Le navi da caccia “Sparviero”, probabilmente riuscirono in qualche modo, vista la loro vicinanza con l’impatto dell’aereo nell’acqua, ad imbracare o comunque avvicinarsi al DC9, per sostenerlo in qualche modo nel galleggiamento, questo in attesa che arrivassero i soccorsi. A bordo del “Nimrod” dei servizi Britannici, vennero così a sapere che, l’aereo era civile e non militare e la base di Decimomannu (dove era presente il Generale Pisano) lo confermò subito dopo. – Probabilmente il comandante dell’aereo, disse ai pochi passeggeri rimasti, di non abbandonare l’aereo dando così una relativa tranquillità, visti i soccorsi che arrivavano.
Alle ore 23,30, il comandante del sottomarino Inglese in zona, per l’operazione “SINADEX”, diede ordine di mandare gli uomini del SBS presso il DC9 dando l’ordine di affondarlo, con l’esplosivo a cariche morbide, forse il “Dynagel”, visto che ad ogni dato scientifico e per un motivo incredibile, l’aereo galleggiava ancora. Tale decisione, cioè di far affondare il DC9, sarebbe stata presa visto che a bordo ancora vi erano un numero sufficienti di sopravvissuti compreso l’equipaggio, e ciò poteva essere letale se poi si considera che a bordo vi era anche un giornalista e li rimasero per quasi due ore; infatti i corpi ritrovati indossavano ancora il giubbotto di salvataggio ed erano privi di scarpe!!
Tutto questo dovrebbe comprovare l’emergenza che si visse a bordo del Dc9 e che furono attuate a cura dell’equipaggio, tutte le misure di emergenza previste per un caso del genere. – I corpi erano anneriti, in quanto a contatto con l’acqua salina, il fosforo che il Dc9 trasportava fece quella reazione chimica. invece i corpi recuperati a parecchie miglia di distanza, perche scagliati fuori dalla depressurizzazione dovuta all’impatto del missile, erano senza giubotto salvagente. – Il giornalista a bordo del DC9, era il fratello di Daria Bonfietti, il Presidente dell’Associazione parenti vittime di Ustica. L’ordine di di far abbattere l’aereo e successivamente di farlo inabbissare, venne quasi sicuramente, deciso anche da esponenti del Governo Italiano, ma quasi sicuramente imposto dagli altri paesi partecipanti all’azione militare di quella sera. Non a caso, infatti, a bordo del DC9 venne trovato del TNT che non a caso è un componente del “Dynagel”, in uso alle forze speciali Inglesi SBS.
Anche i soccorsi partirono in ritardo (tutto in Italia parte in ritardo), forse dovuto. Ma vi fù una eccezione alla rete di nebbia che avvolgeva quello che stava succedendo quella sera. – Alle ore 21,04 la nave “Gpsi Buccaneer”, captò sforando l’ombrello protettivo messo in atto dall’apparto militare presente massicciamente in zona, un segnale di “May Day” del Dc9 Itavia che comunicava il punto preciso dell’ammaraggio. La nave cercò di farsi ripetere le coordinate dal DC9, ma stranamente rispose la nave militare “Garibaldi”, comunicando al “Gipsi Buccaneer” di proposito un punto errato. – A questo punto il comandante della nave si diresse sul punto indicato dalla “Garibaldi” e dopo averlo perlustrato parecchio la zona, senza trovare traccia del DC9, alle ore 02,00 decise di recarsi nel punto da loro captato. Alle ore 05,30, arrivarono a circa 3 miglia dal relitto e fecero ancora in tempo a vedere la timoniera del DC9 affondare. – Ben quasi 9 ore dopo l’impatto con l’acqua!!
– Il comandante del “Gipsi Buccaneer”, morì stranamente qualche anno dopo come quasi tutte le persone coinvolte con il DC9.
– Anche un’altra nave captò il “May Day”, il traghetto Napoli – Palermo, ma captò quello inviato dalla “Garibaldi” e non quello del DC9, in quanto la “Garibaldi” in obbedienza agli ordini, continuava a convogliare qualsiasi soccorso su altre zone.
IL MIG LIBICO O RUSSO? LE ALTRE VERITÀ DI QUELLA SERA
Le indagini svolte dal Giudice Priore, portarono poi ad indagare vari Generali e uomini legati ai servizi, all’Aeronautica Militare Italiana. Il Generale Zeno Tascio, che nel 1979 era responsabile del SIOS, sarebbe stato il braccio operativo del Generale Bartolucci, avrebbe avuto un ruolo importante sulla vicenda, in particolare sulla strana storia del MIG (Libico? Si vedrà più avanti), precipitato sulla Sila in Calabria. – Il generale Tascio, sapeva che in realtà che il MIG, forse non era Libico, ed era pilotato da un Russo: Yuri Grecko, e che era giunto in gennaio, ed ebbe, lo stesso Generale, il coraggio di dichiarare alla commissione d’inchiesta: “Il velivolo Libico non era armato e non era dotato di serbatoi supplementari.” – Ma se il MIG Libico fosse partito veramente dalla Libia e fosse stato privo di serbatoi supplementari, come affermò il Generale Tascio, non avrebbe potuto fare ritorno alla base, dal momento che non avrebbe avuto più carburante necessario per il ritorno!?
Il SIOS, per contrastare qualsiasi ipotesi di collegamento tra il MIG e il DC9, mandò i suoi uomini fra i pastori della Sila, a convincerli di dichiarare di aver visto cadere il MIG il giorno 18 luglio; come poi avvenne anche questa bugia venne fuori. Infatti la storia del referto medico falso, ne fu una ulteriore prova: come poteva un cadavere morto quasi un mese dopo, essere ancora in buono stato di conservazione e non in putrefazione? –
Se questo è stato il modo in cui sono morti tutti i passeggeri ed equipaggio del DC9 Itavia, allora è spiegato perché per tutti questi anni la verità sulla strage di Ustica è stata tenuta nascosta, utilizzando qualsiasi arma, dal depistaggio a come poi non è risultato vero che il MIG non era Libico, ma Russo, e si trovava già da tempo in Italia, nella base segreta in Calabria, che il pilota non era Libico ma bensì Russo, dalle uccisioni a chi sapeva e ai strani suicidi dei controllori di volo; se fosse venuta fuori questa atroce verità, le implicazioni internazionali e nazionali, specie in quel particolare periodo di tensione politico-militare, sarebbero state di una grave portata, che se inquadrate nel periodo di “Guerra Fredda”, le conseguenze imprevedibili potevano portare anche ad un conflitto di dimensioni globali. Gheddafi, ne sarebbe stato il mezzo. E quindi si spiega il perchè.
– La ricerca effettuata attraverso le fonti ufficiali e non, hanno portato ad accertare che vi era stata non una battaglia propria e vera, ma che tutto in realtà era pregresso, sia l’operazione “Eagle Run to Run” che la stessa operazione “SINADEX“, che era solo per mascherare il vero obiettivo: abbattere l’aereo di Gheddafi e favorire una insurrezione in Libia. Le implicazioni di paesi alleati, l’utilizzo della struttura NATO “Stay Behind”, cioè la nostra “Gladio” e forze speciali con uniformi e armi non convenzionali, sono state le prove di una strategia preparate da tempo, e che sfortunatamente ha visto il DC9 Itavia, coinvolto non per errore come si è voluto far credere, ma volutamente abbattuto per due ragioni:
La prima, è quella che una volta che Gheddafi fu avvertito dagli stessi uomini politici Italiani, un aereo oramai bisognava abbatterlo, tant’è che fu richiesto di invertire la rotta al DC9. – La seconda, è quella che una volta ammarato, le forze in campo per tutta una serie di implicazioni, non potevano lasciare in vita dei testimoni scomodi che avrebbero sicuramente messo in luce la portata dell’azione militare.
IL MISTERO DELL’AEREO MIG
Il 24 gennaio 1980, un MIG 23 dell’Aviazione dell’Unione Sovietica, entrò nello spazio aereo Italiano, scortato da due caccia F 104 e venne fatto atterrare in una base segreta della Sila in Calabria. Il pilota era il Capitano Yuri Grecko, che chiese asilo politico al nostro paese. Il perché un pilota dell’Aviazione dell’Unione Sovietica venisse in Italia, con tutti i rischi che corse, ancora oggi non è stato sufficientemente chiarito, probabilmente si trattava di una finta fuga, organizzata dai Russi o forse come probabile una azione di disturbo nei confronti degli USA e ai loro interessi nel Mediterraneo. – Comunque il pilota venne subito preso in consegna dal SISMI, che incominciarono stranamente non a chiedere i segreti militari Russi, ma bensì sulla base aere Libica dove lo stesso operava ed era dislocato. – Dopo essere stato portato a Roma a Forte Braschi sede del SISMI, ritornò in Calabria nella base segreta aerea e dove si trovava il suo MIG, integro ed armato. Gli interessi attorno a quel Capitano Yuri Grecko, furono molteplici sia Italiane che USA. Quindi come si vede, un MIG era già presente mesi prima nella scena nazionale e fu utilizzato la sera del 27 Giugno 1980, per l’abbattimento dell’aereo di Gheddafi; e non come si è voluto far credere che invece il MIG era Libico e si trattava in quell’istante della sera del 27 Giugno 1980 solo per caso; ne tantomeno era caduto sulla Sila il 17 Luglio 1980.
Su indicazione del pilota Yuri Grecko, si venne a sapere che nella base Libica dove lui operava, addestrando i piloti Libici, erano stanziati dei SU 24, che la stessa NATO era a conoscenza della loro esistenza, ma non ne avevano mai visionato uno, pertanto era nelle sue intenzioni cercare di sottrarne uno; quindi a bordo del “Nimord” che doveva atterrare a Tripoli ad insurrezione iniziata, dopo l’abbattimento dell’aereo di Gheddafi, tra gli uomini presenti vi erano due piloti in grado di pilotare i SU 24. Il “Nimrod”, era posizionato tra Cipro e Creta, in grado così di controllare la Squadra Navale Sovietica, con la sua Portaaerei “KIEV”; l’altro “Nimrod”, era invece in una posizione variabile rispetto al suo gemello, e manteneva una rotta tra La Maddalena e il “Punto Condor”, che era sopra Ustica ed il canale di Sicilia. A bordo di questi aerei, vi erano alcuni osservatori che componevano la squadra Presidenziale e che, avrebbero dovuto scortare il nuovo Presidente Libico una volta abbattuto l’aereo di Gheddafi e partita l’insurrezione.
Al largo della Sicilia orientale, invece era dislocata la portaerei “FOCH” Francese, con la sua squadra di 2 sommergibili, che avevano una capacità di lanciare missili mare-aria, contro aerei; il compito degli aerei della “FOCH”, era quello di controllare la “KIEV” e la sua squadra. – La nave portaerei “Garibaldi”, era invece dislocata al largo di Ustica e svolgeva una attività antisommergibile e di interdizione nei quadranti di mare molto profondi.
– Gli uomini di “Stay Behind” della NATO, erano sia a bordo dei “Nimrod” che in altre unità navali, erano armati con armi non convenzionali e quindi in caso di cattura o di fallimento, non riconoscibili. Il ruolo di questi uomini, è stato accertato essere ambiguo, infatti: gli aerei PD 808 si levarono in volo da Treviso, uno aveva a bordo un Generale, nell’altro probabilmente un uomo politico.
Da tenere presente, che il PD 808, è un aereo particolare, infatti grazie alla sua strumentazione è in grado di comunicare con tutto il mondo ovunque si trovi, grazie ai satelliti, e sicuramente partì da uno di questi aerei in quegli istanti della sera del 27 Giugno 1980, poco prima le 21,00 ore locali, la comunicazione di avvertire Gheddafi che un’operazione era in corso per abbattere il suo aereo e di una insurrezione armata da paesi della NATO. O meglio, probabilmente, avvisando la “KIEV”, la quale poi avvisò Gheddafi, e quindi la “KIEV” inviò i suoi 2 YAK a protezione di Gheddafi. E così, si spiegherebbe la volontà da parte Russa di violare lo spazio aereo Italiano.
Fonte: POSTED BY GHINO DI TACCO Lunedì 10 ottobre 2005 su PER NON DIMENTICARE
Link: http://pernondimenticare.blogspot.it/2005/10/una-verit-agghiacciante.html