RISORGIMENTO. L’ALTRA VERITA’
Si conclude, con la puntata numero 17, il lungo saggio di Lorenzo Del Boca sulla storia del Risorgimento. Al centro di questa sezione la figura di Vittorio Emanuele III, “re sciaboletta”, il sovrano di cui l’agiografia coniò il mito del “re soldato” durante la prima guerra mondiale
Quando si trattò di fronteggiare la “marcia su Roma”, l’unica sua preoccupazione fu che il duca d’Aosta potesse essere insediato sul trono dai fascisti. Per il resto, lasciò che la violenza di piazza avesse la meglio sulle istituzioni e non si preoccupò neppure di perdere molte prerogative
La leggenda del “re soldato” nacque con le prime cannonate. La sera del 25 maggio 1915, Vittorio Emanuele III, alla stazione di Roma, venne salutato dal capo del governo Antonino Salandra, quando già teneva un piede sul predellino del treno diretto verso la frontiera austriaca. Aveva fretta di raggiungere le zone di guerra ma non si fece accompagnare troppo vicino. Preferì stare alla larga da Udine dove il generale Cadorna aveva acquartierato i suoi comandi e, per vivere il tempo del conflitto mondiale, scelse Torreano di Martignacco che gli consentiva di starsene in disparte, defilato e, per certi versi, assente.
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