Per il religioso è un «ritorno»: la sua famiglia è originaria dei Lessini
Il sacerdote da maggio sarà amministratore della parrocchia di Sant’Andrea a Badia
Don Corrado Brutti Brutti, sacerdote della comunità della Madonnina (il don prima del nome non gli è mai piaciuto) va in montagna.
Dai primi di maggio lascerà San Giovanni Lupatoto e sarà amministratore parrocchiale della parrocchia di Sant’Andrea, frazione di Badia Calavena nota per la sagra dei bogoni.
«È vero, vado a occuparmi di questa piccola parrocchia», conferma Corrado, «è un’evoluzione della esperienza maturata con la Comunità della Madonnina, che ha da poco passato il traguardo dei trentacinque anni di vita. Sarà una sfida nuova, che cercherò di portare avanti con la gente del luogo, interpretando un po’ alla mia maniera questo incarico».
Don corrado infatti non vorrebbe diventare parroco a tutti gli effetti, con tutte le formalità che il ruolo comporta. All’inizio del prossimo anno andrà in pensione e, dopo una vita passata a lavorare (dalla fabbrica all’edilizia fino alla cooperativa) ha cercato un nuovo impegno per gli anni a venire.
Il prete ci tiene precisare che non si tratta della conclusione dell’esperienza della comunità sorta nel 1973 a San Giovanni Lupatoto, quando con altri tre giovani preti (don Sergio Carrarini, ora parroco di Bosco di Zevio, don Piergiorgio Morbioli attuale parroco di Custoza e don Luigi Forino che resta alla Madonnina) diede vita a questa realtà innovativa nel mondo della chiesa veronese.
«I principi che hanno ispirato quella scelta, fatta negli anni della gioventù, rimangono tutti validi e confermati e per loro io mi batterò fino a quando avrò fiato», dice don Corrado. «La comunità della Madonnina è stata un parentesi importantissima, bella e ricca di spunti. Forse poteva anche evolvere e diventare un centro di spiritualità ma non ci sono qui gli spazi fisici per attivare questa nuova strada. La comunità rimane e continua con le sue caratteristiche, Gigi Forigo, sono sicuro, ne asseconderà e tutelerà il cammino». Il prete assicura che il suo rapporto con la comunità non si interromperà. «La frequenterò ancora», dice don corrado, «sarà come con i miei parenti, saremo lontani ma anche molto vicini».
Sulla scelta di tornare all’interno della struttura della chiesa don Corrado ci stava riflettendo da quasi un anno. Ne aveva parlato in comunità e poi anche con le autorità diocesane, che hanno accolto con la massima apertura e benevolenza questa sua disponibilità. Don Corrado in questo modo fornisce una risposta alla domanda: «La montagna ha dato tanti preti, cosa danno ora i preti alla montagna?».
Per don Corrado Brutti andare a Sant’Andrea sarà anche un modo per ricucire con il passato. La sua famiglia (ha nove fra fratelli e sorelle) era infatti originaria di quel lembo di provincia, lasciato per cercare lavoro in pianura nei primi anni del ’900. «È vero tornando restituisco qualcosa alla montagna», commenta il sacerdote, ricordando che da bambino negli anni ’50 trascorreva le vacanze estive a Sant’Andrea con la famiglia. Ora, dopo cinquant’anni, ci torna da quasi-parroco.
R.G.
Fonte: L’Arena di Verona di Mercoledì 29 Aprile 2009, provincia, pagina 22
13 Marzo, 2010 21:53
non mi piace questo prete rivoglio d. giuseppe!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
4 Luglio, 2010 22:34
ho cambiato idea mi scuso è che non sopportavo l’idea di dover cambiare don giuseppe dopo tanto tempo passato insieme ma ora mi sono abituata e diciamocelo mi piaci com prete!!!!!!!!!!!!!!!
16 Aprile, 2011 19:45
ciaooooooooo ora mi 6 simpatico e anche se a volte le canzoni che si canta in chiesa nn sn al massimo si può sempre migliorare
by tiba 17/4/2011
3 Giugno, 2012 15:35
Graziano on 3 giugno 2012 at 12:45 said: Edit
Gent.mo Don Corrado,
ho trovato un suo riferimento e-mail.
Mi chiamo Graziano vorrei portarle a conoscenza questa meditazione se può interessare.
Pubblico la riflessione di Giosuè circa il messaggio della Madonna di medjugorje
Messaggio del 2 giugno 2012 (Mirjana)
Cari figli, sono continuamente in mezzo a voi perché, col mio infinito amore, desidero mostrarvi la porta del Paradiso. Desidero dirvi come si apre: per mezzo della bontà, della misericordia, dell’amore e della pace, per mezzo di mio Figlio. Perciò, figli miei, non perdete tempo in vanità. Solo la conoscenza dell’Amore di mio Figlio può salvarvi. Per mezzo di questo Amore salvifico e dello Spirito Santo, Egli mi ha scelto ed io, insieme a Lui, scelgo voi perché siate apostoli del Suo Amore e della Sua Volontà. Figli miei, su di voi c’è una grande responsabilità. Desidero che voi, col vostro esempio, aiutiate i peccatori a tornare a vedere, che arricchiate le loro povere anime e li riportiate tra le mie braccia. Perciò pregate, pregate, digiunate e confessatevi regolarmente. Se mangiare mio Figlio è il centro della vostra vita, allora non abbiate paura: potete tutto. Io sono con voi. Prego ogni giorno per i pastori e mi aspetto lo stesso da voi. Perché, figli miei, senza la loro guida ed il rafforzamento che vi viene per mezzo della benedizione non potete andare avanti. Vi ringrazio.
Cari amici,
Vi allego questo messaggio del 2 giugno dal Medjugorje. Maria Ss.ma ci indica come ora dobbiamo essere suoi apostoli dell’Amore di Cristo.
Maria Ss.ma ce lo ripete da moltissimi anni come ricevere questo Amore per gradi:
1. preghiera
2. confessione frequente
3. digiuno (non solo dalle cose di cui ci nutriamo, ma anche dalle cose che sono di ostacolo per la nostra crescita spirituale. Siamo troppo attaccati ai beni
vedi messaggio del 18 giugno di Ivan)
4. Ss. Eucaristia (quando siamo nella vita di Grazia, dovuta a una preghiera frequente, poichè così ci difendiamo dagli assalti di Satana, da una confessione frequente, così siamo più vicini a Dio e possiamo riceverlo degnamente nella S. Eucaristia)
Questo Amore poi dobbiamo vivendolo in noi trasmetterlo agli altri, in gioia, pace, misericordia. Anche noi abbiamo ricevuto misericordia. Perciò allo stesso modo nel quale siamo stati consolati, anche noi dobbiamo consolare e portare a Dio coloro che sono lontani. Non è difficile se noi pratichiamo le cose che si è detto e lasciandoci modellare dalla lettura quotidiana della S. Parola di Dio, poichè sarà lo Spirito di Dio ad operare in noi e non come vanno affermando i Sapientoni Filosofi, Psicologi, Psicoterapeuti. Tutte le loro dottrine sono teorie non scienza che loro adattano a varie situazioni, ma non spiegano le cause scatenanti di tanti mali, poichè molto spesso non si va a fondo di quali sono i veri mali, e si esclude che Dio possa intervenire e guarire, anche se studi di psicologia hanno invece ammesso che la preghiera ha una forza guaritrice, che però loro poveri scienziati del nulla non sanno spiegare. Chi vi parla è un laureato in Scienze della Formazione, Esperto nei processi formativi.
Non è la nostra forza di vololontà a guarire dentro di noi, ma è la Grazia di Dio, che opera in coloro che l’accolgono e la vivono. Voi direte e allora perchè molte persone credenti di preghiera, che sono molto devote a Dio hanno malattie? E io vi chiedo chi è stato il primo martire della Storia del Cristianesimo. Gesù Cristo se siete sinceri, ma essendo anche Dio, attraverso la sua sofferenza lungo il calvario ha redento l’umanità. A molti santi il Signore Gesù e Maria Ss.ma hanno chiesto di offrire le loro sofferenze per salvare anime. Per esempio S. Giovani della Croce grandissimo santo, mistico, riformatore del Carmelo si offrì vittima, così S. Teresa di Lisieux e via dicendo. Quelli che sono stati scelti da Dio per soffrire per la salvezza delle anime fanno una grande parte.
Noi facciamo la nostra praticando la virtù dell’Amore di Dio che ci viene donato e collaboreremo al progetto di Dio di conversione degli uomini nostri fratelli.
Buona domenica nel Signore
Giosuè
(sito: http://www.paceneicuori.com)