RISULTATI DELLE PROVE INVALSI 2011: BENE I RISULTATI DEGLI IMMIGRATI DI SECONDA GENERAZIONE
I ragazzi migliorano in matematica. Quelli più bravi sono nel Nordest. Le valutazioni meno incoraggianti in Calabria e Sicilia. Ma in altre regioni del Sud ci sono segnali di recupero
ROMA – Ci sono eccezioni, specie all’inizio della carriera scolastica, quando le abitudini della famiglia pesano più di quanto si impara in classe. In seconda elementare, ad esempio, i bambini più bravi in matematica sono quelli delle Marche e della Basilicata, mentre in italiano vanno forte quelli del Lazio e dell’Umbria. Ma poi – con il trascorrere degli anni, passando alle medie e alle superiori – i colori sulla cartina dell’Italia diventano definiti, netti, stabili. E i risultati migliori li raggiungono gli studenti di Veneto e Friuli Venezia Giulia, quelli peggiori i ragazzi siciliani e anche quelli della Calabria, dove probabilmente le pagelle andrebbero ritoccate al ribasso visto che «si riscontrano alcune evidenze di cheating», termine tecnico per indicare le copiature di massa. Ma se la classifica generale è sempre quella (Nord, poi il Centro, in fondo il Sud), dal Mezzogiorno arrivano segnali di recupero, soprattutto dalla Puglia ma anche da Abruzzo e Basilicata.
Sono ricchi di numeri e tabelle i risultati dei test Invalsi (l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione) pubblicati ieri. Si tratta delle prove che tanto hanno fatto discutere a maggio con le proteste di una parte di studenti e insegnanti. Prove standard, cioè uguali in tutte le scuole d’Italia, con l’obiettivo di misurare il livello degli studenti a prescindere dal variabile metro di giudizio dei loro insegnanti.
Queste tabelle non ci dicono perché gli studenti sono più bravi in alcune Regioni che in altre. Non spiegano se dipende dai ragazzi, dai professori o da altro. Ma fotografano lo stato dell’arte, confermando che le ragazze vanno meglio in italiano e i ragazzi meglio in matematica. Che tutti, maschi e femmine, rispondono bene quando si tratta di usare il dizionario, mentre zoppicano se devono maneggiare punteggiatura e tempi dei verbi, che migliorano in matematica ma faticano in geometria.
Le analisi dell’Istituto nazionale di valutazione ci dicono anche che gli immigrati di seconda generazione, cioè nati in Italia, raggiungono un livello abbastanza vicino a quello dei loro compagni di classe con la cittadinanza italiana. Non è un caso se le Regioni in cima alla classifica, come Veneto e Friuli, sono anche quelle dove ci sono più immigrati, con il 13% degli studenti. E le differenze fra licei e istituti tecnici? Naturalmente restano ma per la matematica, almeno nelle Regioni settentrionali, i risultati sono «sostanzialmente equivalenti». Un dato – sottolineano al ministero dell’Istruzione- che «smentisce la presunta maggiore efficacia dei licei rispetto all’istruzione tecnico professionale».
Secondo Roberto Ricci, che all’Invalsi è il responsabile del servizio nazionale di valutazione, c’è un altro dato significativo: «Il calo delle mancate risposte, segno che i ragazzi si stanno abituando a questo tipo di rilevazione». Considerando solo le risposte aperte – quelle in cui bisogna scrivere e non barrare la casella giusta – sono scese dal picco del 27% dell’anno scorso ad una media del 10%, considerata fisiologica. Una cattiva notizia, invece, è che resta una grande differenza tra scuole buone e scuole cattive, fenomeno più evidente che in altri Paesi dove bravi e somari si distribuiscono più equamente. «Puntiamo con decisione sulla valutazione, così come nei migliori sistemi scolastici» dice il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, che parla di risultati «incoraggianti» che arrivano dal Sud. Secondo il ministro si tratta «dell’unico percorso in grado di modernizzare il nostro sistema, ed è un percorso lungo ma necessario». L’anno prossimo i test Invalsi riguarderanno le stesse classi coinvolte finora, seconda e quinta elementare, prima e terza media, seconda superiore. Sarà sperimentale alla Maturità, diventerà stabile dal 2013.
Fonte: srs di Lorenzo Salvia, da Il Corriere della Sera del 28 luglio 2011
Il commento
MA ATTENTI AI COPIATORI IL RECORD IN CALABRIA
La buona notizia è che anche in Italia si sta diffondendo la cultura dei test, come dimostrato dal fatto che aumentano gli studenti che argomentano le risposte invece di rispondere alle domande dove devono solo «mettere la crocetta». La cattiva è che la riduzione del fenomeno del «cheating» (barare, copiando e suggerendo) dichiarata dal ministero vale solo per i 40 mila studenti del campione che avevano un «osservatore» esterno. Per i 3 milioni che non lo avevano non c’ è nessuna garanzia che i dati siano veri e, purtroppo, la storia passata sembra indicare che il «cheating» abbonda, soprattutto al Sud (l’ Invalsi evidenzia che la «pecora nera», la Calabria, continua ad esserlo anche in presenza di osservatori): gli italiani, soprattutto al Sud, non hanno ancora capito che si rispettano le regole perché conviene e non per ragioni morali.
La notizia peggiore è che non si è ridotta la spaventosa ineguaglianza, soprattutto tra Nord e Sud. Al Nord i risultati al liceo e agli istituti tecnici sono simili tra loro in matematica (la qualità della didattica è più importante che per l’ italiano) e superiori ai licei del Sud. La scuola al Nord riduce i privilegi della nascita. Cosa che non fa al Sud: i privilegiati che vanno al liceo hanno risultati peggiori di chi va all’ istituto tecnico al Nord. E non sembra un «problema del meridione», Puglia e Abruzzo migliorano.
La vera pessima notizia è che il contesto sociale di provenienza conta poco perché nelle elementari le differenze tra Nord e Sud sono basse, aumentano alle medie e soprattutto al liceo. Cosa vuole dire? Che la qualità dell’ insegnamento è peggiore e che le pari opportunità continuano a fermarsi a Roma. Molto da fare per chi si propone di migliorare la qualità della scuola italiana.
Fonte: srs di ROGER ARRAVANEL, da Il Corriere della Sera del 28 luglio 2011