Set 13 2013

PUTIN A USA: NON SIETE PIÙ MODELLO DI DEMOCRAZIA

Category: Società e politica internazionalegiorgio @ 13:36

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In Siria “armi chimiche utilizzate da ribelli”. Cia li arma. Basta con gli slogan: “O con noi o contro di noi.  Assad accetta proposta russa. 

 

E’ un vero e proprio appello al popolo americano, ma questa volta non è il presidente Barack Obama a lanciarlo, ma il suo omologo russo Vladimir Putin, attraverso un editoriale firmato sul New York Times.

 

Intanto arriva la notizia sulla decisione del regime di Assad di acconsentire a cedere il controllo delle armi chimiche, accettando quindi la proposta russa e non a causa della minaccia di un intervento militare da parte degli Stati Uniti.

Lo dice lo stesso Assad, in una intervista alla televisione russa Rossia 24.

 

Un appello alla ragionevolezza, potrebbe essere definito. In questa nuova Guerra Fredda che si sta combattendo tra Usa e Russia, Putin risulta fino a questo momento il “vincitore” nello scacchiere diplomatico internazionale, dopo aver convinto la Siria a consegnare il suo arsenale di armi chimiche. Ma la situazione non è ancora ben definita, e Obama è chiaramente pronto a intervenire, nel caso in cui la diplomazia fallisse.

 

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Set 13 2013

APPELLO ALLA PRUDENZA LANCIATO DA PUTIN

Category: Società e politica internazionalegiorgio @ 13:13

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Eccezionale lezione di Putin sul New York Times! Non difendiamo Assad, difendiamo il diritto internazionale. Se l’America distrugge il diritto internazionale, i piccoli Paesi penseranno che per difendersi devono farsi la bomba… unica difesa in un mondo senza legge… Con chiusa religiosa: Dio ci ha creati eguali

 

MOSCA – I recenti avvenimenti che riguardano la Siria mi hanno spinto a parlare direttamente al popolo americano e ai loro leader politici . È importante farlo dato il momento di insufficiente comunicazione tra le nostre società.
I rapporti tra di noi sono passati attraverso varie fasi. Siamo stati avversari durante la guerra fredda. Ma anche alleati ed insieme abbiamo sconfitto i nazisti. È stata poi istituita ONU – le Nazioni Unite – per impedire al passato di ripetersi.

 

I fondatori delle Nazioni Unite capirono che le decisioni che riguardano guerra e pace devono avvenire solo con il consenso, e con il beneplacito degli Stati Uniti al diritto di veto dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, come sancito nella Carta delle Nazioni Unite. La profonda saggezza di questa Carta ha sostenuto la stabilità delle relazioni internazionali per decenni.
Nessuno si augura che le Nazioni Unite subiscano il destino della Società delle Nazioni, crollata perché mancava di un vero impulso. Ma questo può accadere, nel caso in cui i Paesi influenti del Consiglio scavalchino le Nazioni Unite ed intraprendano un’azione militare senza l’autorizzazione del Consiglio di Sicurezza.

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Set 13 2013

CONGO RDC: LA “GUERRA DIMENTICATA” CONTINUA E PUÒ ALLARGARSI…

Category: Società e politica internazionalegiorgio @ 07:25

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Il ministro Kyenge, la nostra ministra congolese dell’integrazione.

 

2 settembre 2013   NOTIZIE DAL MONDO EVANGELICO

 

Ritorniamo sulla situazione del nord Kivu attraverso la testimonianza di Pietro Gavioli che alla fine del maggio scorso aveva delineato una realtà difficilissima segnata dalla violenza dei gruppi para militari. In luglio e agosto la regione è ancora squassata da gravi episodi a cui il contingente ONU non riesce a fare fronte. Rimangono segni di speranza nella presenza di ONG e di missioni ma pure nella forza di un popolo che non vuole darsi per vinto.  Il rapporto di Human Rights Watch, pubblicato il 22 luglio 2013 parla soprattutto degli atti criminali dei ribelli dell’M23: da marzo 2013 hanno ucciso con esecuzione sommaria almeno 44 persone, hanno stuprato almeno 61 donne e ragazze (il loro numero è probabilmente molto più alto, dice il rapporto di HRW, ma molte vittime preferiscono non parlarne), hanno continuato a reclutare in maniera forzata uomini e ragazzi anche minorenni, hanno praticato varie forme di tortura (soprattutto bastonate che qualche volta hanno provocato la morte delle vittime).

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Set 13 2013

TITO TACCHELLA DAI JEANS AD UN CONGO MIGLIORE

Category: Mondo,Verona cultura varia,Verona lavoragiorgio @ 07:24

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Il fondatore della Carrera e il suo impegno per un pezzo di Africa

 

 

«Se ti mettono un aratro in mano cosa fai… VUOI non  lavorare?».

Risponde con la spontaneità di chi  è abituato a rimboccarsi le maniche e a darsi da fare, senza perdersi in eccessive chiacchiere Tito Tacchella.

 

La curiosità, comunque, rimane. È quella di sapere che cosa può spingere un imprenditore di successo, fondatore del marchio di abbigliamento Carrera Jeans, a dedicarsi al volontariato in Africa. «Ha cercato una terra ancor più grande nella quale andare», dice, scherzando, il figlio Gianluca al quale l’intraprendente padre, oggi  “tecnicamente” in pensione seppure non disdegni di trascorrere qualche ora della giornata in ufficio nella sede di Caldierino, ha lasciato ormai le redini di amministratore delegato dell’ azienda creata nel 1965 in Valpantena assieme ai fratelli Imerio e Domenico.

 

Intraprendenza “made in Verona”

 

La terra rossa è invece quella della Repubblica democratica del Congo, precisamente della città di Kinshasa, nella quale l’imprenditore classe 1941, peraltro grande appassionato di ciclismo, ha trasferito un esempio dell’intraprendenza “made in Verona“.

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