Verona Borgo Trento :Preoccupazione e interrogativi dopo lo smottamento della collina al Cesiolo
La zona ricca di edifici storici è tutelata, parte petizione a sindaco e Soprintendenza: «Vogliamo risposte chiare»
Dove un tempo c’era villa But, in salita Monte Grappa al civico 34, c’erano anche alberi e tanto verde.
Ora la villa è stata abbattuta e una fetta della collina è stata letteralmente mangiata. La terra prodotta dallo sbancamento collinare viene portata via dai mezzi pesanti che andando su è giù dal colle che porta a forte Santa Sofia hanno distrutto il selciato di via Coni Zugna. E villa Tosadori Fiorini Rossi che si trova poco più giù subisce gli effetti della modifica del terreno. Come se non bastasse, sempre in salita Monte Grappa una frana ha bloccato la strada lasciando i residenti isolati. Ambulanze o altri mezzi di emergenza non possono più arrivare. I civici 28, 29 e 30 sono in mezzo fra la collina «mangiata» e la frana.
Per la frana il Comune ha emesso un’ordinanza che obbliga il proprietario del tratto di muro a secco di rimetterlo a posto, ma così non è stato: pezzi di roccia, muro, terra, tronchi e parti di albero sono in mezzo alla strada. Dove invece un tempo c’era villa But c’è un buco enorme. I vicini di casa non hanno fatto in tempo ad accorgersi di nulla. «Hanno abbattuto villa But mentre pioveva, quasi avessero fretta di farlo», raccontano. E ora hanno dato il via a una raccolta di firme che invieranno al sindaco Tosi, alla Soprintendenza e al Corpo Forestale. Vogliono fare chiarezza sulla vicenda, sapere come e quando è stato dato il permesso alla ditta costruttrice del complesso residenziale che sorgerà al posto della villa. Vogliono sapere perché la soprintendenza per i Beni architettonici e ambientali non è intervenuta dal momento che questa zona è tutelata e i mezzi pesanti non possono accedervi. Chiedono quali studi sono stati eseguiti dal punto di vista idrogeologico: anche qui ci sono diversi vincoli. E in ultimo quale criterio è stato adottato e quale genere di permesso è in atto per sbancare la roccia calcarea della collina.
Al civico 1 di via Coni Zugna abita il consigliere comunale Ciro Maschio, capogruppo di An. «Non volevo usare la mia posizione politica per chiedere delucidazioni», dice. E assicura che «nè il progetto nè qualsiasi altro genere di richiesta per la realizzazione di un nuovo complesso residenziale in via Coni Zugna o in salita Monte Grappa sono stati mai discussi in Consiglio comunale». L’urbanizzazione della zona, come evidenzia lo storico dell’arte Riccardo Battiferro Bertocchi, risale agli anni Venti. «Inizialmente via Coni Zugna si chiamava strada privata Gino Stefani. Era intitolata al figlio di un proprietario di immobili della zona prematuramente scomparso», spiega. «Le ville del Cesiolo vennero realizzate già a partire dal primo Novecento a opera del Banco Orti, Cassa di Risparmio di Verona, Società Cattolica di Assicurazioni. L’abbattimento di villa But è un fatto grave che colpisce la cultura e il patrimonio artistico cittadino».
Fonte: srs di di Anna Zegarelli da L’Arena di Verona di Domenica 08 Marzo 2009, pagina 18
sa