L’anno scorso abbiamo scritto la storia di Castel San Pietro partendo dalla preistoria. Su questo argomento alcuni amici mi hanno contestato dicendomi che Can Grande non costruì mai il suo Castello sul colle di San Pietro, infatti tutti gli studiosi antichi e moderni sostengono che sia opera di Giangaleazzo Visconti. Inoltre mi hanno chiesto dove fossero le prove di quanto andavo sostenendo.
Castel Vecchio di Can Grande
Le prove cercherò di fornirle iniziando dalla storia architettonica della costruzione di tutti i Castelli. Come esempio prendiamo in considerazione il castello di San Martino in Acquaro (Castel Vecchio) costruito da Can Grande II, detto dai veronesi “il Rabbioso” per le tasse che mise ai cittadini per costruirlo.
Castel San Piero: Nel disegno è chiaro che le mure di Can Grande sono uguali a quelle del Castello
I Castelli sono formati da due parti: la Reggia, dove vive il castellano con i buoni uomini della città, e la Bastia dove vivono accampate le milizie mercenarie. La Reggia è ben difesa da mura e fossati, mentre la Bastia ha il fossato, un semplice muro e, generalmente, la chiesa che dà il nome al castello.
Castel Vecchio nel 1801
A Reggia – B Bastia – C Chiesa di San Martino in Aquaro
Castel Vecchio di Verona ha la Reggia dove oggi abbiamo, in parte, il Circolo degli Ufficiali e il Ponte di Castel Vecchio che conduce verso la valle dell’ Adige. La Bastia è divisa dalla Reggia con un muro e un fossato; al suo interno abbiamo la Chiesa di San Martino Acquaro e un muro a elle che segue il fossato di tutto il Castello e termina sulla sponda dell’ Adige, che serviva come difesa della Bastia; oggi la Bastia è occupata dalle costruzioni del museo. Infine i più antichi Castelli sono costruiti con sole pietre; verso la fine del 1200 inizia l’uso del mattone, che aumenta poi verso la fine del 1300.
Nei primissimi anni del 1400 i Castelli non servono più, vengono abbandonati o trasformati in regge. Cos’è accaduto? Si inventa la polvere da sparo e i cannoni provocano nelle mura dei Castelli delle brecce. Terminato questo capitolo iniziamo con la storia letteraria su Castel San Pietro.
Prospetto interno dell’antichissima Chiesa si San Pietro in Castello
E’ mia abitudine leggere i vecchi libri per avere delle prove certe su quello che scrivo e condividerlo anche con chi non crede all’esistenza del Castello di Can Grande sull’attuale colle di San Pietro.
Tutti gli scrittori presero notizie dal primo libro che fu scritto sugli Scaligeri da Messer Torello Saraina nel 1547. Teniamo presente che le sue spoglie riposano nella Chiesa di San Fermo. Questo libro venne scritto circa 150 anni dopo la fine della Signoria Scaligera, perciò le notizie erano ancora “fresche” e ricche di documenti. Messer Torello Saraina scrisse le Historie e fatti de veronesi nelli tempi d’il popolo et Signori Scaligeri:
“L’anno 1283, essendo Podestà de Verona eletto Messer Alberto, Messer Thomaso de Bonacorsi de Mantova, nacque alterazione fra veronesi e Trentini sopra li confini. Impero che li Trentini volevano restringere le giurisdizioni de le montagne veronese, che con la loro ditione confinavano, per la qual cosa mandogli Messer Alberto da Castel Barco, si come pratico, e istruito in quella materia, pensando quello dover essere bastevole a fare capaci li Trentini del lor errore Aggioto Messer Alberto con le ragioni de Veronesi, gli mostrò, che ingiustamente occuparono quello, che a la giurisdizione de Verona era pertinente, per il che come sono partecipi de la natura de li lor vicini alamani mossi da furore, fecero impeto in detto Messer Alberto, e popolarmente lo intrattenerono, chiudendolo ne le carcere, la qual discordia udita per Messer Alberto Scaligero, con buona banda de cavalleria si trasferì a Trento e recuperò Messer Alberto de Castel dando grosso castigo a Trentini de questa loro insolenza. Ritornato da questa impresa e in tutto datosi alla quiete, incominciò molte fabreche necessarie per la fortezza de la città segretamente l’anno 1287, cinse Verona de buona muraglia da la Porta del Vescovo fino a l’Adige chiudendo il Campo Marzo, luogo spazioso ove anticamente solevano esserci li soldati, ne l’imperar li ordini de la militia, e nel presente per essere luogo adatto in si asciugano le lane purgate, e lavate, in questo suo edificare spensero quattro anni continui, ne li quali le torri delle porte fece inalzare, e inoltre fortezze per il paese racconciare, e alcune da gli fondamenti indrizzare, la giustizia con ogni studio voleva che fosse osservata, rendendosi parco verso la plebe misericorde, e compassionevole, in questo modo divenne caro a tutti egualmente, reggendo la città con la pace è schiffando la guerra fino all’ anno 1292… “
Castel San Pietro visto da San Zeno in Monte. In un disegno forse del 1700. E. Bastia; D. Reggia
Con questo avvenimento iniziarono le fortificazioni Scaligere della città di Verona, che perciò, logicamente, doveva possedere anche un Castello adeguato per controllare e comandare ordini per la difesa della città. Così prosegue Saraina:
“In quel tempo, 1320, i Signori della Lombardia a quali il Pontefice faceva gran dano e ingiuria per tenere un ponte sopra il Po con il quale arrestava le navi che andavano, e ritornavano per il fiume riscuotendo una grossa gabella per il passaggio delle mercature, e viandanti, cosa de grande danno a li popoli de Lombardia, si congregarono insieme nel Castello di Palazzolo nel territorio bresciano, in quel luogo viando anche Messer Cane come Signore di Hostiglia, perché e danneggiato non poco da quel ponte… chiesero al Pontefice di lasciare libero il passaggio senza pagare la gabella, come erano le antiche usanze, con il beneficio di tutti i Lombardi… e quando il Pontefice restasse in opinione di tenerlo, con le armi costringerlo a levarlo…”.
In quell’occasione Can Grande venne eletto Capo Generale, di conseguenza il Pontefice Giovanni XXII scomunicò Can Grande. Can Grande aveva capito che per lui le sorti di Verona potevano essere in pericolo se il Pontefice avesse fatto una Lega contro i Lombardi. Inoltre Can Grande doveva ricordare che suo padre Alberto, nel 1283, aveva avuto dei problemi di confine con i Trentini. La città era difesa validamente con le mura costruite da suo padre Alberto, che iniziavano a Porta Vescovo e raggiungevano l’Adige. Segue Saraina:
” Disciolto questo convegno, e tornato messer Cane in Verona incominciò una grande fabbrica per monumento de la Città aiutato da li cittadini e contadini in questa spesa, e fece la fossa larga e profonda de fuori la muraglia de la porta de S. Giorgio fino a quella del Vescovo: la quale fu de estrema fatica, perché fu di bisogno tagliare una gran parte de quel monte, e con li picchi, e scalpelli fondarla, oltre a questo fece con fretta mura merlate con le Torri intermedie de detta porta d’il Vescovo fino a la chiesa de S. Zenone posta nel monte, la caggione de questa fretta fu, perché aveva sentore che li Duchi d’Austria, e de Corinzia, per istigazione d’il Conte de Gorizia, e Padovani congregavano gente per espugnare Verona, e già avevano ritrovato nuove cavilazzioni che messer Cane macchinava di rompere la pace gia con quelli fatta. Ma messer Cane prudente con doni rallentò il furore de questi principi, e cessarono li apparati loro completamente. Il modo con quale lui operò fu, che dimandò a detti signori Tedeschi le Tergue per tutto l’anno 1324, quale di bisogna gli furono concesse senza saputo d’el Conte de Gorizia e Padovani. In questo anno fu diligente ne’l fabbricare, e riscosse da Veronesi soldi vinti per ciascheduna libra d’el estimo drento, e soldi quindece per quello de fori per sovvenzione delle fabreche e segretamente no cessò de scrivere, e pagare molti soldati per essere impronto alli danni de suoi nemici. Passato il tempo de le tregue ne ‘l principio de Marzo entrò Cane con quattrocento leggieri ne’l territorio de li nemici, e con intelligenza de le guardie pigliò due castelli, l’uno de Vigazollo, e l’altro chiamato de Brusaporcho, il quale saccheggiato fece ardere, dopo poi facendo la strada de Lonico entro ne ‘l Padovano scorrendo Montagnana, Este, Moncelise, et il resto di quello paese da quello canto, rubbò, uccise, preggionò, abbruggiò senza impedimento alcuno, e ritornò con una incredibile preda in Verona. E senza indugio rinforzò le fabreche e riscosse un ‘altra imposizione de soldi sedici per libra così ne la Città come ne’l distretto…”.
“Da Porta Vescovo, salendo la via del Santo Sepolcro arriviamo alla Porta di Can Grande, e incontriamo la sua torre (n.14) .Questa torre è una delle più belle che possiamo analizzare facilmente.
Come tutte le prime torri Scaligere, i suoi spigoli sono caratterizzati da mattoni che formano la cosiddetta dentatura a sega. Di questi denti ne riconosciamo tre e sono divisi da due corsi di mattoni. Il dente più basso è alto m. 1,30, alla base misura cm. 90 e in alto cm. 45; aggiungendo i due corsi di mattoni abbiamo una altezza di m. 1,45.
Il dente più basso è alto m. 1,30; alla base misura cm. 90 e il alto cm. 45; aggiungendo i due corsi di mattoni si ottiene l’altezza di m. 1,45. Nella vicina torre n.13 abbiamo queste misure del dente: base m. 1,20; altezza cm. 60; tra le due file di mattoni cm. 1,55; più i mattoni si ottiene l’altezza di m. 1,80. E’ da notare che le proporzioni del dente variano, ma il sistema di costruzione è sempre quello.
Il fronte del dente e i corsi dei mattoni sono sempre posizionati in questa maniera: un mattone sistemato con il lato lungo affiancato da un secondo con il lato corto. I mattoni hanno questa misura: il lato lungo varia da cm. 28 a cm. 26; il lato corto da cm. 12 a cm. 14; lo spessore è sempre di cm. 6.”
L’esterno di una torre di Castel San Pietro non è come quelle delle mura di Can Grande?
Dopo aver appreso quello che scrisse Saraina, è mai possibile che Cane, per sentirsi più sicuro nella sua Verona, non si costruì un castello? Dove era logico che se lo costruisse? Non era forse sul colle di San Pietro dove Teodorico, Berengario Giangaleazzo Visconti ed infine l’austriaca caserma si posero a difesa? E perché mai proprio Can Grande non avrebbe dovuto costruire il suo castello sul colle di San Pietro, un luogo naturalmente imprendibile con le armi bianche?
La porta di soccorso rivolta verso San Giovanni in Valle (ingresso attuale) è stata restaurata dal Conte de Virtù, infatti i corsi di mattoni non sono più 2, ma diventano 3, 4 o 5, e le misure dei mattoni sono come quelle dei precedenti; tra i corsi dei mattoni abbiamo tuffelli ben squadrati, dall’altezza dei corsi dei mattoni.
La soluzione resta semplicemente nel vedere come nei quattro anni che Can Grande impiegò a costruire le sue mura, gli fu possibile costruire anche il suo Castello. Se ciò fosse accaduto il Castello di Can Grande doveva avere la stessa tecnica costruttiva delle mura; infatti il Castello è stato costruito nella stessa maniera delle mura.
Seguono ora una serie di immagini sulle mura di Can Grande e quelle sul Castel San Pietro, dove il lettore potrà facilmente verificare munendosi di una semplice corda metrica, le misure che ho rilevato. E’ da notare che finalmente l’accesso al parco del castello visconteo è aperto giorno e notte, perciò si può entrare quando si vuole per constatare la veridicità ci ciò che sostengo.
Stalli in mattoni all’interno del Castello, addossato al muro esterno. Il Conte de Virtù restaurò parte del muro sopra gli stalli.
Il 21 Gennaio del 1793 alle ore 10.22, viene decapitato Luigi XVI. Di conseguenza tutta l’Europa dichiara guerra alla Francia, Solo Venezia dichiara l’imbelle neutralità disarmata, perciò tutti gli eserciti possono entrare e uscire dal suo territorio. L’anno successivo, il 1794, entra in Verona l’Austria e, naturalmente, per prima cosa, esegue i rilievi topografici delle fortificazioni. Logicamente esegue anche quelli di Castel San Pietro che, per il nostro argomento, è importantissimo, in quanto era ancora intatto, mentre, sette anni dopo, il 14 Marzo del 1801, venne parzialmente raso al suolo dai Francesi.
Planimetria di Castel San Pietro eseguita dall’Austria
Il lato del Castello, che è rivolto a est (San Giovanni in Valle), e verso nord, ci dà la possibilità di capire, attraverso le strutture murarie, che in effetti era il Castello di Cangrande. E’ noto che Cangrande era famoso per la sua fedelissima cavalleria leggera, composta da circa 400 uomini e pressappoco 800 cavalli, che potevano essere acquartierati comodamente nel Castel San Pietro e non certo attorno a Piazza dei Signori.
f. torre del Fulmine;
b. Chiesa di San Pietro costruita sul Tempio a Giove;
c. Caserma;
g. Pozzo; h. rampe per i ponti Levatoi;
e. Torri principali e Mastio;
h. i. g. Torri;
I. Strada di soccorso;
m. Stalli (65)
Fonte: srs di Alberto Solinas