Giu 07 2012

FACEBOOK: VOCI DALL’EMILA TERREMOTATA.

Category: Cronaca e notizie,Società e politicagiorgio @ 16:14

AAA – VORREI ATTIRARE PER UN ATTIMO LA VOSTRA ATTENZIONE. VORREI INFORMARMI SULL’EFFETTIVA SITUAZIONE IN CUI VERSA L’EMILIA TERREMOTATA.

Non credete a ciò che dicono i giornali e tg. Ascoltate le parole di una che sta vivendo questa situazione.

Con oggi ( domenica 3 giugno) sono 14 giorni in cui le forti scosse non ci danno tregua.

La protezione civile è totalmente DISORGANIZZATA.

Le tende e i sacchi a pelo per l’80% se li sono dovuti comprare la popolazione. Gli sfollati non sono 15.000, 20.000 o 60.000 come vogliono farvi credere. Siamo intere città con relative frazioni.

Tra chi non ha più  la casa e chi ha paura, nessuno dorme negli edifici.

Siamo senza ospedali e hanno pure il coraggio di farci pagare il ticket per  i medicinali.

Parlando con un carabiniere (i pochi 4 gatti che si stanno davvero facendo un mazzo tanto), gruppi di delinquenti organizzati si stanno muovendo da diverse zone d’Italia per depredare aziende e case. Non abbiamo abbastanza forze dell’ordine per contrastare questi approfittatori.

E nonostante tutto ciò, nonostante i morti, la gente che ha bisogno di cibo e riparo, c’è gente come un certo proprietario di un certo conad di carpi che piuttosto che regalare agli sfollati una dozzina di casse di pane avanzate, ha preferito BUTTARLE. In più fa andare a lavorare i suoi dipendenti in uno stabile con crepe grosse come pugni. Buona giornata.

 

Da FACEBOOK

 

 


Giu 07 2012

LA LINGUA PADANA O PADANESE – PRIMA PARTE

Category: Cultura e dintorni,Padania e dintornigiorgio @ 00:33

Di  Geoffrey Hull,  linguista della University of West Sydney, Australia.

Riporto la prima e la seconda  parte dell’estratto di un interessante, approfondito e straordinariamente documentato saggio, opera del prof. Geoffrey Hull, docente all’Università di Melbourne: testimonianza sorprendente di come il problema delle lingue minoritarie (anche di quelle ostinatamente negate dalla ignorante ufficialità politica romana) sia ormai al centro dell’attenzione dei più illustri ricercatori,  e per di più in un Paese geograficamente così lontano da noi.

 

Nell’isolare dal sistema linguistico italiano le parlate ladine, Ascoli lasciò in un limbo terminologico i dialetti che il Biondelli, trent’anni prima, aveva denominato “GALLO-ITALICI” (1).

Secondo l’illustre dialettologo goriziano, il piemontese, il ligure, il lombardo e l’emiliano-romagnolo, “si distaccano dal sistema italiano vero e proprio, ma pur non entrano a far parte di alcun sistema neolatino estraneo all’Italia” (2).

Durante i primi decenni dell’unità nazionale i glottologi provarono a definire più chiaramente lo status del  “gallo-italico” nei confronti del ladino da un lato e dei dialetti peninsulari dall’altro. In quell’epoca di nazionalismo esasperato era difficile che l’indagine non assumesse toni politici. Parecchi studiosi infatti si sentivano in dovere di dimostrare a priori l’italianità sia del gallo-italico sia del ladino, mentre l’insistenza di altri linguisti (soprattutto germanofoni) sulla fisionomia palesemente galloromanza dei due gruppi non poteva allora non sembrare colorita di pregiudizi antirisorgimentali (3).

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