseriti in opere a stampa di età rinascimentale. Le tradizioni  cui si riferiscono sono invece in parte assai più antiche, dovendo essere ricondotte alla prima polemica tra giudaismo e corrente giudeo-cristiana e successivamente alla difesa ebraica contro l’accusa di deicidio. Numerosi elementi narrativi riconoscibili in questa Toledoth sono già presenti nella polemica antigiudaica dei primi padri della chiesa (Tertulliano, Origene); altri episodi sono riscontrabili in testi  di provenienza rabbinica, anch’essi databili ai primi secoli del Cristianesimo.

 

Attiro l’attenzione dei lettori su alcuni aspetti che necessitano un approfondimento ed un tentativo di interpretazione:

1. come avviene nella maggior parte dei testi ebraici sull’argomento, l’ambito cronologico della vita di Gesù viene retrocesso di più di un secolo, al tempo dell’ultimo grande re asmoneo, Alessandro Ianneo; in quell’epoca, sconfitti i Siriani e prima che si affermasse l’influenza romana, Israele era indipendente; le lotte religiose erano molto accanite. Alessandro perseguitò crudelmente i farisei (secondo la testimonianza di Giuseppe Flavio); gli successe la moglie Alessandra Salome (che il nostro testo chiama Elena).

2. in mancanza dei Romani, gli Ebrei riconoscono la propria responsabilità nella condanna di Gesù, interpretandola come un atto secondo giustizia nei confronti di un empio e impostore. Anche questo è un elemento che ricorre già a partire dai primi secoli: gli Ebrei non hanno mai cercato, quanto meno fino ai tempi moderni, di rivendicare una loro estraneità alla morte di Gesù.

3. gran parte degli episodi inclusi nella Toledoth possono essere letti come rovesciamenti capziosi di fatti narrati nei vangeli (canonici e non): così, in particolare:

a)      la negazione della nascita verginale,

b)      la capacità di Gesù quale operatore di miracoli, ottenuta con l’inganno,

c)      le dispute scritturali con i Dottori (probabilmente rabbini, quali successori dei farisei),

d)      la base primigenia del movimento cristiano in Galilea.  

Particolarmente interessante mi pare la citazione attribuita a Gesù della formula messianica contenuta nel salmo II: “Mio figlio sei tu; oggi ti ho generato”. Come è noto, questa formulazione non si trova nei vangeli canonici, (che conoscono la formula “Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto”) ma solo in Atti 13:33, dove però è chiaramente riferita alla Resurrezione, e nella Lettera agli Ebrei. E’ invece presente, riferita al battesimo di Gesù, nel vangelo apocrifo degli Ebioniti [1]. Si può quindi legittimamente pensare che sia proprio questo vangelo, anticamente in uso da parte di una corrente giudeo-cristiana presto dichiarata eretica dalla chiesa cattolica, ad essere la specifica fonte della citazione.

 

[1] Il testo è perduto e sopravvive solo in alcune citazioni del padre della chiesa Epifanio nel Panarion, che lo definisce anche Vangelo degli Ebrei.

 

Altri tratti narrativi non sembrano avere riscontro nella letteratura cristiana: si tratta probabilmente di elementi favolistici e tardi, ma non si può escludere che in parte derivino da tradizioni antiche delle quali non siamo più a conoscenza. Senz’altro antico è il nome “Pantera” o “Pandera” per il padre di Gesù, che si trova già in Celso (attribuito però ad un soldato romano) e in accenni di Origene alla genealogia di Giuseppe. Siamo probabilmente di fronte alla deformazione ingiuriosa del termine “parthenos” (= vergine in greco), per cui Gesù, da figlio della vergine diventerebbe “figlio della pantera”. Non è probabilmente lecito, anche se intrigante, pensare che dalla formula (polemica e anticristiana) Gesù ben Pantera sia sorta, per assonanza, l’immagine figurata di Gesù come pantera, leopardo o tigre, frequente nei bestiari medievali ed usata in epoca contemporanea da T. S. Eliot, sia in Gerontion che in Mercoledì delle Ceneri.

4. fondamentale mi sembra l’insistenza del testo sulla discordia che l’azione di Gesù e dei suoi seguaci avrebbe creato in Israele; discordia che, nonostante l’uccisione dei discepoli, sarebbe continuata anche dopo la morte di Gesù, tanto da dover inventare un personaggio a mezzo tra Pietro e Paolo che avrebbe condotto, “a fin di bene” al distacco dei seguaci di Gesù dal giudaismo; il che, si noterà, fu proprio l’effetto che storicamente ebbe la predicazione paolina, ma interpretato come purificazione del giudaismo da una setta eretica. Ci troviamo qui evidentemente di fronte ad una giustificazione “provvidenziale” a posteriori del fatto che il movimento nato dalla predicazione di Gesù, pur avendo origine da un inganno e nonostante l’eliminazione dei discepoli, sia risultato a conti fatti vincente.

 

In sostanza, le Toledoth Yeshu non apportano nulla di nuovo alla nostra conoscenza delle origini cristiane, ma sono una documentazione della risposta polemica giudaica ai ricorrenti attacchi provenienti da parte cristiana, almeno a partire dalla fine del I secolo, quando la frattura tra giudaismo e cristianesimo, con la marginalizzazione prima della setta dei nazareni e successivamente degli ebioniti, si fece definitiva. Benché si tratti di testi relativamente recenti, conservano senz’altro un nucleo antico, che per alcuni tratti si può pensare contemporaneo alla formazione dei vangeli canonici. A giudicare da questo ed analoghi testi, anche quelli più vicini ai fatti, che ci sono noti solo attraverso le allusioni di autori cristiani, non sembra che gli ebrei abbiano avuto una propria tradizione, autonoma e di “prima mano” riguardo alla figura di Gesù di Nazareth, ma piuttosto che si siano ingegnati, nel corso dei secoli, a replicare come potevano all’agiografia di fonte cristiana.

 

Ulteriori notizie sull’interpretazione giudaica di Gesù, con riguardo alle testimonianze più antiche, si possono reperire in:  F.F. Bruce, Gesù visto dai contemporanei – Le testimonianze non bibliche; Claudiana Editrice, 1989.  

 

N.B. le note al testo sono di Morris Goldstein se contrassegnate con (G); di Alan Humm se contrassegnate con (AH); mie , se senza sigla e a fondo pagina.

 

FRANK POWERFUL

 

TOLEDOTH YESHU

 

Nell’anno 3671 [circa 90 AC (G)] ai giorni di Re Ianneo, una grande sventura colpì Israele, quando dalla tribù di Giuda sorse un certo uomo malfamato di nome Giuseppe Pandera. Viveva a Betlemme, in Giudea.

Vicino alla sua casa abitavano una vedova e la sua bella e casta figlia, chiamata Miriam. Miriam era promessa a Giovanni[1], della stirpe reale di David, un uomo istruito nella Legge e timorato di Dio.

Alla fine di un Sabbath, Giuseppe Pandera, bello e in apparenza simile a un guerriero, avendo ammirato Miriam con lussuria, bussò alla sua porta e la ingannò, fingendo di essere il suo promesso sposo, Giovanni. Anche così, ella fu stupita da questa cattiva condotta e si sottomise soltanto controvoglia [2].

Più tardi, quando venne da lei Giovanni, Miriam si lamentò del suo comportamento, così diverso da quello consueto. Fu così che i due si resero conto del misfatto di Giuseppe Pandera e del terribile sbaglio da parte di Miriam. In seguito a ciò, Giovanni andò dal maestro Shimeon ben Shetah[3] e gli raccontò della tragica seduzione. Poiché mancavano i testimoni necessari per la punizione e Miriam aveva concepito un figlio, Giovanni partì per Babilonia. [secondo alcune tradizioni, “per l’Egitto”  (AH)]

Miriam partorì un figlio maschio e lo chiamò Giosué, come suo fratello. Questo nome più tardi fu deformato in Gesù. L’ottavo giorno, (il bambino) fu circonciso. Quando fu abbastanza grande, il ragazzo venne portato da Miriam nella scuola, per essere istruito nelle tradizioni dei Giudei.

Un giorno, Gesù si presentò di fronte ai Dottori, a capo scoperto, dimostrando una vergognosa irriverenza. Per cui, sorse la discussione se tale comportamento non dimostrasse, in verità, che Gesù era un figlio illegittimo e figlio di un niddah. [impurità sessuale (incesto, adulterio, prostituzione ecc.) (AH)]. Inoltre, la storia dice che mentre i maestri stavano discutendo il trattato Nezikin, propose impudentemente la sua propria interpretazione della legge e nel dibattito che ne seguì, affermò che Mosè non poteva essere il più grande dei profeti, poiché aveva dovuto ottenere consiglio da Jethro. Ciò portò ad ulteriori indagini sui progenitori di Gesù e venne scoperto, tramite Shimeon ben Shetah, che era il figlio illegittimo di Giuseppe Pandera. Miriam lo ammise.  [in una versione di tale ammissione, ella confessa che non solo Gesù è il frutto di una unione illecita, ma che in quei giorni ella era impura per le mestruazioni (i rapporti sessuali anche con il coniuge non sono leciti durante le mestruazioni, o, nella legge rabbinica, per qualche tempo dopo) (AH)]  Quando ciò divenne noto, Gesù dovette fuggire in Alta Galilea.[4]

Dopo re Ianneo, sua moglie Elena [Salome Alexandra (G)]  regnò su tutto Israele. Nel Tempio si trovava la Pietra della Fondazione, sulla quale erano intagliate le lettere del Nome Ineffabile di Dio. Chiunque avesse imparato il segreto del Nome ed il suo uso sarebbe stato in grado di fare tutto quello che desiderava. Perciò i Dottori si preoccuparono affinché nessuno potesse ottenere tale conoscenza. Leoni di bronzo furono legati alle due colonne di ferro del cancello dell’altare dei sacrifici. Se qualcuno fosse entrato e avesse imparato il Nome, all’uscita i leoni avrebbero ruggito e il prezioso segreto sarebbe stato immediatamente dimenticato.

Gesù entro e imparò le lettere del Nome; le scrisse su una pergamena che mise in un taglio aperto nella sua coscia e poi piegò la carne sopra la pergamena. Quando uscì, i leoni ruggirono e lui dimenticò il segreto. Ma quando arrivò nella sua casa, riaperse la ferita con un coltello e ne tirò fuori lo scritto. Allora ricordò e ottenne l’uso delle lettere. 

[in accordo con il tono generale della polemica ebraica sui miracoli di Gesù, che risale almeno all’epoca di Celso (II secolo), questa tradizione non nega la capacità di Gesù di compiere miracoli, accusandolo invece di preticare la magia. Questa versione accetta anche l’origine divina dei miracoli, attribuendoli all’abuso del nome divino, con i poteri ad esso connaturati. Nell’Alphabet di Ben Sira, Lilith viene accusata dello stesso crimine, avendo usato il potere del nome per fuggire dal giardino dell’Eden (AH)]

Raccolse intorno a sé 310 giovani di Israele e accusò chi parlava male della sua nascita di essere gente che desiderava grandezza e potere per sé. Gesù proclamava: “Io sono il Messia; e a proposito di me Isaia profetizzò e disse, ‘Guardate, una vergine concepirà, e partorirà un figlio e lo chiamerà Emmanuele ’ ”. Insistendo, citava altri testi messianici, dicendo: “Davide, mio antenato, profetizzò su di me: ‘Il Signore mi disse, tu sei mio figlio, oggi ti ho generato ’ “.

I ribelli che erano con lui risposero che, se Gesù era il Messia, doveva dare loro un segno che li convincesse. Perciò portarono davanti a lui un paralitico, che non aveva mai camminato. Gesù pronunciò sull’uomo le lettere del Nome Ineffabile e il lebbroso fu guarito.[5] Dopo di che, lo adorarono come il Messia, Figlio dell’Altissimo.

Quando la notizia di questi avvenimenti giunse a Gerusalemme, Il Sinedrio decise la cattura di Gesù. Mandarono dei messaggeri, Annanui e Achazia, che, fingendo di essere suoi discepoli, dissero che gli portavano un invito dei capi di Gerusalemme perché li visitasse. Gesù acconsentì, a condizione che i membri del Sinedrio lo ricevessero come Signore. Si diresse a Gerusalemme e, giunto a Knob (?), comprò un asino sul quale entrare cavalcando in Gerusalemme, perché si adempisse la profezia di Zaccaria C.

I Dottori lo legarono e lo condussero davanti alla regina Elena, con l’accusa: “Quest’uomo è uno stregone e seduce il popolo”. Gesù replicò: “Già da molto tempo i profeti predissero la mia venuta: ‘E ci sarà un virgulto dal germoglio di Jesse’ e sono io; ma quanto a loro, la Scrittura dice: ‘Benedetto colui che non cammina nel consiglio del maligno ’ “.

La regina Elena chiese ai Dottori: “Quello che dice è nella vostra Legge?” Quelli replicarono: “E’ nella nostra legge, ma non si applica a lui, poiché sta scritto: ‘E quel profeta che pretenderà di dire una parola in mio nome che io non gli avrò comandato di dire o che parlerà in nome di altri dei, anche quel profeta dovrà morire.’ Egli non ha adempiuto i segni e le condizioni del Messia.”

Gesù disse: “Signora, io sono il Messia e risuscito i morti.” Venne portato un cadavere; egli pronunciò le lettere del Nome ineffabile ed il cadavere tornò in vita. La regina fu grandemente impressionata e disse: “Questo è un segno.” Ella rimproverò i Dottori e li mandò via umiliati dalla sua presenza. I seguaci di Gesù aumentarono di numero e ci fu discordia in Israele.

Gesù si recò in Alta Galilea. I Dottori si presentarono alla regina, lamentando che Gesù praticava la magia e conduceva tutti in errore. Perciò mandarono a prenderlo Annanui e Acazia.

Lo trovarono in Alta Galilea, che si proclamava Figlio di Dio. Quando cercarono di catturarlo ci fu una lotta, ma Gesù disse agli uomini dell’Alta Galilea: “Non combattete”. Egli si sarebbe fatto riconoscere per mezzo del potere che gli derivava da suo Padre nei cieli. Pronunciò il Nome ineffabile sugli uccelli di creta ed essi volarono nell’aria.[6] Pronunciò le stesse lettere su una pietra da mulino che era stata piazzata sulle acque. Vi salì e quella galleggiò come una barca. Quando vide ciò, la gente si meravigliò. Ad un ordine di Gesù, gli emissari se ne andarono e riportarono questi miracoli alla regina. Ella tremò di sbigottimento. 

Allora i Dottori scelsero un uomo di nome Giuda Iscarioto e lo portarono al Tempio dove egli imparò le lettere del Nome ineffabile, come aveva fatto Gesù.

Quando Gesù fu convocato davanti alla regina, erano presente anche i Dottori e Iscarioto. Gesù disse: “E’ scritto di me: ‘Io ascenderò al cielo ’ “. Allargò le braccia come le ali di un aquila e volò a mezz’aria tra cielo e terra, tra lo stupore di ognuno. Gli anziani chiesero ad Iscarioto di fare lo stesso. Egli lo fece, e volò verso il cielo. Iscarioto cercò di costringere Gesù a ritornare a terra, ma nessuno dei due riusciva a prevalere, poiché entrambi conoscevano l’uso del Nome ineffabile. Tuttavia, Iscarioto contaminò Gesù, cosicché ambedue persero il loro potere e caddero a terra, e nel loro stato di contaminazione le lettere del nome ineffabile sfuggirono da loro [7]. A causa di questa impresa di Giuda (i Cristiani ? F.P.) piangono alla vigilia della nascita di Gesù. Gesù fu catturato. La sua testa fu coperta con un cencio e lui fu colpito con canne di melograno; ma non potè fare niente, poiché non possedeva più il nome ineffabile.

Gesù fu imprigionato e portato nella sinagoga di Tiberiade e lì lo legarono ad un pilastro[8]. Per placare la sua sete gli diedero da bere aceto. Sul capo gli posero una corona di spine. Ci furono contrasti e lotte tra i Dottori e gli scatenati discepoli di Gesù, e in seguito a ciò i discepoli fuggirono con Gesù nella regione di Antiochia [secondo alcune tradizioni, “in Egitto” (G)] ; lì Gesù rimase fino alla vigilia della Pasqua.

 Gesù poi decise di recarsi al tempio per riacquistare il segreto del Nome. [in una variante della storia, Giuda riesce a sconfiggere Gesù nella gara di miracoli senza contaminarlo. Gesù viene sbugiardato ed arrestato e, come in questa versione, i suoi discepoli riescono a liberarlo, ma egli ricorda ancora il Nome ineffabile. Fugge in Egitto nella speranza di apprendere anche la magia egiziana (considerata la migliore magia del mondo). Giuda arriva in Egitto e si infiltra tra i discepoli, fingendo di essere uno di loro. Da questa posizione di vantaggio, riesce a fare in modo che Gesù dimentichi il Nome magico, in modo da indurlo a ritornare a Gerusalemme per impararlo di nuovo. Giuda manda un avvertimento ai Dottori, insieme con il suo piano per arrestare Gesù (AH)]  Quell’anno la Pasqua cadeva di sabato. Alla vigilia di Pasqua Gesù entrò in Gerusalemme cavalcando su un asino, seguito dai discepoli. Molti gli si inchinavano. Entrò nel tempo con i suoi trecentodieci seguaci. Uno di essi, Giuda Iscarioto, informò i Dottori che Gesù si trovava nel Tempio, che i discepoli avevano fatto voto per i Dieci Comandamenti di non rivelare la sua identità, ma che egli lo avrebbe indicato inchinandosi davanti a lui. Così avvenne e Gesù fu catturato. Richiesto del suo nome, rispose alla domanda diverse volte dando i nomi Mattai, Nakki, Buni, Netzer, ogni volta citando un versetto, mentre i Dottori citavano un controversetto.[9]

Gesù fu messo a morte all’ora sesta della vigilia della Pasqua e del Sabbath. Quando cercarono di appenderlo ad un albero, questo si ruppe, poiché quando aveva a disposizione il potere aveva comandato per il Nome ineffabile che nessun albero avrebbe dovuto portarlo.  Aveva dimenticato di pronunciare il divieto sul carrubo  [o cespo di cavolo (AH)] [10], poiché era una pianta più che un albero e là fu appeso fino all’ora della preghiera pomeridiana, poiché sta scritto: “il suo corpo non rimarrà per tutta la notte sull’albero”. Lo seppellirono fuori città.

Il primo giorno della settimana i suoi seguaci andarono impudentemente dalla regina Elena con la notizia che colui che era stato ucciso era veramente il Messia e che non era nel sepolcro; era asceso al cielo, come aveva profetizzato. Venne cercato con diligenza e non si trovò nel sepolcro in cui era stato sepolto. Un giardiniere lo aveva tolto dalla tomba e lo aveva portato nel suo giardino e sepolto nella sabbia, dove l’acqua scorreva all’interno del giardino.[11]

La regina Elena pretese, minacciando pene severe, che il corpo di Gesù le venisse mostrato entro tre giorni. Ne nacque grande angoscia. Quando il giardiniere vide Rabbi Tanhuma che camminava nel campo lamentandosi dell’ultimatum della regina, il giardiniere raccontò cosa aveva fatto, affinché i seguaci di Gesù non rubassero il corpo e poi pretendessero che fosse asceso al cielo[12]. I Dottori presero il corpo, lo legarono alla coda di un cavallo e lo portarono alla regina, con le parole: “Ecco Gesù, che si dice che sia asceso al cielo.” Comprendendo che Gesù era un falso profeta, che seduceva e fuorviava il popolo, ella derise i suoi seguaci ma lodò i Dottori.

I discepoli se ne andarono tra le genti – tre andarono sui monti di Ararat, tre a Roma e tre presso il mare[13]. Essi illudevano il popolo, ma alla fine vennero uccisi.

I seguaci indotti in errore in Israele dicevano: “Avete ucciso il Messia del Signore”. Gli Israeliti rispondevano: “Avete creduto in un falso profeta”. Ci furono lotte e infinite discordie per trent’anni.

I Dottori desideravano separare da Israele quelli che continuavano a proclamare che Gesù era il Messia e si rivolsero ad un uomo molto dotto, Simeone Cefa, perché li aiutasse. Simeone si recò ad Antiochia, principale città dei Nazareni[14] e dichiarò loro: “Sono discepolo di Gesù. Egli mi ha mandato per mostrarvi la via. Vi darò un segno come fece Gesù”. Simeone, avendo ottenuto il segreto del Nome ineffabile, guarì grazie ad esso un lebbroso ed un paralitico e venne accettato come un vero discepolo. Disse loro che Gesù era in cielo, seduto alla destra del padre, in adempimento del Salmo 11:1. Aggiunse che Gesù desiderava che si separassero dai Giudei e non seguissero più i loro costumi, come aveva detto Isaia: “La mia anima aborrisce i vostri mesi e le vostre festività”. Ora avrebbero dovuto osservare il primo giorno della settimana anziché il settimo, la resurrezione invece della Pasqua, l’Ascensione al cielo invece della festa delle settimane, il ritrovamento della Croce invece del Nuovo Anno, la festa della Circoncisione invece del giorno dell’Espiazione, l’Anno nuovo invece di Chanukah; avrebbero dovuto mostrarsi indifferenti rispetto alla circoncisione ed alle prescrizioni alimentari. Inoltre avrebbero dovuto seguire l’insegnamento di porgere la (guancia? FP) destra se colpiti sulla sinistra e di accettare mitemente la sofferenza. Tutti questi insegnamenti che Simeone Cefa (o Paolo, come era noto ai Nazareni) [15] impose loro erano volti in realtà a separare questi Nazareni[16] dal popolo di Israele e mettere fine alle discordie interne.

 

 

NOTE

[1] Appare strano lo scambio di nomi: in questa Toledoth, Giuseppe è il padre biologico di Gesù, mentre il promesso sposo di Miriam / Maria si chiama Giovanni; come il Giuseppe di Matteo, è di discendenza davidica.

 

[2] In altri testi, probabilmente, Miriam non era vista in maniera così positiva, come sembra dimostrare l’allusione di Tertulliano ai giudei che definiscono Gesù “figlio di una prostituta” , nel “De spectaculis”.

 

[3] In tradizioni più antiche, era Shimeon ben Azzai ad avere un ruolo nello  smascheramento dell’inganno sulla nascita verginale di Gesù; tuttavia, anche Shimeon ben Shetah sembra essere connesso a Gesù (vedi http://ccat.sas.upenn.edu/~humm/Topics/JewishJesus/san107b.html e http://ccat.sas.upenn.edu/~humm/Topics/JewishJesus/yebamoth49a.html ).

 

[4] Questo episodio sembra ispirato alla disputa con i dottori di Gesù adolescente in Lc 2:46; inoltre, serve a spiegare perché, pur essendo nato a Betlemme, il suo ministero comincia in Galilea ed i suoi seguaci provengono dalla Galilea, fatto questo èiù volte ribadito in tutti i Vangeli.

 

[5] Non so se l’incoerenza paralitico – lebbroso sia nel testo originale o sia un errore della traduzione inglese.

 

[6] Sembra ispirato ad un noto episodio del Vangelo apocrifo dell’infanzia di Tommaso.

 

[7] E’ impossibile, dalla parola inglese “defile” determinare più precisamente la natura di questa “contaminazione”; si riferisce comunque a qualcosa di impuro secondo il rituale ebraico.

 

[8] Gesù colpito con verghe e legato ad un pilastro è una immagine ricorrente dell’iconografia cristiana medievale e rinascimentale; questi particolari sono probabilmente assai recenti.

 

[9] Nei testi ebraici più antichi, l’episodio è invece riferito ai discepoli di Gesù (vedi http://ccat.sas.upenn.edu/~humm/Topics/JewishJesus/b_san43a.html ); secondo un’altra interpretazione, i nomi non sarebbero quelli dei discepoli, ma dei primi vescovi cristiani di Gerusalemme, successivi a Giacomo il Giusto. Non è da escludere che la versione della Toledoth, in cui l’interrogatorio, la schermaglia attraverso le discordanti citazioni scritturali e la successiva condanna a morte hanno per protagonista Gesù, sia da considerare quella originaria.

 

[C] Tutti i Vangeli descrivono la scena, fondamentale per l’interpretazione messianica di Gesù, ma solo Matteo, pur equivocandola, e Giovanni ne citano la fonte, che è Zaccaria 9,9. Secondo i sinottici, l’episodio avviene in un villaggio non nominato, di fronte a Betfage e Betania.

 

[10] Si tratta di un elemento mitologico comune a diverse tradizioni e culture (es. uccisione di Baldur nella mitologia nordica con un ramo di vischio)

 

[11] Questa sembra una versione assai antica; è da notare che in Gv 20:15, Maria di Magdala scambia Gesù risorto con “il custode del giardino”; che il corpo di Gesù sia stato spostato da un giardiniere si trova anche negli accenni polemici di Tertulliano già citati.

 

[12] Il fatto che i discepoli non abbiano rubato il corpo (che fu probabilmente la versione polemica alternativa che risale all’epoca della prima predicazione cristiana, come dimostra l’episodio delle guardie in Matteo) è nell’ottica ebraica provvidenziale, poiché in questo modo i discepoli di Gesù possono essere sbugiardati.

 

[13] Potrebbe indicare tre antiche direttrici della predicazione cristiana tra le comunità della diaspora giudaica: l’Armenia (Edessa? sarebbe in questo caso il ricordo del noto episodio della conversione di re Abgar il Nero, narrato da Eusebio), Roma e l’Occidente, e l’enigmatico “verso il mare” (le città costiere di Libano e Siria? l’Egitto?).

 

[14] E’ noto dagli Atti (At 11:26) che fu ad Antiochia che i seguaci di Gesù cominciarono a dirsi Cristiani.

 

[15] Assai singolare questa confusione tra Simon Pietro e Paolo; è comunque da notare come, anche nell’interpretazione giudaica, il primo teologo sistematico della nuova religione sia Paolo. Nonostante il nome, la situazione descritta si attaglia comunque molto meglio all’attività di Paolo che a quella di  Pietro.

 

[16] Il termine di Nazareni è qui probabilmente tradizionale ed un relitto delle polemiche del I secolo, quando i Nazareni costituivano la primitiva comunità giudeo-cristiana.

 

Fonte: da srs di  FRANK POWERFUL/ Nuova enciclopedia italiana


Feb 23 2009

Giuramento dei Templari

Giuramento dei Templari

Cavalieri, scudieri, servitori, che la pace del Signore, promessa agli uomini di buona volontà, sia con noi.

In questo luogo angusto e santo, in suo nome, noi vedremo pronunciare, da labbra pure e con umile fierezza, il Giuramento del Templare che i Poveri Cavalieridi Cristo fecero nel momento più sacro della vita Templare.

Signore che spieghi i cieli come una tenda di luce, Signore che fai dei fulmini i messaggeri della tua maestà, davanti il tuo sacro altare, dove s’adempì la sublime immolazione, noi leviamo alta la spada della luce, per depositarla ai piedi dell’altare come testimonianza del nostro giuramento.

Signore Dio delle armi, noi lo giuriamo per il Cristo, giammai contro il Cristo, per la difesa del Vangelo, per la guardia dei pozzi, per la verità, per la giustizia.

Contro gli oppressori, contro i mietitori di scandali ed i corruttori dell’innocenza, contro la menzogna liberata, contro i traditori delle fazioni e dei partiti:

Noi lo giuriamo di impegnare la doppia spada: quella d’acciaio levigato e quella della parola splendente e fulminante.

Giammai noi attaccheremo per primi.

Giammai noi provocheremo per primi.

Tre volte noi sopporteremo l’ingiuria.

Tre volte noi ignoreremo il disprezzo e la menzogna.

Ma quando la spada brillerà nel sole come un colpo di chiarore, tuonerà la parola.

Allora poi non indietreggeremo di un solo passo, non taceremo che dopo il silenzio dell’avversario.

Davanti ai ranghi angelicati, nostri compagni d’armi, noi lo giuriamo al Cristo, Re della gloria.

Chiunque rinnegherà questo giuramento, sarà per noi e per gli angeli, rinnegato.

Niente per noi, Signore niente per noi, ma per la sola gloria del Tuo nome.

 

   Amen


Feb 23 2009

La vera libertà di stampa

Category: Media e informazionegiorgio @ 16:13

 

La vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire


George Orwell


Feb 23 2009

LO SCONCERTANTE RETROSCENA DELLA LEGGE SULLA PRIVACY

Category: Cronaca e notizie,Società e politicagiorgio @ 16:02

A differenza di ciò che molti credono la legge sulla privacy non fu creata nel 1996 (Legge 31/12/1996 n. 675) per adeguare l’italia alle norme internazionali sul trattamento dei dati personali ma per depistare e indottrinare l’opinione pubblica del Norditalia in merito alla evidenza sulla provenienza della criminalità. 

La stragrande parte della criminalità nel Nord è causata da immigrati e meridionali, dalle rapine agli stupri, dagli scippi agli omicidi “passionali”, agli omicidi “per futili motivi”. 

Un esempio: il cosiddetto “Tribunale per i diritti degli immigrati” ha chiesto ed ottenuto che non si menzioni nei giornali la nazionalità dei criminali minorenni  e avrebbe voluto che non la si dicesse neanche per i criminali adulti. 

Così si ha un bel dire che “anche nel Nord ci sono le baby-gang”. 

Con la legge sulla privacy è misteriosamente scomparso anche il fenomeno dei “pendolari della rapina”, meridionali che vengono a rapinare il Nord per poi tornare ai paesi di origine, salvo poi dire che “statisticamente c’è più criminalità al Nord che al Sud”.


Al contrario quando in episodi criminosi sono coinvolti settentrionali (o quantomeno persone con cognomi che sembrano del Nord) nomi e cognomi vengono sbandierati impunemente anche in aperta violazione della stessa legge sulla privacy. 

Un tipico esempio di violazione palese della legge è la vicenda di Cogne dove nomi e cognomi, perfino dei testimoni di secondo piano, sono stati fatti dai mass media per far vedere che non c’entravano dei meridionali!

ALCUNI “MODELLI” STILISTICI DELLA FALSIFICAZIONE MASSMEDIATICA CONNESSI ALLA LEGGE SULLA PRIVACY

Bisogna ricordare che dietro la falsificazione giornalistica vi sono accurati studi condotti da semiologi, sociologi e psicologi per cui niente è lasciato al caso sebbene in qualche caso le esigenze giornalistiche facciano emergere la verità

I crimini commessi da meridionali e immigrati, specialmente se musulmani, vengono ignorati, minimizzati o vengono omessi i nomi e cognomi per non fare capire l’origine etnica della criminalità

La violenza sulle compagne “italiane” da parte di mariti o fidanzati immigrati viene omessa o travisata per favorire la formazione di “coppie miste” veramente italiane

Quando avvengono episodi tipo accoltellamenti, furti, scippi i giornali scrivono “si sospettano balordi DEL LUOGO” o alludono ad un coinvolgimento di qualche familiare delle vittime.

Totale occultamento della cosiddetta “microcriminalità” come il numero spaventoso di furti nelle case che avvengono tutti i giorni anche nelle località più isolate.

Quando tali crimini avvengono nel Nordest scrivono “si pensa ad affiliati alla MALA DEL BRENTA”.

In caso di arresto di criminali meridionali o stranieri si fa sapere di loro di tutto, dall’età al numero di scarpe al luogo di RESIDENZA, ma non il nome o il luogo di ORIGINE che invece vengono accuratamente sbandierati in caso di criminali con cognomi del Nord.

In caso di baby-gang i giornali scrivono “ragazzi di BUONA FAMIGLIA” per fare credere che si tratta di gente del luogo e non di immigrati che nella quasi totalità quantomeno capeggiano le gang. 

E quando sono costretti a menzionare i giovani stranieri questi sono sempre i più buoni, i più bravi, i primi della classe.

Quando si scopre che i “balordi” non erano affatto “del luogo” o che la mala del Brenta non è arrivata fino in Calabria la notizia, quando viene data, viene relegata in un trafiletto visibile a pochi lettori dotati di buona vista.

 

Fonte: fottilitalia.com


Feb 23 2009

Abrogare la legge sulla Privacy

Category: Società e politicagiorgio @ 15:36

 

La legge sulla privacy è stata tirata in ballo per giustificare la legittimità del divieto alle intercettazioni, discussione di questi giorni. Finalmente si riesce a capire meglio il vero scopo della legge sulla privacy, nata in teoria per difendere gli interessi dei comuni cittadini, di fatto utile solo a politici e potentati per censurare e difendere i loro interessi.

La privacy, infatti, viene mille volte tranquillamente violata da aziende che continuamente e ripetutamente ti chiamano a casa a tutte le ore del giorno, anche se hai più volte precisato che non autorizzi loro a farlo, e dagli stessi politici (vi ricordate gli sms inviati a gran parte dei nostri cellulari?) e alla fine ti chiedi: ma a che serve questa legge se non posso veramente averne un beneficio, se non a costo di diverse centinaia di euro da spendere tra avvocati e cause varie? se alla fine solo gli operatori commerciali onesti ne sono coinvolti in senso negativo, mentre quelli poco onesti (dovrei dire disonesti) continuano a fare quello che vogliono, con il vantaggio di aver eliminato la concorrenza “corretta”?

Propongo un referendum per l’abrogazione di quella che a mio parere è la più grande legge censura-truffa, camuffata da legge a favore dei cittadini.

 

Fonte:  srs di Nicola Boccardi- da www.ilretegiornale.it


Feb 23 2009

La privacy serve a terroristi, criminali, evasori e corrotti.

Category: Media e informazione,Società e politicagiorgio @ 14:09

Jacopo Fo

La privacy serve a terroristi, criminali, evasori e corrotti.

 

Fonte: da srs di Jacopo Fo – 04,10,2005


Feb 23 2009

La privacy ha nella sua genesi un delitto contro l’ umanita’

Category: Conoscenza variegiorgio @ 12:10


Feb 23 2009

Condivisione delle idee

Category: Conoscenza variegiorgio @ 11:47

 

Questa considerazione la faceva anche Confucio 4000 anni fa: Sei io do una mia idea a te e tu dai una tua idea a me, alla fine entrambi abbiamo due idee!

Altro che proprietà intellettuale!


Feb 23 2009

L’ immaginazione e’ più importante della Conoscenza

Category: Conoscenza variegiorgio @ 09:22

L’ immaginazione e’ più importante della Conoscenza

Tutti possono conoscere le regole degli scacchi, ma solo chi ha immaginazione puo’ vincere

G.B.


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