Trovati i pezzi mancanti del Canone (o Papiro) Reale di Torino, conservato nel Museo Egizio a Torino. I frammenti non inseriti nella ricostruzione del papiro sono stati ritrovati nei sotterranei del Museo, dove giacevano dimenticati da oltre mezzo secolo. Una nuova ricomposizione dei frammenti sarà forse operata a Londra, a cura di specialisti del British Museum
Il Canone (o Papiro) Reale di Torino è un elenco di sovrano defunti dell’antico Egitto in onore dei quali si continuava a officiare i riti funerari in determinati templi e santuari. Elenchi analoghi sono la Lista di Abydos, la Lista di Karnak e la Lista di Saqqara. Tutte queste fonti risalgono al Nuovo Regno (XVIII-XX dinastia, circa 1551-1306 a.C.).
La più importante è la Lista di Abydos. E’ incisa sulle pareti del grande tempio di Sethi I (circa 1304-1290 a.C.), secondo sovrano della XIX dinastia, ad Abydos, e raffigura questo re, accompagnato dal figlio maggiore Ramesse, futuro Ramesse II, in atto di fare offerte a 76 re che considera come suoi antenati, ognuno rappresentato da un cartiglio. I cartigli vanno dalla I alla XIX dinastia e iniziano con quello di Meni, fondatore della I dinastia.
La Lista di Karnak è incisa nel grande tempio di Amon a Karnak (Luxor) e risale al regno di Tuthmosis III (circa 1490-1436 a.C.), sesto sovrano della XVIII dinastia. In origine conteneva 61 nomi reali, dalla III dinastia al Tuthmosi citato, una cinquantina dei quali sono ancor oggi leggibili in parte o per intero. Questo elenco, poiché cita sovrani omessi dalle altre Liste, è molto interessante, ma ha il difetto di non collocare i re nell’esatto ordine cronologico.
La Lista di Saqqara fu scoperta nel 1861 nella tomba di un costruttore di Menfi e in origine recava i cartigli di 57 sovrani, ai quali Ramesse II, (circa 1290-1224 a.C.), loro discendente, rendeva onore. A causa di guasti alla parete si é però ridotta a 47 cartigli, che vanno da quello di Semerkhet, sesto sovrano della I dinastia, a quello di Ramesse II.
Il Canone Reale di Torino, conservato nel Museo Egizio a Torino, è la più importante fra le fonti scritte di cui disponiamo per delineare le cronologie del Periodo Protodinastico, dell’Antico Regno e del Primo Periodo Intermedio. E’ stato redatto in Ieratico sul retro di un papiro giù usato, sotto il regno di Ramesse II (circa 1297-1212 a.C.); e contiene i nomi di numerosi dèi e semidèi che avrebbero regnato in Egitto prima della fondazione dello Stato Faraonico, e numerosi altri nomi di re, appartenenti a tutte le dinastie comprese fra la I e la XVIII. Per ogni re, indica la durata del regno e distribuisce i re nelle dinastie. In origine andava a ritroso fin oltre la I dinastia, pertanto fino all’epoca dei Seguaci di Horus. Alcuni nomi di re predinastici dell’Alto o del Basso Egitto si sono conservati: Ptah, Ra, Shu, Geb, Osiride, Seth (sovrano al quale vengono attribuiti 200 anni di regno), Horus (300 anni di regno), Thoth (3.126 anni di regno), Maat (regina dell’Alto e del Basso Egitto, sposa del dio Thot). La sua importanza consiste nel fatto che non è stato redatto per celebrare un determinato sovrano, ma per elencare tutti i sovrani di tutte le dinastie, compresi quelli poco importanti e i presunti usurpatori. Sfortunatamente é mal conservato e presenta gravi lacune. Inoltre, le sue indicazioni non coincidono con quelle delle altre Liste, nè con la compilazione di Manetone. Talvolta vi sono indicati i nomi dei re, ma non la durata del loro regno, e viceversa.
Ritrovato intatto a Tebe nel 1822 dal diplomatico piemontese Bernardino Drovetti, il Canone Reale di Torino si è frammentato in centinaia di pezzi durante il suo trasporto in Italia ed è stato faticosamente ricostruito solo in parte nel 1938 dall’egittologo Giulio Farina. Alcuni dei frammenti che non sono stati inseriti nella ricostruzione sono minuziosamente riprodotti nella Tavola IX del volume Royal Canon of Turin, scritto nel 1959 dall’egittologo Alan Henderson Gardiner per l’Oxford Griffith Institute.
Per oltre 70 anni, nessuno ha mai osato mettere in discussione la ricostruzione di Farina e la sequenza dei regni da essa derivante.
Nel febbraio 2009, Richard Parkinson, inviato del “British Museum” presso il Museo Egizio a Torino, e la sua collega Bridget Leach, restauratrice di papiri, hanno chiesto di potere vedere i frammenti mancanti. E’ stata questa l’occasione per cercare quei frammenti, i quali, grazie all’intuizione di Elvira D’Amicone, egittologa del ministero italiano dei beni culturali, sotto stati infine rinvenuti in un armadio nei sotterranei del Museo, dove giacevano dimenticati da più di mezzo secolo. Alcuni erano stati inseriti tra due lastre di vetro affinchè potessero conservarsi meglio.
Dopo un primo esame dei frammenti rinvenuti è emerso che la ricostruzione del papiro fatta da Farina potrebbe essere erronea, con la conseguenza che la sequenza dei regni, in buona parte, potrebbe non essere quella che dovrebbe essere. E’ dunque possibile che i pezzi siano da ricollocare in un modo diverso e che all’elenco dei re conosciuti si debbano aggiungere nuovi nomi.
Secondo le notizie di stampa, inoltre, è possibile che un incarico per una nuova ricomposizione dei frammenti sia affidato agli specialisti del British Museum.
(19 Febbraio 2009)
Fonte: http://www.lastampa.it/la porta del tempo