Volete essere felici? Questa è la ricetta: molti amici, niente invidia, godere le piccole attività quotidiane, saper perdonare. E’ molto importante, non dare importanza ai soldi. Il gruppo di studiosi americani che ha varato la «psicologia positiva» consiglia: immergetevi totalmente in ciò che fate
Sembra uscito da un film di Frank Capra l’identikit della persona felice. A proporlo sono invece un gruppo di studiosi americani specializzati in «psicologia positiva» un nuovo campo di ricerca che mira ad analizzare le forze, e non le debolezze, degli esseri umani. E la ricerca della formula segreta per trovare la felicità ha portato gli studiosi anche a un’altra conclusione: felici si nasce.
Il segreto della felicità, secondo gli scienziati, è nel saper apprezzare le gioie della famiglia e nel circondarsi di amici. Nel non misurarsi con i vicini, stabilendo invece da soli parametri personali di successo.
«Le persone più soddisfatte sono quelle che riescono ad immergersi in modo totale in quello che stanno facendo – suonare uno strumento musicale, completare un puzzle con i figli – dimenticando il passare del tempo, loro stessi e i problemi della vita», sostiene lo psicologo Mihaly Csikszent della Claremont University che ha coniato un nuovo termine «flusso» per il fenomeno. Una vita trascorsa più tempo possibile in stato di «flusso» è quella in grado di procurare la maggiore felicità.
I ricercatori hanno ricevuto nei loro studi la conferma dell’ adagio «i soldi non danno la felicita».
«Il materialismo è il veleno della felicità», sostiene lo psicologo Ed Diener della Università dell’Illinois. Anche chi è pieno di soldi e può quindi inseguire con successo il sogno materialistico si accorge di non essere poi così felice come chi dimostra invece scarso interesse per i beni concreti.
Nella ricetta della felicità, secondo i ricercatori, un ingrediente molto importante è la capacità di saper perdonare.
«La dote del perdono è il tratto più strettamente legato alla felicità» sottolinea lo psicologo Christopher Peterson (Università del Michigan).
E i ricercatori, smentendo un altro adagio popolare, hanno scoperto invece che «la salute non dà la felicità».
Chi è in perfetta salute molto spesso non riesce ad apprezzare questa situazione, mentre allo stesso tempo chi è malato, a meno che non sia gravissimo, riesce a non lasciarsi rovinare gli altri piaceri della vita.
Gli studiosi ritengono infine che esista un «livello genetico» di felicità: gli eventi della vita causano una fascia di oscillazione centrata su questo livello.
Fonte: N.R.