Lucio Campiani
Mantova 28 febbraio 2009
Sala Ovale del Conservatorio Lucio Campiani di Mantova, Piazza Dante 1
Ieri ho presenziato alla relazione conclusiva della tesi di Vincenzo Rose. Nulla di particolare, se non altro che egli vi è arrivato dopo una lunga professione d’insegnante di musica, di cantante, di regista, dove il dottorato sarebbe, ed è stato, il compendio finale della sua lunga carriera professionale. Una Laurea che, per le capacità e l’esperienza del candidato, avrebbe potuto ottenere benissimo per Honoris Causa: uno dei casi in cui il giudicato rischia essere di “spessore” superiore ai giudicanti.
Invece, per un meccanismo oscuro dello spirito umano, tale momento è stato reso più malagevole del dovuto.
La relazione della tesi è parsa scivolare su una serie di domande che trasmetteva la sensazione che erano rivolte più a dimostrare lo scibile dei docenti, che l’eventuale preparazione del candidato… ed, in alcuni casi, di “difficile comprensione” tale da far dire all’esaminando, in un paio di occasioni: “ma vuole sapere quello che dice la bibliografia, quello ho trovato o quello che penso io?”. Mi è rimasta impressa e mi sono annotata questa: “…non voglio metterla in difficoltà ma, siccome non ho letto la tesi, vorrei una spiegazione su…”.
Che la commissione abbia giudicato, diciamo, in modo “travagliato, difficoltoso ed impegnativo” lo si è capito benissimo alla fine, quando, al momento della comunicazione del voto, chiamato il candidato, è stato impedito e vietato l’accesso nell’aula a chiunque: praticamente hanno espulso tutti i presenti all’esame.
Più chiaro di così