Mar 10 2013

APPUNTI DI VIAGGIO DAL REGNO UNITO…..

Category: Mondo,Società e politica internazionalegiorgio @ 00:16

UNION JACK

L’importante non è il governo che c’è o il paese in cui vivi, ma solo se hai la libertà perché quel governo e quel paese non te l’hanno rubata.

Sono arrivato domenica scorsa a Manchester e stasera sono a Kettering. In 4 giorni ho visitato per motivi di lavoro tre stabilimenti di aziende del settore FOOD, il primo piuttosto piccolo, il secondo di medie dimensioni, il terzo dal quale sono uscito poc’anzi è grandissimo, una specie di Barilla del Nortonhamptonshire.  In mezzo a un parco di alberi secolari e grandi prati. Mi sono detto: come in brianza !!! uguale.  Dove ai parchi abbiamo sostituito l’asfalto dei piazzali, e parallepipedi di cemento armato prefabbricato grigi e anonimi, e palazzine uffici prefabbricate anch’esse, adiacenti sempre al loculo (capannone !!!) della produzione, tanto per tenere sempre tutto sotto controllo. Non vero, rag. Brambilla ?

Anche l’architettura in fondo parla del paese in cui ti trovi. In Italia abbiamo il Colosseo e la fortezza di Tiberio a Capri, il teatro greco di Taormina e i bronzi di Riace, le gondole dei canali di Venezia e il palazzo della Signoria, ma lasciandoci tutte queste meraviglie, i nostri antenati sono stati avari di fantasia e bravura da lasciarci in dote, oppure come sono portato a credere, l’abbiamo ricevuta quella dote, e svenduta al primo immobiliarista di passaggio, per la lottizzazione artigianale fuori paese, direzione Usmate Velate, al primo palazzinaro di periferia per 120 villette a schiera chiamato “sotto la madonnina” solo perché ogni villetta ha una finestra che guarda nella direzione del duomo di Milano, che in linea d’aria è solo a 19  km!!  Insomma la campagna inglese è un’altra cosa, e l’Italia da qui sembra neppure esistere, sebbene ci sia nato e ci continuo a vivere senza sapere più perché da tanti anni.

Sono 4 giorni che non incontro persone tristi, rassegnate o demotivate.

Sono 4 giorni che non sento neppure citare la parola di moda dalle nostre parti: crisi.

Sono 4 giorni che vedo gente che lavora, ricerca, studia e si inventa di tutto per il miglioramento delle performances delle proprie aziende.

Sono 4 giorni che vedo e incontro gente riunita in sala, che ascolta, spiega, commenta, impara, insegna e poi agisce nel proprio reparto, nel proprio ufficio.

E l’Italia dell’industria che conosco mi sembra sempre più lontana. Quell’italia dove fare riunioni è solo perdita di tempo, dove formare il personale una follia, pianificare strategie di mercato, di prodotti uno sport per consulenti e manager della bocconi. Sarà per questo che qui i ristoranti sono pieni e le autostrade pure.  Pieni di bella gente i primi e terribilmente cariche di tir e merci le seconde. Ma questo è quello che io vedo. Mentre in Italia, in giro per lo stivale è una desolazione immensa. E non parlo delle autostrade, che sono sempre e comunque desolate anche se sono piene come qui e ormai deserte come da noi.

 

Sono 4 giorni è vero, che sopporto di cenare alle 6.30 del pomeriggio, che nei menù che mi presentano devo adoperare tutto il mio buon senso, la conoscenza della lingua e sottoporre a interrogatorio di terzo grado la cameriera, e nonostante tutto finire per mangiare la solita bistecca alta due centimetri e patate fritte a volontà.  Del pane neanche l’ombra, ti scappa pure la voglia di chiederlo. E’ vero pure che in hotel al mattino, cerco disperatamente del latte e un liquido coloro marrone scuro per sognare un cappuccino, anche se la schiuma non c’è e il colore dell’intruglio è tutto tranne che l’italica pozione del mattino.  Consumo a faccia bassa, rosso di vergogna mentre intorno è tutto un effluvio di salsicce con fagioli e uova con prosciutto.  Lo scontro mattutino tra gli anglossasoni effluvi e il mio desiderio di cappuccino è come un calcio nello stomaco. Esco sconvolto degli olezzi, ma giuro che mi sento corrazzato come un panzern e pronto ad affrontare la giornata, tra bicchierate di liquido marrone per tortura e tramezzini infarciti di ogni ben di dio, tranne che di quel poco che in italia fa anche di un tramezzino una goduria.

 

E’ vero pure che i miei colleghi del momento, uno scozzese e un irlandese, prima di cena trangugiano, come stanno facendo adesso che vi scrivo, i due barili di birra pari a un litro o litro e mezzo. E sebbene cortesemente accenno “no, thanks”,  loro replicano “sure ?” non riesco a dire il mio “yes sure” che mi ritrovo il barilotto di birra gelata anche per me, mentre fuori è a meno due. E devo trangugiare !! Quando si dice l’italiano le pubblic relations.

 

Ho provato a chiedere ai miei due colleghi, cosa pensano della separazione degli Scottish dai British, e anche a qualcun’altro in giro. Tutti sanno che il referendum è già fissato per il 2014 (mi pare in settembre) e tutti con parole diverse mi hanno detto che l’importante non è il governo che c’è o il paese in cui vivi, ma solo se hai la libertà perchè quel governo e quel paese non te l’hanno rubata. Quando sento questo, sono sempre più sicuro che i miei antenati non potevano essere affatto latini.  Dal mare del Nord al canale della Manica su una cosa concordano tutti:  stare fuori e lontano dall’euro e liberarsi al più presto dalle burocrazie e dalle commissioni di Bruxelles.

Vi prego mandatemi un messaggio di conforto e incoraggiamento perchè possa ancora tornare in Italia ?

 

Fonte: srs di A.Trunfio, da  Rischio Calcolato del  7 febbraio 2013

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