Enzo Jannacci
Cantautore e cabarettista, protagonista della musica italiana, si è spento a Milano a 78 anni
Il mondo della musica piange uno dei suoi più grandi protagonisti, Enzo Jannacci. Cantautore, cabarettista, tra i protagonisti della scena italiana, si è spento a Milano all’età di 78 anni. Autore di canzoni entrate nella cultura popolare come “Vengo anch’io, no tu no” e “Quelli che”, è stato anche medico cardiologo, attività che non ha mai voluto lasciare anche dopo il successo discografico.
Malato da tempo di cancro, negli ultimi giorni era stato ricoverato in ospedale dopo un repentino peggioramento delle sue condizioni. Con lui, al momento della scomparsa nella clinica Columbus, c’era tutta la famiglia.
Una carriera non solo di musica – Milanese convinto, si può considerare tra i caposcuola del cabaret italiano, ma è stato anche autore di quasi trenta album, di varie colonne sonore ed ha lavorato per il teatro, il cinema e la tv. E’ ricordato come uno dei pionieri del rock and roll italiano, insieme ad Adriano Celentano, Luigi Tenco, Little Tony e Giorgio Gaber, con il quale formò un sodalizio durato più di quarant’anni. Dopo gli studi classici si era laureato in medicina per lavorare poi in Sudafrica e poi negli Stati Uniti.
Gli anni d’oro di “Vengo anch’io, no tu no” – I suoi primi compagni di viaggio sono Tony Dallara, Celentano e poi Giorgio Gaber con il quale forma il duo “I due corsari”, che debutta nel 1959. Ma prosegue parallela la sua carriera di solista e quella di autore, tanto che Luigi Tenco sceglie una della sue canzoni, Passaggio a livello, e la pubblica nel 1961. Lavora con Sergio Endrigo, Dario Fo, Sandro Ciotti. Poi la grande popolarità arriva con il surreale “Vengo anch’io, no tu no” che lo porterà alla ribalta in tv. Ma sarà spesso anche in teatro e non disdegnerà apparizioni in film di grandi registi come Ferreri, Wertmuller, né di esercitarsi come compositore di colonne sonore come fece per Mario Monicelli.
L’ultima apparizione in tv da Fazio – Dopo un periodo di oblio all’inizio degli anni ’80 torna alla ribalta tanto che incide un disco come “Ci vuole orecchio”. Nel 1994 si presenta per la terza volta al Festival di Sanremo in coppia con Paolo Rossi con il brano I soliti accordi, insolitamente dissacrante per la manifestazione. Tra un album e l’altro, poi nel 2000 torna a lavorare infine con Cochi e Renato, altra storica coppia con cui ha collaborato a lungo, per Nebbia in val Padana. Oramai la tv lo celebra, come fa il 19 dicembre 2011 Fabio Fazio che conduce uno speciale su di lui in cui amici di lungo corso lo omaggiano interpretando suoi brani. Enzo Jannacci compare nell’ultima parte dell’evento cantando due sue canzoni.
ENZO JANNACCI, MEZZO SECOLO DI SUCCESSI. LE GRANDI CANZONI DELL’INDIMENTICABILE AUTORE MILANESE
Dai primi dischi dei “Due Corsari” (e il secondo era un tale Giorgio Gaber) ai successi degli anni ’60 e ’70, fino alle canzoni ormai di grande autore maturo e riconosciuto degli ’80 e dei ’90. Enzo Jannacci, in oltre 50 anni di carriera, ha regalato ai suoi fan e a tutti gli ascoltatori italiani canzoni indimenticabili, caratterizzate da un mix irripetibile di ironia, poesia, melodia. Questa una carrellata dei pezzi della sua carriera solista, iniziata nel 1964 con la famosissima “El purtava i scarp del tennis” (Jannacci, tra l’altro, ha il grande merito di avere reso “cantabile” in tutta Italia il dialetto milanese) che, insieme a tanti altri, rimarranno.
1964 – El portava i scarp del tennis
1964 – T’ho compraa i calzett de seda
1964 – L’Armando
1964 – Ma mi
1966 – Faceva il palo
1967 – Vengo anch’io. No, tu no
1968 – Ho visto un re
1970 – Mexico e nuvole
1972 – Ragazzo padre
1974 – Vincenzina e la fabbrica
1975 – El me indiriss
1976 – Rido
1976 – Vivere
1977 – Saxophone
1979 – Io e te
1979 – Bartali
1980 – Ci vuole orecchio
1980 – Silvano
1983 – Linea bianca
1985 – Son s’cioppàa
1985 – L’importante è esagerare
1985 – Mi-mi-la-lan!
1989 – Se me lo dicevi prima
1991 – La fotografia
1991 – La fine della storia
1994 – I soliti accordi
1998 – Quando un musicista ride
1998 – Quelli che… il calcio
Fonte: visto su TGCON 24 del 29 marzo 2013
31 Marzo, 2013 20:21
Io e te
io e te che ridevamo
io e te che sapevamo
tutto il mondo era un bidone
da far rotolare…si’
Si’ perche’
la bellezza dei vent’anni
e’ poter non dare retta
a chi pretende
di spiegarti l’avvenire,
e poi il lavoro e poi l’amore…
Si’ ma qui
che l’amore si fa in tre
che lavoro non ce n’e’
l’avvenire e’ un buco nero
in fondo al dramma
Si’, ma allora,
ma che gioventu’ che e’,
ma che primavera e’…
e la tristezza
e’ li’ a due passi
e ti accarezza
e ride…… lei
Si’ ma qui,
che l’amore si fa in tre
che lavoro non ce n’e’
l’avvenire e’ un buco nero
in fondo al dramma
Si’, ma allora,
ma che gioventu’ che e’
ma che primavera e’..
e la tristezza e’ li’ a due passi
e ti accarezza
e ride….. lei
ENZO JANNACCI