Il Duomo di Verona visto da Castel San Pietro
Non esistono testimoniata di documenti che attestino con certezza le fasi dei lavori. Esistono tuttavia notizie, per lo più riferite da storici locali, a partire dal XVI secolo, che ci permettono di conoscere alcune date utili per la definizione di una cronologia del manufatto.
Il battistero di S. Giovanni in Fonte fu riedificato dal vescovo Bemardo nel 1123; la chiesa di S. Elena fu riconsacrata da Pellegrino patriarca di Aquileia nel 1140, come attesta un’epigrafe. Negli degli stessi anni inoltre fu la ristrutturazione delle case canonicali ed infine la costruzione del chiostro le cui prime notizie si fanno risalire al 1123.
Per quanto riguarda invece la fondazione della cattedrale, una notizia ci viene dallo storico Canobbio secondo cui:
«nel 1139 furono principiati i fondamenti del Domo nel modello, che di presente si vede».
I lavori sarebbero iniziati durante l’episcopato di Teobaldo II (1135-1157).
A tale proposito è opportuno segnalare che, a partire dal periodo in cui Teobaldo fu arciprete del capitolo, furono emessi dei privilegi papali. Nel 1121 questi furono concessi a Teobaldo dal papa Callisto II e poi riconfermati nel 1132 da Inocenzo II . Gli stessi furono successivamente riconfermati da Innocenzo II nei confronti del nuovo arciprete Gilberto nel 1140), e infine nel 1177 da Alessandro III nei confronti di Riprando, eletto vescovo nel 1185.
La concessione del godimento di benefici si fa collegare in parte alla necessità di reperire fondi per intraprendere l’opera di risistemazione dell’area definita dalla cattedrale e dai complessi adiacenti negli anni immediatamente successivi al terremoto. Inoltre proprio Teobaldo e Riprando furono i maggiori artefici di una vera e propria riforma ecclesiastica della diocesi.
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