Mi sono imbattuto in questa immagine di mio figlio minore, Jedrek (Jedrek Kryztof Stolarczyk per essere precisi).
Ha sempre voluto poter volare, era il suo sogno preferito, mi aveva anche detto che pregava che Dio che gli desse la capacità di volare, di essere libero, ma io li ripetevo che erano desideri non previsti per questa vita, che noi non siamo fatti per volare, sono desideri impossibili per noi.
Io non la capisco questa vita, ma so che, in qualche oscuro modo, Dio ha risposto alle preghiere di mio figlio, al fine di dargli quelle ali.
Questo è il mio ragazzo, il vento sotto le mie ali, l’amore, la luce della mia vita.
Vedete, è ora un angelo.
L’abbiamo sepolto sotto un boschetto di querce, venerdì mattina nel ranch dove sua madre vive ancora, … così da poter essere vicino a lui. E’ così difficile, molto difficile dire addio.
Ha vissuto solo 8 anni, ed è il secondo figlio che ho perso negli ultimi tre anni.
Era la mia roccia, mia forza, la mia pace. Egli mi ha insegnato di più su come si deve vivere, di chiunque altro abbia mai conosciuto, e mai conoscerò.
Jedrek mi manchi, ma sono stato il più fortunato e il più benedetto papà in tutto il mondo per avere avuto da Dio questa piccola anima affidata alle mie attenzioni, perché egli è stato mio figlio, il mio bambino, il mio angelo.
Papà ti ama, Daddy ti ama.
Pace a tutti.
Jerry
Nuovo Messico, Stati Uniti d’America