Mar 26 2013

I MARÒ, CHE FARSA! TERZI SI DIMETTE E SCARICA TUTTE LE COLPE SU MONTI (CHE NON SI FA VEDERE IN AULA)

terzi

Giulio Maria Terzi signore di Sant’Agata,

 

Il marchese conte barone Giulio Maria Terzi signore di Sant’Agata, cavaliere del Sacro Romano Impero, Commendatore della Repubblica, Grande Ufficiale e cavaliere di Gran Croce al Sacro militare ordine costantiniano, si è dimesso da Ministro degli Esteri. Sul caso marò – dice Terzi – “sono solidale in modo completo con i nostri maro’ e con le loro famiglie”, e le dimissioni servono anche a “salvaguardia della onorabilita’ del nostro Paese, delle forze armate e della diplomazia italiana”.

Però solo pochi giorni fa il Ministro assicurava di non avere alcuna intenzione di dimettersi. Oggi, invece, deve avere cambiato idea. Perché? Nel farlo ha, di fatto, scaricato tutte le colpe sul resto del governo e, in particolare, sul premier Mario Monti. Che non era presente in Aula.

Questa è solo l’ultima figuraccia di un governo tecnico, dei professori, delle eccellenze di questo Paese. Così ci dicevano.

Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha annunciato le proprie dimissioni, un gesto che ha spiegato con la sua contrarieta’ alla decisione di far rientrare i maro’ in India e “a salvaguardia della onorabilita’ del nostro Paese, delle forze armate e della diplomazia italiana”. “Mi dimetto perche’ solidale in modo completo con i nostri maro’ e con le loro famiglie”, ha aggiunto nel corso della sua relazione alla Camera sul caso dei fucilieri in attesa di giudizio a New Delhi. “Ho atteso fino a oggi per dimettermi”, ha spiegato, “perche’ volevo venire qui in Parlamento come sede della sovranita’” popolare.

 

Fonte: visto su DAW di martedì 26 marzo 2013

Link: http://www.daw-blog.com/2013/03/26/che-farsa-terzi-si-dimette-perche-ora-e-scarica-tutte-le-colpe-su-monti-che-non-si-fa-vedere-in-aula/

 


Mar 26 2013

CASO MARÒ, PROCESSATE MONTI PER MILLANTATA CREDIBILITÀ

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Massimiliano Latorre,  Mario monti e Salvatore Girone.

 

Il governo si è prima vantato di aver tenuto in Italia i marò, poi li ha scaricati. Alla faccia del prof stimato nel mondo. L’avesse fatto Berlusconi l’avrebbero crocifisso

Non c’è niente di più facile che prendere in giro i militari. Lo dimostra la vicenda surreale dei due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. I quali furono imbarcati per difendere una nave italiana dai pirati. In acque internazionali, una notte, si avvicina al nostro bastimento un barcone non identificato. Cosa sia successo in quei momenti di concitazione, non si sa. È un fatto che i marò, allertati, sparano.

Chiunque avrebbe agito così. Peccato che un paio di uomini su quella barca rimangano fulminati. Pirati? Pescatori?  Il comandante della nave non profitta della circostanza di trovarsi in acque extraterritoriali per invertire la rotta, come chiunque avrebbe scelto di fare, ma abbocca a un invito subdolo degli indiani: «Venite in porto per espletare delle pratiche burocratiche».

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Mar 26 2013

LA PADANIA IN VENT’ANNI “RAPINATA” DI 1.100 MILIARDI DALLO STATO

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di Gilberto Oneto.

 

Da un po’ di tempo si è ripreso – finalmente – a parlare di numeri e, in particolare, di residuo fiscale. Secondo la definizione di Ricolfi, esso è la “Differenza fra le entrate correnti della Pubblica amministrazione (tasse totali e vendite) e le uscite correnti al netto del servizio del debito”.

In altre parole è l’indicatore della quantità di denaro che  lo Stato italiano si porta via senza dare nulla in cambio, ovvero quello che le comunità versano in “solidarietà tricolore”, per il solo piacere di vedersi rappresentare da Napolitano e poter cantare l’Inno di Mameli. È  un numero che indica l’entità dello “scambio” (nel nostro caso della rapina) ma che non serve neppure a delineare la qualità dello stesso: si pagano “per buone” prestazioni che sono ignobili (servizi sociali, sicurezza, giustizia eccetera) e non spiega quanto di quello che ritorna sul territorio sia affettivamente a vantaggio delle comunità locali o non vada invece a finire in voci che di locale hanno solo il luogo di spesa (pubblici dipendenti meridionali, spese per immigrati eccetera).

In ogni caso si tratta di un interessante “marcatore” della strana perequazione italica, in grado di rivelare  con sufficiente  grado di accettabilità che ci guadagni e chi ci perda dall’unità e indivisibilità dell’Italia.

Il termine compare per la prima nel linguaggio comune con uno studio della Fondazione Agnelli nel 1992, riferito ai conti del 1989. Quella prima indicazione è ripresa dai Quaderni Padani n. 2 (Autunno 1995) e poi dal fascicolo  I numeri dell’oppressione, allegato a La Padania, nel novembre 1997. La stessa è ripresa nello stesso anno dal libro  L’invenzione della Padania.

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Mar 25 2013

NON LASCIATE CHE IL RUMORE DELLE OPINIONI ALTRUI OFFUSCHI LA VOSTRA VOCE INTERIORE.

Steve Jobs

 

 

Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore.

Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun’altro.

Non fatevi intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone.

E, cosa più importante di tutte, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione.

In qualche modo loro sanno cosa volete realmente diventare.

Tutto il resto è secondario.

Siate affamati.

Siate folli.

 

Steve Jobs


Mar 25 2013

DAL PARADISO ALL’INFERNO, SOLA ANDATA.

Category: Economia e lavoro,Società e politicagiorgio @ 00:00

lottabenemale

 

L’amico Andrea Cavalleri ha scritto una interessante critica alla MMT  qui su stampalibera: Non è moderna, non è americana e non funziona: la MMT.

In particolare mi ha colpito un suo passaggio in cui mette in evidenza le due funzioni contrapposte della moneta:

“Lo Stato, nota Gesell, controllerebbe sì la totale massa monetaria, ma non avrebbe nessuno strumento per regolare la velocità di circolazione, perciò il sistema economico risentirebbe della contraddizione insita nella natura del denaro (il denaro usato abitualmente): di essere al tempo stesso mezzo di scambio e mezzo di risparmio. Il che significa che se circola (come mezzo di scambio) non viene risparmiato, ma se viene accumulato non circola, cosicché le sue due funzioni si fanno guerra, penalizzando inevitabilmente la vitale funzione di scambio, che è quella che sostiene ogni economia evoluta (che vive della divisione e specializzazione del lavoro).”

Interessante questa distinzione dei due ruoli per analizzare l’attuale situazione economica e prospettare qualche soluzione.

A ben pensarci, infatti, per quale motivo si accumula denaro? Forse che il denaro può sfamare, riparare, tenere caldo? No, il denaro presumibilmente ci permetterà di mangiare, scaldarci, ripararci, perché ci saranno presumibilmente persone disposte a darci, in cambio di quel denaro, cibo da mangiare, legna per scaldarci e vestiti per coprirci. Ma se dessimo per scontato che troveremo comunque, sempre, delle persone disposte ad aiutarci e a darci cibo e vestiti anche senza denaro? Che bisogno avremmo di accumulare denaro?

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Mar 24 2013

COME GLI SPIN DOCTOR MANIPOLANO I GIORNALISTI USANDO IL “FRAME” – MARCELLO FOA

Category: Media e informazionegiorgio @ 16:57

 

Di  Marcello Foa

 

Sono Marcello Foa e sono un giornalista di scuola montanelliana. Oggi dirigo il gruppo editoriale del Corriere il Ticino, in Svizzera, insegno anche giornalismo e comunicazione sia all’USI di Lugano sia in Cattolica e ho incentrato le mie ricerche e la mia analisi, anche quotidiana, sul modo in cui i governi e le istituzioni riescono ad orientare i media, spesso all’insaputa sia dei giornalisti e sia dell’opinione pubblica. Sulla base di queste analisi, mi sono accorto di un’anomalia molto frequente, ovvero che i giornali e i media in generale ripetono tutti gli stessi errori, hanno la stessa visione della realtà, dei fatti. Senza mai differenziarsi, indipendentemente dal loro colore politico. Quando scoppia una grande crisi, quando c’è un grande evento, voi prendete il Corriere, il Giornale, la Repubblica, ma anche grandi giornali stranieri come la Neue Zürcher Zeitung, la Frankfurter Allgemeine, il New York Times, il Times, eccetera, e vi accorgerete come i fatti che vengono riportati siano quasi sempre gli stessi. Allora a metà degli anni 2000 mi sono chiesto: ma com’è possibile che i giornalisti, in democrazia, si comportino sempre tutti allo stesso modo? E ho trovato la risposta in una parola che negli ultimi tempi è diventata di moda, ma che fino a poco tempo fa non lo era affatto, ovvero negli spin doctor.

 

GLI SPIN DOCTOR

 

Gli spin doctor cosa sono, per la maggior parte del pubblico? Sono coloro che organizzano le campagne elettorali, e questo è tecnicamente giusto. Però c’è un passaggio che sfugge a quasi tutti i giornalisti e che è fondamentale: quando la campagna elettorale finisce, lo spin doctor in democrazia dovrebbe riconsegnare le chiavi dell’ufficio elettorale al suo leader e dirgli “ci vediamo tra quattro o cinque anni”. Questo non accade. Invece, lo spin doctor cosa fa? Entra nel palazzo con il politico. E questa è una sottigliezza. La maggior parte del pubblico dice “va beh, cosa cambia?”. Cambia tantissimo perché lo spin doctor è di fatto un manipolatore, colui che deve in una certa misura convincere l’elettore e il pubblico a votare per un candidato dandogli in pasto quel che il pubblico vuole sentirsi dire. Quando sei al governo però tu devi avere un approccio e un rispetto della verità istituzionale – la credibilità delle istituzioni di cui tanti si riempiono le bocche, spesso a sproposito – che lo spin doctor non rispetta. Lo spin doctor adotta dentro le istituzioni le stesse logiche della campagna elettorale. Ovvero è parziale, tende a manipolare, non rispetta l’oggettività dell’informazione e questo ha degli effetti devastanti, soprattutto se si considera un elemento che ancora una volta sfugge, quasi sempre, alla coscienza pubblica e anche dei giornalisti.

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Mar 24 2013

PERCHÉ L’ETICA FRANCESCANA PREMIA IL MERCATO

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Vita francescana.   Chiostro Chiesa di San Bernardino, Verona

 

Per la prima volta nella storia della Chiesa, un Papa ha scelto come nome pontificale quello di Francesco, in onore del santo di Assisi che scelse di spogliarsi dei suoi beni per condurre un’esistenza votata alla povertà.

Ma la figura di San Francesco, la sua concezione di vita e lo sviluppo della riflessione teologica francescana sono qualcosa di diverso e assai più complesso di quel che ci viene presentato da una pubblicistica spesso preconcetta e superficiale.  Francesco era figlio di mercanti e il pensiero francescano si sviluppò in territori di fiorenti commerci, come la Toscana medievale, grazie agli apporti di Bernardino da Siena e Antonino da Firenze, e la Linguadoca, regione del sud della Francia che aveva in Montpellier una città-mercato importantissima e nella cittadina di Narbonne il luogo di nascita di Jean Pierre d’Olivi (1248-1298), il più profondo pensatore economico francescano, la cui analisi giunge a conclusioni opposte a quelle di un pauperismo banale e conformista.

La povertà è il punto di partenza della riflessione teologica francescana sul problema del prezzo delle merci stabilito in base a regole che lo rendano moralmente accettabile.

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Mar 23 2013

A VOLTE FA MALE ESSERE ITALIANI

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Il ministro Giulio Terzi di Sant’Agata davanti ai due marò

 

di Toni Capuozzo

23 marzo 2013,

Un Paese non vive, e non muore, di solo spread. I due fucilieri di marina stanno viaggiando verso l’India. Il balletto del governo italiano ha messo insieme cedimenti, tradimenti della parola data, sussulti di orgoglio tardivo e ancora cedimenti. Non fosse una vicenda drammatica, si direbbe che siamo su Scherzi a parte.

Ma hanno scherzato con la memoria di due pescatori uccisi – i due marò ancora …negli ultimi interrogatori hanno ribadito la propria innocenza: hanno sparato in acqua e contro un’imbarcazione che non era il St Anthony – e con la vita, la dignità e l’equilibrio di due servitori dello Stato.

E’ inutile chiedersi cosa abbiano da dire i tanti giustizialisti italiani davanti alle violazioni del diritto internazionale.

Chedersi cosa abbiano da dire i tanti che alzavano il sopracciglio a ogni sorriso di Sarkozy, a ogni battuta di socialdemocratico tedesco, a ogni sortita di Berlusconi, a ogni articolo di Economist: dov’è il prestigio dell’Italia, adesso, che rating assegnarci ?

Serve sorridere amaro dei tanti sorrisi di compatimento davanti all’ignoranza dei neoparlamentari, adesso che siamo davanti allo spettacolo dell’incapacità di tecnici di lungo corso ?

Possiamo pensare allo stato d’animo di tanti connazionali in divisa, che stanno a Kabul o si preparano per il Mali : per quale Paese rischiano la vita ?

Siamo legittimati a preoccuparci per il fragilissimo governo che verrà, quando constatiamo che abbiamo un governo in carica tremebondo e balbettante, che smentisce se stesso ?

Fa male pensare ai due marò, convinti con cinque ore di discussione a ripartire, inghiottendo per disciplina mesi e giorni di illusione, un obbedisco senza stima per chi ordina. Fa male pensare alle famiglie, a come macerano in silenzio i ringraziamenti di appena pochi giorni fa.

Fa male essere italiani, qualche volta.

 

Fonte: visto su Fisto AN-ANALISI DIFESA del 23 marzo 2013

Link: http://www.analisidifesa.it/2013/03/a-volte-fa-male-essere-italiani/

 

 

SENZA VERGOGNA

i due marò

I due marò

 

di Gianandrea Gaiani

Doveva ripristinare la credibilità internazionale dell’Italia e invece il governo Monti è riuscito, quasi a tempo scaduto, a far sembrare un atto eroico anche l’8 settembre.

Il voltafaccia con il quale i “tecnici” dell’esecutivo italiano hanno deciso di consegnare nuovamente Salvatore Girone e Massimiliano Latorre agli indiani passerà alla Storia come l’atto più ignobile compiuto dall’Italia nei confronti dei suoi militari. Patetici i tentativi di giustificare la decisione con nuove garanzie offerte dall’India (delle quali Nuova Delhi non ha fatto menzione) quando a indurre il governo a rimangiarsi la decisione di far restare in Patria i due fucilieri sono state evidentemente le minacce di ritorsioni economiche da parte dell’India, peraltro ampiamente prevedibili. Le “nuove garanzie”, come ha spiegato il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura, sono che ai marò in caso di condanna non sarà applicata la pena di morte e che potranno risiedere nell’ambasciata di Delhi con libertà di movimento. Condizioni che però esistevano già prima dell’11 marzo, quando la Farnesina notificò che i fucilieri non sarebbero rientrati a Delhi. E che fine ha fatto la pretesa di ottenere una sentenza circa la giurisdizione?

Con la supponenza che ha sempre contraddistinto i suoi rapporti con l’opinione pubblica, il governo Monti ci prende per fessi dal momento che l’accordo bilaterale ratificato nei mesi scorsi dai due parlamenti prevede già il rimpatrio degli indiani condannati in Italia e degli indiani condannati in Italia. Il governo ci informa che Girone e Latorre “hanno aderito” alla valutazione di riportarli a Nuova Delhi nonostante la Procura di Roma avesse iniziato l’indagine su quanto accaduto il 15 febbraio 2012: circostanza che giustificherebbe il fermo dei due militari da parte delle autorità giudiziarie italiane.

La madre di tutte le buffonate, che dimostra quale rispetto per gli italiani nutrano gli esponenti del governo tecnico, è rappresentata dal tentativo di De Mistura di “riscrivere” la decisione dell’11 marzo di negare il rientro in India ai due militari facendola apparire come un provvedimento temporaneo. Spavaldamente, sfidando il ridicolo, De Mistura ha detto che “la parola data da un italiano è sacra: noi avevamo solo sospeso” il rientro in India “in attesa che New Delhi garantisse alcune condizioni”.

La nota della Farnesina dell’11 marzo non parlava però di ”sospensione” ma comunicava che ”l’Italia ha informato il governo indiano che, stante la formale instaurazione di una controversia internazionale tra i due Stati, i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non faranno rientro in India alla scadenza del permesso loro concesso.” Per ricomporre la crisi l’India pretendeva la restituzione dei due fucilieri di Marina, come aveva ribadito ieri il ministro della Giustizia indiano, Ashwani Kumar. Il governo Monti ha obbedito ponendo l’Italia sotto la giurisdizione di Nuova Delhi.

Grazie al professore e al suo esecutivo ci rammaricavamo che l’Italia fosse ormai il 17° lander della Germania ma a quanto pare ci è andata anche peggio diventando il 29° Stato della Federazione Indiana.

 

Fonte: visto su AD-ANALISI DIFESA del 22 marzo 2013

Link: http://www.analisidifesa.it/2013/03/senza-vergogna/

 

 

 


Mar 23 2013

NON È MODERNA, NON È AMERICANA E NON FUNZIONA: LA MMT

Category: Economia e lavorogiorgio @ 00:42

MMT

 

Articolo di    Andrea Cavalleri

 

Grazie all’infaticabile lavoro divulgativo di Paolo Barnard, in Italia abbiamo conosciuto la Modern Money Theory, elaborata da un gruppo di economisti americani, fra cui il più rinomato è Warren Mosler. La nuova scuola dichiara di aver elaborato un metodo per assicurare il benessere finanziario della popolazione, gestendo una moneta sovrana.

Il tutto parte dall’osservazione che:

 

G – T = S – I

 

Spesa pubblica meno tasse (Bilancio pubblico) è uguale al risparmio meno gli investimenti

(Bilancio privato). Il che, secondo i fautori della MMT significa che più è ricco lo Stato e più sono poveri i cittadini e, viceversa, più lo Stato va in disavanzo e più i cittadini ne beneficiano.

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Mar 22 2013

IL NUMERO UNO DEGLI ESORCISTI: “MONTI (E NON SOLO) MASSONE”

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Padre Amonth con Massimo Emilio Gobbi

 

Padre Amorth: “Nel mondo comandano 7-8 persone. Hanno pestato i poveri e salvato i ricchi”. E sul nuovo pontefice: “Temo che faccia la fine di Papa Luciani”

 

Un giudizio senza appello sul capo dello Stato ormai a fine mandato e sul presidente del Consiglio in carica ancora per pochi giorni. Anzi, un anatema, considerato che a pronunciarlo è padre Gabriele Amorth, il più famoso esorcista del mondo, oltre 160.000 riti di liberazione compiuti su indemoniati.

Eccolo, trascritto alla lettera: «Chi comanda è chi ha i soldi. Il nostro mondo è gestito da 7-8 persone che hanno in mano i quattrini. Di Monti cosa vuole che dica? Non per niente è stato messo su da un massone! Perché Napolitano è massone. Non lo conosco personalmente (Monti, ndr), però per essere arrivato così, di colpo, al ruolo che ha… Solo con la potenza della massoneria poteva arrivarci».

È una videointervista che dura quasi due ore, raccolta l’11 marzo. Mi è stato concesso di visionarne un estratto di 24 minuti. Davanti alla telecamera l’anziano sacerdote della Società San Paolo denuncia come l’associazione segreta si sia infiltrata nel cuore stesso della Chiesa: «La massoneria ha i rami dappertutto. Anche in Vaticano, purtroppo. Esiste. Perché è basata sul denaro, sulla carriera. Si aiutano reciprocamente».

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Mar 21 2013

DISOCCUPATO SI IMPICCA CON L’ART. 1 DELLA COSTITUZIONE A FIANCO

MI TOLO DALLO STATO DI DISSUCUPAZIONE

TRAPANI.  Giuseppe Burgarella, 61 anni, operaio di Guarrato, frazione di Trapani, ha deciso di suicidarsi, impiccandosi in una trave, come gesto estremo di protesta contro la mancanza di lavoro.

Nel suo messaggio di addio, in un pezzo di carta dentro una copia della Costituzione Italiana, ha inserito l’elenco di tutti i morti per disoccupazione degli ultimi due anni, che aveva letto nelle cronache dei giornali.  L’ultimo nome in fondo alla lista è il suo.  A fianco, vergate di suo pugno, due frasi secche.

Se non lavoro non ho dignità. Adesso mi tolgo dallo stato di disoccupazione“.

 

In termini sociologici questo si chiama istigazione al suicidio.

 

Fonte: visto su Signoraggio.it del  21 marzo 2013

Link: http://www.signoraggio.it/index.php/archivio-news/316-raimondorizzowordpresscom-trapani-chocdisoccupato-si-impicca-con-lart-1-della-costituzione-a-fianco.html

 


Mar 21 2013

ADDIO PIETRO MENNEA, LA «FRECCIA DEL SUD»

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Pietro Mennea

Era ricoverato da tempo. L’ex velocista di Barletta detenne il primato sui 200 metri dal 1979 al 1996. Tra gli altri primati anche quelli dei 100 e della staffetta 4×200. Nella vita fu anche avvocato e politico.

ROMA. È morto stamattina in una clinica a Roma, all’età di 61 anni, Pietro Mennea, ex velocista azzurro, olimpionico e per anni primatista mondiale dei 200 metri. Mennea è stato primatista del mondo dei 200 metri dal 1979 al 1996. 
Oro olimpico nei 200 metri alle Olimpiadi di Mosca nel 1980 ed ex primatista del mondo con il tempo di 19″72 a Città del Messico nel 1979, un record che è durato fino ai Giochi di Atlanta del 1996 quando fu aggiornato da Michael Johnson.

Mennea, nato a Barletta il 28 giugno 1952, da tempo lottava contro una gravissima malattia. E’ stato uno dei simboli dello sport italiano: detiene i primati nei 100, 200 metri e nella staffetta 4×200. Al di fuori dello sport è stato un avvocato e politico.

Appresa la notizia della morte del campione Pietro Mennea, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è rientrato precipitosamente da Milano, dove si trovava per impegni di lavoro. Il numero 1 dello sport italiano ha disposto l’allestimento della camera ardente per oggi pomeriggio, nella sede del Coni, a Roma.

 

Fonte: visto su L’Arena di Verona del 21 marzo 2013

Link: http://www.larena.it/stories/dalla_home/486634_addio_a_pietro_menneala_freccia_del_sud/

 


Mar 21 2013

PANFILO BRITANNIA, 1992. VENDESI PATRIMONIO PUBBLICO (ALCUNI DATI): L’INIZIO DELLA FINE DELL’ITALIA…

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 00:18

britannia la festa

 

“Nel giugno del 1992 il panfilo dei reali inglesi, il Britannia, con a bordo il fior fiore della finanza occidentale, ospita una riunione al largo di Civitavecchia. L’allora direttore generale del tesoro, Mario Draghi, illustra a quel consesso il nuovo processo di privatizzazioni che da lì a poco partirà in Italia […] bisognava accelerare la vendita di un portafoglio gigantesco, allora racchiuso in IRI, ENI, INA e IMI.

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Mar 20 2013

UCCIDERE LA SPERANZA: LAURA BOLDRINI, ERITREA E LIBIA

Marzo 18, 2013

Il rovesciamento della Jamahiriya Libica e l’assassinio del suo leader non avevano nulla a che fare con i diritti umani e altra spazzatura ideologica. “Chi oggi cerca di far credere ciò, dovrebbe essere accusato di apologia di crimini di guerra e complicità dalla Corte penale internazionale, se questa vuole ancora avere un minimo di credibilità.”

Combattenti per la Libertà’ in Siria,

‘Combattenti per la Libertà’ in Siria, per i quali Laura Boldrini, come ha già fatto in occasione della distruzione della Libia, invoca il ‘supporto della Comunità Internazionale’ (ovvero, l’intervento armato della NATO contro lo Stato e il Popolo siriano)

 

Internazionale (ovvero, l’intervento armato della NATO contro lo Stato e il Popolo siriani)

 

Nell’estate del 2010, montò un’aspra campagna anti-libica, volta a sabotare gli accordi strategici tra Tripoli e Roma. In vista anche dell’assalto e della distruzione della Repubblica popolare socialista delle Masse (Jamahiriya) di Libia.  La campagna propagandistica, attuata dai mass media di sinistra: l’Unità, Repubblica-L’espresso, Rai3/TG-3, ecc. verteva su una storia diffusa da alcune ONG e dal CIR (Consiglio Italiani  dei Rifugiati) che, basandosi sulle oramai oggi famose e fumose ‘anonime voci locali’,  affermavano che il 30 giugno 2010, 247 ‘profughi’ eritrei e somali sarebbero stati “caricati a forza su tre container e, dopo un viaggio di 10 ore, portati a Saba (ma le stesse fonti poi parlano di  Misurata. NdR), nel mezzo del deserto del Sahara, come punizione per una rivolta e un tentativo di fuga dal centro di ‘detenzione’ di Misurata”.

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Mar 19 2013

BORGHEZIO: “LA BOLDRINI? FANCAZZISTA BUONISTA A SPESE DEI POVERI”

Category: Monolandia,Società e politicagiorgio @ 14:26

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“La Boldrini? E’ un tipico rappresentante del fancazzismo buonista internazionale che sproloquiava a destra e sinistra senza capire un accidente, né dell’immigrazione, né della situazione dei clandestini”.

Sono le parole di Mario Borghezio, intervistato da Giuseppe Cruciani a “La Zanzara”, su Radio24. L’europarlamentare del Carroccio col suo solito linguaggio ruspante stronca in toto il nuovo Presidente della Camera. “Organizzazioni come l’Onu” – afferma – “spendono il 70-80% dei fondi per mantenere questi funzionari fancazzisti inutili che fanno finta di interessarsi dei poveri del mondo e intanto soggiornano comodamente negli alberghi a cinque stelle, creandosi, come questa signora, i presupposti di una carriera politica a spese dei poveri“. E aggiunge: “La Boldrini parla degli immigrati usando la più trita demagogia terzomondista e buonista che neanche un vendoliano o un esponente di estrema sinistra ha mai utilizzato”. Borghezio è ormai incontrollabile e accusa: “A Lampedusa non faceva un cazzo, ma faceva continuamente propaganda, demagogia e lacrimucce sulla pelle dei veri poveracci senza andare a indagare le cause vere dell’immigrazione”. E non solo. Secondo Borghezio, che cita ad esempio positivo papa Francesco il quale “portava reale aiuto ai poveri neri”, il neopresidente della Camera “incentivava l’arrivo dei clandestini con la sua politica buonista: andate in Italia che c’è sempre qualche stronza di turno che ricatta i governi per farvi accogliere con il traffico degli esseri umani“. Borghezio concorda con l’opinione del deputato leghista Gianluca Pini (“La Boldrini pisciava in testa a Maroni un giorno sì e l’altro pure”) e rincara: “Ci facessero vedere i bilanci questi fancazzisti dell’Onu e della Fao. La Boldrini è come i trafficanti di esseri umani, ha una responsabilità morale gigantesca, non ha mai fatto un cazzo per contrastare il traffico”. E sottolinea: “Mentre i nostri militari si privavano dell’acqua per darla ai profughi questi stavano negli alberghi a cinque stelle”

 

Fonte: visto su il Fatto Quotidiano del 18 marzo 2013

Link: http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/03/18/borghezio-boldrini-fancazzista-a-spese-dei-poveri-stronza-propagandista/225245/

Link: http://www.radio24.ilsole24ore.com/programma/lazanzara/index.php


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