Il Vescovo Zenti; Il racconto di un padre mi ha scosso, mi ha fatto riflettere moltissimo
La Pasqua in Cattedrale: «Cresce un clima culturale di ateismo pratico»
Il caso raccontato all’omelia: «Ha detto: non vi vergognate?
«Sui giovani si sta abbattendo un terremoto valoriale spirituale di proporzioni gigantesche, i cui effetti si disveleranno nei prossimi anni, che li sta demolendo nella loro umanità, a cominciare dalla libertà di essere davvero il corrispondente della loro identità più autentica». L’educazione del mondo giovanile è un tema particolarmente caro al vescovo Giuseppe Zenti. Minacciati da una cultura atea che «fa di tutto per tenere lontano l’uomo d’oggi da Dio», sedotti dai falsi miti proposti dai mass media e purtroppo anche «sviati» da quelli che dovrebbero essere i loro educatori.
I giovani del ventunesimo secolo rischiano fortemente di ritrovarsi alla deriva nel momento in cui diventeranno adulti.
L’appello è stato lanciato domenica mattina, durante la celebrazione della messa pasquale in Cattedrale. «Vi è un mondo di adulti che ha in mano le leve del potere mediatico culturale e il potere economico, che strategicamente lascia andare il senso del vivere i giovani – ha detto il monsignor Zenti -, nell’atto stesso di sospingerli alla deriva dei valori etici civili e religiosi». E ha portato un esempio, avvenuto poche settimane fa in una scuola della provincia: «Un padre mi ha riferito che un insegnante delle superiori ha chiesto alla classe
“Chi di voi va ancora a messa e a catechismo?” e, dopo che due alunni avevano alzato la mano, ha continuato
“E non vi vergognate di fare queste cose da bambini?”».
«Un fatto grave, che mi ha profondamente scosso – ha commentato il vescovo -.
Non intendo dire che tutti i professori siano uguali, ma questo evento mi ha fatto riflettere moltissimo». E ha invitato a seguire l’esempio di quegli adulti «con forte senso di responsabilità educativa, sia nell’ambito dei genitori, sia in quello della docenza, sia in quello dello sport».
Puntuale il riferimento anche alle popolazioni abruzzesi colpite dalla tragedia del terremoto, «vittime, in gran parte, di una bolla speculativa, quella edilizia che sfidando le forze della natura, ben conosciute dalla scienza geologica, non si è affatto impegnata su fronte delle tecnologie antisismiche, sia sui vecchi sia sui nuovi edifici». E, riprendendo un concetto già espresso nel corso della celebrazione del Venerdì santo, ha parlato anche di un altro sisma, molto più grande nella portata degli effetti: quello finanziario. «Bastava impegnare pochi soldi e ci si sarebbe ritrovati, tra le luci dei luna park, dei nababbi – ha detto monsignor Zenti -. Poi, il crollo improvviso del sogno da paese dell’El Dorado. E l’intera umanità devastata dalla bolla speculativa, al collasso».
Due tragedie differenti, ma entrambe direttamente derivanti da «quella cultura senza etica e senza morale che sta alle spalle di questi e di tanti altri fenomeni che fune stano l’umanità».
E l’augurio finale: «La Pasqua immetterà nel tessuto familiare e sociale cristiani primizie di un’umanità davvero nuova, capace di costruire l’oggi e il domani sui parametri di una civiltà su misura della Pasqua di morte del vecchio mondo ateo e antiumano, e di risurrezione di un mondo degno dei risorti in Cristo».
Fonte: Cor.Sera ediz.Verona di martedì 14 aprile 2009.