Mar 01 2009

Primo Marzo Capodanno Veneto tradizione mai morta

Category: Veneto e dintornigiorgio @ 09:01

 

Il primo di Marzo: Cao d’ano Veneto, buon Capodanno Veneto a tutti.

L’anno vecchio e morto, da poche ore siamo nell’anno nuovo.

A scuola, come al solito, non ce l’hanno insegnato, ma nella tradizione veneta l’anno comincia il 1° Marzo. Gennaio e Febbraio sono sempre stati, per tutta la millenaria vita della Serenissima Repubblica, gli ultimi mesi dell’anno e non i primi. Ai “foresti” può sembrar strano, ma in realta’ ad essere strano Ë il calendario ufficiale, nel quale un mese che porta il nome di Settembre Ë il numero nove, Ottobre il decimo, Novembre l’undicesimo e Dicembre il dodicesimo. Se si fa cominciar l’anno con Marzo, tutto ritorna a posto come per incanto: Settembre il settimo mese, Ottobre l’ottavo, Novembre il nono, Dicembre il decimo. E poi, vi par concepibile che l’anno nuovo cominci con l’inverno, la stagione della morte rituale? L’antichità del Capodanno Veneto, come di quello cinese, si vede anche da questo, dal rispetto del ritmo naturale delle cose: l’anno nuovo sorge all’alba della Primavera, insieme alla vita che si risveglia.

La scuola italiana, dal fascismo in poi, ha cercato di far cadere nel dimenticatoio anche questa tradizione veneta, insieme a molte altre – denuncia Ettore Beggiato, storico esponente dell’autonomismo veneto – e oggi si arriva all’assurdo di vedere scuole, comuni, quartieri delle nostre citta’ che festeggiano e insegnano a festeggiare il capodanno cinese, nonchË le varie ricorrenze islamiche. Insomma pare che nell’Italia multietnica e multiculturale ci debba esser posto per tutto, tranne che per il Veneto, la lingua e le tradizioni venete. In realt‡, la tradizione del Capodanno Veneto non Ë mai morta, almeno nelle terre della Serenissima. Stanotte oltre venti comuni della pedemontana berica hanno spento le luci per ore, per offrire lo spettacolo dei mille falo’ del Brusamarzo, che bruciano l’anno che se ne va. In tutto l’Altopiano d’Asiago Ë tutt’ora usanza diffusa quella di “battere Marzo”, ma anche nel Padovano e nel Trevigiano le feste locali per “ciamar Marzo” non si contano.

Da ricordare anche l’impegno di Bepi Segato, già ambasciatore dei Serenissimi e scrittore di cose venete e non solo. Il suo “Comitato per le Belle Costumanze”, dopo aver contribuito a diffonderne l’usanza, attuava una colletta per finanziare spot in ben nove televisioni regionali.

Secondo la tradizione veneta – spiegava Segato – la festa per il Capodanno del 1 Marzo non dura soltanto un giorno. Gli auguri si fanno gli ultimi tre giorni di febbraio, cioe’ gli ultimi giorni dell’anno, e si va avanti fino al nono giorno di Marzo. Batter Marzo, o brusar Marzo, o ciamar Marzo significa risvegliare l’anno nuovo, la vita addormentata, perche’ si ridesti. 

I rumorosi riti del “Battimarzo”, anche nella versione moderna del “Claksa- Marzo” da qualche anno stanno tornando a imperversare in Veneto e in Friuli. Cortei di carri, di auto, con codazzi di bambini che battono pentole e coperchi, percorrono le vie dei paesi della campagna tra Padova, Treviso, Vicenza e Venezia, e cominciano a spuntare anche nelle citta’. Molti – spiegava Segato – ricordano la festa del Battimarzo, specie le persone in eta’, ma credono che si tratti di un rito cosÏ, una specie di festa di primavera. Pochi sanno che nell’usanza del Battimarzo sopravvivono i festeggiamenti per il Capodanno Veneto. Per questo noi siamo impegnati non solo a far festa in tutto il Veneto, ma vogliamo anche aiutare i veneti a riprendere coscienza del significato di questa tradizione, a riappropriarsi del Capodanno. L’usanza si diffonde rapidamente: con tutti i veneti che ci sono in giro per il mondo – la profezia di Segato entro qualche anno, il Capodanno veneto sara’ famoso come quello cinese, e diventera’ un’attrazione turistica.

 

Fonte: NR – tradizione veneta

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