Silvia ha scritto: L’umanità sembra muoversi in un circolo vizioso. Guerre, miseria, giochi di potere. Ne usciremo mai? Cosa pensi di tutto quel che sta accadendo nel mondo?
Un caro saluto,
Silvia.
Dadrim ha risposto: Crisi economica, insicurezza sociale, malapolitica, progressivo deterioramento delle istituzioni, clientelarismi, baronie, assoluta mancanza di meritocrazia, rovina del patrimonio paesaggistico, abbandono delle ricchezze monumentali e artistiche. Questa è l’Italia che ci appare sempre più reale.
Se guardiamo poi la situazione internazionale le cose non sembrano andare molto meglio. L’interminabile conflitto Israelo-Palestinese, l’Iraq e l’Afghanistan ancora tormentati dalla guerra, la repressione del popolo tibetano, i conflitti volutamente e comodamente dimenticati che insanguinano le terre dell’Africa, la povertà, la fame, il traffico di organi umani, di donne destinate alla prostituzione, d’armi, di droga, il traffico di merci inutili che vanno da una parte all’altra del mondo, l’inquinamento…
Tutto questo e molto ancora è quel che quotidianamente ci riportano i nostri “cari” mezzi di informazione attraverso speciali, tribune politiche, opinionisti, trasmissioni radio, telegiornali, giornali, matrici, sette e mezzi, infedeli, fedeli, ballerini, fatti nostri, per nulla personali, porte a porte, giullari, mangia fuoco, saltimbanchi, menestrelli, cartomanti, notizie striscianti…
Ascoltando tutto ciò viene da chiedersi come faccia il mondo a ruotare ancora sul suo asse senza cadere in una qualche discarica, in un inceneritore, termovalorizzatore o come lo vorranno chiamare domani.
Tutti propongono la loro ricetta politica, offrono la loro lettura dei fatti, la loro colta o ignorante opinione: il nostro paese è una terra di maestri, professori, dottori, esperti, maghi e stregoni.
C’è chi teme una catastrofe mondiale, chi profetizza la fine del mondo, chi parla di un ritorno al medioevo, chi conosce ogni soluzione, ma nessuno che se ne stia zitto. Ecco allora che pure io non mi esimo dal partecipare a questa festa di pollaio, a questa sfilata pagliaccesca, perché dovrei, sono forse meno o forse di più di tutti costoro? Per chi teme una catastrofe mondiale vorrei solo ricordare che nell’arco di cento, centoventi anni al massimo, la natura compie le sue normali, periodiche, pulizie di fine stagione cancellando dalla faccia della terra miliardi di persone. È sì!, se non ci abbiamo mai pensato, ogni 100 anni, poco più, un’intera generazione scompare. Fra un secolo la morte si sarà riportata a casa l’intera popolazione che respira e cammina in questo istante.
Quindi rilassatevi e smettete di preoccuparvi per la fine del mondo, iniziate piuttosto a preoccuparvi di come vivere il tempo che vi rimane su questa terra, perché la fine arriverà comunque per tutti. Il problema non è mai la fine né l’inizio, ma sempre e solo “come essere” e “cosa fare” nel presente.
V’è da dire, poi, che tutti sembrano essere d’accordo sul preoccuparsi per il mondo che erediteranno i nostri figli. Bugiardi! Se tutti vivessimo veramente spaventati per il futuro dei nostri figli, non credete che le cose starebbero già andando in un altro modo da un pezzo? Non siamo nemmeno capaci di preoccuparci per il nostro futuro, figuriamoci se pensiamo a quello degli altri, figli o meno che siano.
L’unica cosa che riusciamo a fare per i nostri figli è lottare in tutti i modi affinché essi ereditino i nostri patrimoni, le nostre posizioni di potere o i nostri privilegi sociali, senza renderci conto che l’unico bene capace di durare nel tempo è l’amore e la comprensione che la natura e gli uomini sono un unico organismo vivente, pertanto, come tale, non può sopravvivere a lungo se ogni sua cellula pensa unicamente alla propria sopravvivenza o, al massimo, a quella delle cellule sue “parenti”!
Dobbiamo imparare a vivere il presente in modo totale senza preoccuparci per il futuro e per il passato, liberi dall’egoismo e dagli istinti animaleschi che ancora ci abitano. La maggior parte della persone, invece, vive mentalmente confinata in piccoli anfratti del tempo a causa di un’inconscia paura per il futuro, per l’impermanenza che caratterizza ogni aspetto delle nostre esistenze e per il terrore della morte che inevitabilmente ci attende. Inconsciamente le persone percepiscono tutte queste cose, ma il terrore che provano all’idea di doverle affrontare le spinge a creare una sorta di vita ristretta, piena di angosce, rabbie, timori e desideri di controllo e potere. La maggior parte delle persone non vive nel presente ma “alla giornata”, non molto diversamente dai maiali o dalle galline. L’uomo libero e consapevole vive nell’istante, nell’eterno presente perché ha trasceso il tempo, perché ha saputo completamente vedere e comprendere la natura impermanente di tutte le cose e pertanto la futilità dei nostri vischiosi attaccamenti, delle nostre dolorose dipendenze e di tutte le sciocche ossessioni che ne derivano. Contrariamente l’uomo inconsapevole nemmeno sa di vivere prigioniero del tempo poiché la tremenda paura che inconsciamente sente nei confronti dell’immensità e dell’ineffabilità del mistero dell’esistenza lo spinge a creare un mondo immaginifico che è costretto poi a difendere con tutte le sue forze dalla continua intrusione della realtà.
Tornando a noi, cara Silvia, quel che vorrei dire, non solo a te, ma anche in risposta a molte domande che ho ricevuto da persone spaventate per la crisi economica e la difficile situazione sociopolitica che stiamo attraversando, è di rimanere sereni, distanti dai pensieri della mente e dalle angosce delle cuore, per provare a entrare, pienamente liberi e consapevoli, nel cuore del problema.
Davanti a noi si stanno aprendo possibilità di cambiamento mai avute prima. Quella che stiamo vivendo non è una crisi nazionale, ma una crisi mondiale, che interessa l’intero sistema economico, politico e valoriale che l’umanità ha coltivato sino ad oggi. Abbiamo trascorso gli ultimi cinquant’anni pensando che il sistema economico capitalista, sorretto da una struttura sociale democratica e condito con una religione istituzionalizzata di massa sarebbe stato la ricetta per tutti i nostri mali e la risposta a tutti i nostri desideri.
Abbiamo trascorso più di mezzo secolo raccontandoci di lavorare per il raggiungimento di un sempre più vasto benessere globale. Ci siamo fatti abbindolare da parole come meritocrazia, coesione sociale, patria, famiglia, dio, stato, mentre derubavamo continenti interi, facevamo guerre per difendere la nostra pace, e piantavamo bandiere in nome di dio e della libertà per difendere il nostro egoismo e la nostra schiavitù spirituale. Ma eccoci qua, ora forse più che mai, prossimi alla comprensione d’aver unicamente collaborato, più o meno consciamente, ad instaurare una dittatura di capitali, imposta e controllata da corporazioni dietro cui si nascondono individui unicamente interessati al raggiungimento dei loro personalissimi scopi.
Gli ultimi cento anni sono stati caratterizzati da una crescita esponenziale del controllo e del potere esercitato da poche persone su popolazioni sempre più vaste. Un accentramento del potere agito unicamente per esercitare un controllo capace di soddisfare liberamente e impunemente fantasie e istinti narcisisti ed egoisti. Dopo il crollo delle grandi ideologie, il sogno di poter instaurare una società democratica, basata sulla meritocrazia e la solidarietà sociale ha svolto magistralmente un lavoro di assopimento delle coscienze individuali. Quante persone ancora credono che coloro detengono posizioni di potere stiano lavorando per la realizzazione del bene collettivo? Molti, ne sono certo, ma questa crisi può aiutarci ad aprire un po’ gli occhi su alcune ovvietà.
Le nostre democrazie non hanno un tessuto comunicativo e partecipativo popolare, trasversale, capace di dare effettiva voce alle reali necessità degli individui. Questo perché la classe politica non può rispondere alle sfide necessarie per la realizzazione di un effettivo equilibrio e benessere collettivo poiché deve lavorare per rispondere ai comandi di coloro che la mantengono e finanziano, coloro che posseggono i grandi capitali e i mezzi di informazione. Se ci pensiamo bene i politici vengono fittiziamente eletti dal popolo.
Da un giorno all’altro i mezzi di informazione fanno apparire una rosa di personaggi, che nessuno ha mai visto prima, fra i quali i cittadini saranno poi costretti a scegliere per la guida del paese. Peccato che nessuno metta più in discussione l’illegittimità di un tale processo. Che democrazia è questa? Chi ha il potere impone alle masse alcuni sui uomini fra cui queste sono “libere” di scegliere. Ma che libertà è questa?
Proviamo a fare un esempio. Non v’è dubbio che la maggior parte delle persone sarebbe favorevole ad implementare trasporti pubblici, aree verdi, piste ciclabili, edilizia popolare o a costi agevolati ed energie rinnovabili. Chi non vorrebbe pagare meno le bollette, vivere in una città meno inquinata, con meno morti e feriti sulle strade, con meno caoticità e rumore provocati dal traffico? Chi non vorrebbe veder diminuire i costi della benzina e dell’auto grazie a una rete di trasporti pubblici efficiente ed economica? Chi non vorrebbe poter pedalare con i propri figli lungo verdeggianti, sicure e silenziose piste ciclabili? Chi non vorrebbe poter pagare meno gli assurdi mutui a cui siamo costretti? Credo che queste siano tutte cose che la maggior parte delle persone vorrebbe vedere realizzate. Peccato però che i partiti siano sostenuti, se non appositamente creati, da chi non ha nessun interesse a rendere le persone più libere. Le potentissime lobbies dell’industria automobilistica, dell’edilizia e della speculazione immobiliare, se si dovesse realizzare un quadro come quello appena descritto, vedrebbero enormemente diminuire i loro introiti. Ecco allora che i partiti, finanziati da pochi potenti gruppi che fanno solo il loro personalissimo interesse, mai andranno a proporre una legge o un referendum popolare che prevede l’investimento di grandi somme per opere pubbliche di effettiva utilità.
Se si dovesse creare un equilibrio sociale che fine farebbero tutti coloro che oggi vivono solo grazie al piacere di poter essere più ricchi, potenti e famosi della maggior parte delle persone? Più una persona riesce ad aumentare la sua ricchezza e il suo potere, più persone si vedono aumentare costi e limitazioni. Più il potere e la ricchezza si accentra nelle mani di pochi e più la povertà e l’impotenza si diffonde fra i molti. Queste sono tristi ovvietà che nessuno più pensa e discute. La materia è limitata, le ricchezze sono limitate, gli spazi sono limitati, se qualcuno ha sempre di più, molti avranno sempre meno.
La nostra democrazia è una menzogna. Ci dicono che siamo liberi perché possiamo votare. Che idiozia! Ripeto che i partiti vengono creati dalle lobbies, poiché solo queste hanno i soldi per pagare campagne di pubblicità a livello nazionale, ben studiate per condizionare la gente. Le lobbies creano duo o tre partiti fondamentali, apparentemente opposti per dare l’illusione alle persone di poter scegliere, di essere libere. Grazie a questo sistema di manipolazione finisce sempre che i soldi dei cittadini finiscono per pagare gli interessi di gruppi sconosciuti anziché andare a rispondere ai loro reali bisogni.
Dividi et impera, questo è il motto fondamentale e più efficace di sempre. Disinforma, nega, menti, confondi e così, poi, potrai fare ciò che ti pare!
Ma qual ‘è lo strumento più potente in mano ai gruppi di potere che decidono le sorti del pianeta? Lo strumento si chiama “Mass Media”. Già la parola dice tutto: veicolo di massa. Le persone non sono più pensate e trattate come individui ma come masse informi, meccanismi senza un’anima, materia priva d’autonomia, pensiero e sentimenti.
Ho sentito ripetere più volte da molte di quelle sottospecie di politici, giornalisti e intellettuali che girano per le tv che i mass media hanno una scarsa rilevanza per quanto riguarda la costruzione del pensiero del cittadino medio. Insomma, la tv e, più in generale, tutti i mezzi di comunicazione, non hanno un gran potere di direzionare la vita, le scelte e i pensieri delle persone. Ma ci rendiamo conto di cosa sono capaci di dire? Se non sono i mezzi di comunicazione che plasmano il pensiero di massa cosa lo forma? Ovviamente, seguendo questi illustri pensatori, la massa si forma ed informa grazie alle nostre illuminanti scuole e università, andando a comizi, dibattiti ed incontri per approfondire le concezioni politiche che stanno alla base di concetti quali “democrazia”, “liberalismo”, “comunismo”, “società dei capitali”, “libero mercato”… Ne sono convinto! Ne sono così convinto da ritenere che se domani Maria De Filippi e i ragazzi dei sui “profondi” programmi televisivi fondassero un partito chiamato “Uomini e Donne”, Berlusconi avrebbe già perso le prossime elezioni. Non sto scherzando. La signora De Filippi potrebbe tranquillamente essere il nostro prossimo Premier!
Le persone hanno attribuito così tanta fiducia ai politici, alla stato e ai sui mezzi di informazioni al punto di non metterli più in minima discussione. Un altra parte della popolazione è così nauseata e confusa da non volerne sapere più niente. Il risultato va comunque a favore di chi governa. Disgraziatamente il pensiero di massa esiste ed è ben radicato, poco importa se l’abbiano creato i mass media o questi abbiano semplicemente sfruttato un’attitudine umana preesistente. È inutile chiedersi se sia nato prima l’uovo o la gallina, quel che conta è che oggi abbiamo di fronte ai nostri occhi un uovo grande come una casa e una gallina che continua a covare mostri. Su una cosa non v’è dubbio, troppe persone amano dormire profondamente sognando che qualcuno le stia proteggendo e guidando, ed altrettante troppe persone sono unicamente preda della disperazione.
Ecco allora che i mezzi di informazione sono l’arma più potente che sia mai stata usata, poiché capace di sfruttare la massimo i mali più grandi che vi siano nell’animo umano: incoscienza, paura e ignoranza.
I mass media possono far nascere guerre, far divenire dei conflitti in corso dei conflitti fantasma, cambiare in poco tempo il nostro modo di mangiare, vestire e comportarci. Possono farci credere qualunque cosa vogliano farci credere. Possono far divenire, dal giorno alla notte, un uomo famoso, farlo diventare un nessuno, un criminale o un santo, un genio insuperabile o un povero cretino. I mass media sono onnipotenti, pertanto chi li controlla e dirige è onnipotente!
Le motivazioni alla base del potere dei mass media sono varie. Alcune di queste:
Come dicevo la maggior parte della gente non li mette mai in dubbio.
Si muovono fuori dallo spazio e dal tempo. In un secondo un politico può raggiungere 60 milioni di persone. Un uomo comune per riuscire ad avere lo stesso risultato andando per strade e teatri impiegherebbe 30 anni.
Il loro immenso numero di lettori, ascoltatori e telespettatori, crea quell’effetto che potremmo chiamare “moltiplicazione del potere di fascinazione”, e cioè, quando guardo e ascolto una persona che so essere contemporaneamente guardata e ascoltata da altri milioni di persone, le sue parole e la sua immagine aumentano di potenza tanto quanto sono le persone che credo la stiano ascoltando e vedendo. Questa, a mio avviso, è anche la spiegazione del perché tutti coloro che partecipano a un qualche reality, non appena parlano di sé o vedono un parente scoppiano in lacrime. La “moltiplicazione del potere di fascinazione” è, infatti, bidirezionale. Chi guarda attribuisce grande importanza a ciò che vede, ma anche chi è guardato e ascoltato subisce un’intensificazione degli stati emotivi e mentali a causa della consapevolezza d’essere visto da milioni di persone. I Mass Media sono praticamente degli amplificatori degli stati coscienziali degli individui. Questo è anche il segreto del grande successo di tutti quei programmi che mettono i fatti della gente in piazza o il perché le notizie di cronaca nere occupino sempre i primi posti di giornali e telegiornali.
Il mezzo di comunicazione più potente di tutti è ovviamente il televisore poiché interagisce con quasi tutti i nostri organi sensoriali, pertanto penetra nelle nostre menti ben più in profondità, inconsciamente e velocemente.
La capacità che abbiamo di assorbire qualcosa unicamente attraverso la lettura è notevolmente inferiore rispetto alla possibilità che abbiamo attraverso immagini accompagnate da parole. Questo perché nella nostra storia evolutiva l’uso del pensiero è un’acquisizione relativamente recente. In oltre il pensiero astratto è particolarmente inattivo nelle nuove generazioni proprio grazie all’azione di tv e sistemi multimediali. La televisione bombarda rapidamente di immagine e stimoli la nostra mente impedendo quella riflessione e sedimentazione di concetti e significati a cui, contrariamente, la lettura ci costringe per sua natura.
Ora, se questa è la reale potenza dei mezzi d’informazione, non possiamo fare a meno di constatare che tutto ciò che non passa attraverso di loro, gran poco può fare per mutare una struttura di potere che si sostiene proprio grazie a questi. Le grandi industrie e le multinazionali controllano e posseggono i mezzi d’informazione. Controllano poi la politica perché senza una politica assoggettata ai loro interessi non potrebbero mantenere i grandi capitali. Per poter accedere alla politica e tentare di mutare le cose bisogna accedere ai mezzi di informazione, ma i mezzi di informazione sono nelle mani, come dicevamo, di chi ha tutti gli interessi affinché le cose non cambino mai, e così pare d’essere di fronte ad una cintura di potere inviolabile.
Qualcuno potrebbe dire che internet è la grande speranza per una reale democrazia, ma per ora internet non è ancora sufficientemente diffuso fra la popolazione, in oltre offre fonti di informazione di ogni tipo, vere, confuse, false, contraddittorie, e ciò non facilita certo il pensiero di persone già molto confuse e prive di strumenti d’orientamento. La vastità e pluralità di fonti di informazione che offre internet è la sua forza e bellezza ma anche il suo limite e credo sia anche il motivo per cui è ancora discretamente libero.
Allora non c’è speranza? No, anzi, dal mio punto di vista la crisi che stiamo attraversando apre notevoli possibilità. Ma prima di tutto dobbiamo comprendere che la triste situazione in cui versa l’umanità intera non è mutabile attraverso un’azione mirata a sostituire i vertici che stanno a capo della piramide. Tale azione, nell’arco dell’intera storia umana, si è sempre rivelata inconcludente per alcuni fondamentali motivi.
Primo, non si può pensare che unicamente sostituendo chi oggi è al potere si possa ottenere un ordine sociale diverso, poiché è la struttura stessa della società a basarsi integralmente su logiche gerarchiche, di controllo e di esercizio del dominio personale o di casta a discapito dei più deboli.
La sete di potere e controllo è un fenomeno umano che tocca trasversalmente tutte le fasce sociali, dal povero al ricco, dal colto all’ignorante, dal bianco al nero, dall’occidentale all’orientale, dal religioso all’ateo. È pertanto sciocco ritenere che il mondo patisca queste condizioni per colpa di qualche politico o di qualche multinazionale priva di etica. È la stessa psicologia di massa ad essere intrisa di “valori” che incitano al dominio, al narcisismo, alla sopraffazione e allo sfruttamento del più debole.
Secondo, anche se domani mattina, per qualche miracolo, salisse al potere un essere illuminato, entro sera quel poveretto verrebbe sbranato vivo dai lupi famelici che sotto di lui sbavano per impadronirsi della sua sedia.
Pertanto ritengo che il sistema sociale e politico che abbiamo non sia mutabile attraverso un’azione volta a sostituire i vertici del potere.
Come mutare l’ordine del cose? Iniziando dalla base, dalle masse, dai singoli individui e dalle loro coscienze. Lavorando per un progressivo risveglio coscienziale di sempre più individui.
Per poter cambiare le cose e vivere veramente in pace e in armonia dobbiamo iniziare da noi stessi liberandoci da tutte le nostre paura, ambizioni, da ogni forma di pensiero gerarchico, dipendente, piramidale, da ogni bisogno di essere applauditi, confermati, guidati, lodati, idolatrati, da ogni timore di essere puniti e rifiutati. Abbandoniamo il nostro narcisismo ed egoismo per dare vita a una realtà fatta di libertà di pensiero, autodeterminazione, uguaglianza e amore. Quando sempre più individui inizieranno a vivere così, il loro Essere coraggiosi, indomabili, i loro pensieri, le loro parole e le loro azioni non potranno far altro che espandersi, toccando l’anima di sempre più persone, distruggendo progressivamente la psicologia di massa.
Scopriamo la stupidità d’ogni desiderio di ricchezza superiore a ciò che c’è necessario per vivere. Ricerchiamo sempre e solo, come prima cosa, la pace del nostro cuore e la libertà della nostra mente, tutto il resto verrà da sé. Se così vivremo, la piramide su cui oggi si fonda il potere, inizierà a vacillare sino a cadere, poiché inizieranno a sgretolarsi le basi su cui poggia.
Il concetto di nazione intesa come entità chiusa, da difendere, in opposizione a ciò che è altro da se stessa sta svanendo, i confini degli stati e dei continenti stanno, uno ad uno, cadendo. I popoli dell’intero pianeta si stanno incontrando e scontrando nel tentativo di conoscersi e riconoscersi, mentre un’unica lingua mondiale si sta lentamente creando e diffondendo.
Ispirato da tali condizioni di cambiamento provo ad immaginare un possibile futuro dove l’umanità vive unita da un unica lingua, ma dove ogni popolo rimane custode della sua cultura, della sua lingua madre e delle sue origini. Provo a immaginare un mondo dove non v’è più alcuna necessità di vivere sottomessi al controllo delle fonti energetiche da parte delle grandi corporazioni grazie allo sviluppo e alla diffusione delle energie rinnovabili. Se questo mondo si basasse su una produzione libera e rinnovabile delle energie, molto probabilmente vedremmo finire gran parte delle guerre attualmente in corso e ne eviteremmo altrettante. Ancora, provo ad immaginare un mondo dove ogni bambino nasce con una piccola casa a lui già riservata per quando sarà grande poiché la società che lo accoglie ritiene che ogni individuo, sin dal suo primo giorno di vita, abbia il diritto di avere un tetto garantito. Credo infatti che così facendo gran parte della paura e dell’odio che caratterizzano il nostro tempo perderebbero una delle loro principali cause.
Quando un individuo nascerà e crescerà libero dalla paura di non riuscire a rispondere ai propri bisogni fondamentali, quando ogni bambino sentirà di non dover dare prova di valore alcuna per poter meritare di vivere, l’umanità dimostrerà finalmente d’essere degna di desiderare dei figli. Solo allora si potrà pronunciare senza vergogna la parola famiglia.
Per uscire veramente rinnovati da questa crisi mondiale lo sviluppo tecnologico deve muoversi sempre più rapidamente verso un’armonizzazione e integrazione con l’ambiente. Ma tutto ciò è possibile solo se iniziamo a comprendere che il nostro ruolo in questo universo non è quello dell’organismo parassita, ma quello del genio scopritore estasiato dalle meraviglie del mondo, dell’amante e dell’artista.
Dal mio punto di vista tutto ciò, oggi, può accadere più facilmente, proprio grazie agli strappi che questo momento di confusione e ripensamento generale sta creando nelle maglie del vecchio sistema, dipende unicamente da ognuno di noi.
Pertanto…
Se siamo scienziati lavoriamo per creare una sempre più profonda e ampia armonia con la natura che ci circonda.
Se siamo scrittori, poeti, filosofi o artisti d’ogni genere, diffondiamo la nostra arte sino al più remoto angolo della terra, sino a colmare ogni cuore e ogni mente di pura bellezza, fantasia e creatività.
Se siamo artigiani, operai, impiegati, imprenditori o lavoratori d’ogni sorta, usiamo il nostro genio e il nostro sforzo ricordando sempre e come prima cosa che il mondo è un unico organismo vivente. Operiamo quindi per creare unità e benessere reale per tutti, non lasciamoci ingabbiare da pensieri egocentrici o corporativi. Se ci troviamo, nostro malgrado, a dover operare all’interno di una struttura che agisce distruttivamente, cerchiamo di contagiarla con la nostra libertà d’animo e di pensiero in ogni azione e situazione. Comportiamoci come un virus benefico all’interno di un sistema malato. Diffondiamoci piano, silenziosamente, creiamo collaborazioni e amicizie basate sulla solidarietà e l’amore incondizionati.
Se siamo disoccupati uniamoci in gruppo e condividiamo le nostre idee e le nostre forze per dare libera espressione alla creatività e a tutte le nostre capacità ancora inespresse. Non attendiamo che qualcuno ci faccia l’elemosina, ma diveniamo padroni del nostro sudore e della nostra fatica. Un uomo solo non può fare granché, ma molte anime assieme possono creare un paradiso anche all’inferno.
I poteri che oggi sfruttano il pianeta e le coscienze rimarranno in piedi unicamente sino a quando la maggioranza delle persone non desidererà essere libera, autonoma nel pensiero e nelle azioni, unita unicamente per convogliare tutte le proprie energie in uno atto d’amore creativo. Non accettiamo un misero piatto di minestra derivatoci da chi ci offre uno sterile lavoro già pronto, ma scegliamo un vecchio pezzo di pane frutto di una fatica che amiamo fare liberamente. Solo facendo ciò che amiamo, un giorno, un pezzo di pane potrà diventare una grande tavola imbandita d’ogni bene per noi e per molti altri, ma se accettiamo un piatto di minestra già pronta, fra cent’anni avremo sempre e solo un piatto di minestra, in più, condito da mille angosce e tristezze.
Sogno che questi pensieri circolino più di quanto oggi circoli il denaro, e si radichino nelle coscienze più di quanto possa sprofondare nella terra una quercia millenaria, poiché credo che solo così v’è la speranza di poter accendere un fuoco capace di illuminare sempre più uomini.
Questa ribellione è silenziosa e pacifica come una foresta che cresce, questa, per me, è l’unica vera rivoluzione possibile. È l’unica risposta concreta ai nostri mali!
Con affetto,
Dadrim
Fonte: da il blog di Dadrim; 2009
Fonte: da Eco Cosa Vedo di lunedì 21 marzo 2011
Link: http://eccocosavedo.blogspot.it/2011/03/il-manifesto-del-vero-rivoluzionario.html