Eccomi appoggiato al bancone della pasticceria Scapini di Porta Vescovo, costretto, dopo aver letto le notizie scodellate dal giornale, assumere, malgrado il parere sempre negativo del mio medico, la migliore brioches alla crema di Verona per potermi addolcire la giornata.
A rovinarmi la degustazione, ci ha pensato comunque il mio amico Gianni che, per ringraziami del caffe’ che gli avevo offerto, mi “stimola” sulle questioni politiche ed economiche di «come la pensi tu su … ecc ecc ». Date tutte le risposte del caso, Gianni termina con un: «Ho capito! Ma perché ce l’hai anche con il garage del seminario?». «Io? Ma stai parlando del garage sotterraneo del seminario dei Verona? Santa patata! Ma guarda che io non ce l’ho con nessun garage. E che a volte ho la netta impressione che siano i “garage” ad avercela con Verona».
«Esempio? »
A poche centinaia di metri dal seminario di Verona, in via Damiano Chiesa, vi è la presenza di uno dei piu’ interessanti esempi di archeologia industriale di Verona, l’ultima traccia di cava romana di pietra giallina esistente dentro le mura di Verona, cava che i romani usarono per la costruzione del teatro e di parte delle case e degli edifici della città del primo periodo.
Un così bell’ esempio di cava, e di queste dimensioni, dentro le mura di un centro storico di una città, se non dico unico, è abbastanza raro.
L’origine antica della cava puo’ essere confermata dal fatto che, alla base di essa, è stato intagliato, in età barbarica, il primitivo sacello paleocristiano della chiesa di San Nazzaro.
Invece, nel 2006, iniziarono lavori di sbancamento per la costruzione di un garage.
Tali lavori, confermarono, anche se non in modo ufficiale, l’antichita’ della cava stessa, perche’ durante le varie fasi dello sbancamento, si ebbe l’opportunità di osservare, alla base della parete, dopo che erano stati esportati quasi una decina di metri di accumulo di detriti, pezzi di embrici, frammenti di sigillata, e cocci di anfore e ceramiche non certo moderne.
Io non ho niente contro il garage, ma edificarne uno su un esempio d’archeologia urbana di queste dimensioni, non lo so! Sara’ questione di sensibilità e vedute diverse, in effetti basta vedere l’articolo dell’ inaugurazione del garage per capirne la diversità di pensiero.
Non riesco proprio ad immaginare, per esempio, in quel di Gerusalemme costruire un garage sulla cava di pietra adoperata per costruire la citta’ antica o il Tempio, oppure sulla Piana di Giza sbancare le cave delle piramidi.
E sì che ci fregiamo di essere in una città, Verona, dichiarata dall’Unesco “patrimonio storico e culturale dell’umanità”.
Mah! Ho la netta impressione che, qui ha Verona, solo le brioches alla crema della pasticceria Scapini siano patrimonio dell’umanità.