Set 26 2013

DALLA DISINFORMAZIONE ALLA PROSTITUZIONE ISLAMICA (PASSANDO PER LE STRAGI)

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(nella foto, jihadisti)

 

 

Siria, giugno 2013 – L’ultima novità, sul fronte siriano, è la jihad sessuale. Si reclutano donne maggiori di 14 anni per consentire ai “ribelli” rapporti sessuali. Una fatwa consente di contrarre un matrimonio della durata di un’ora, cui segue il ripudio, un altro matrimonio regolare e così di seguito…

Nicola Quatrano

 

La rubrica “crisi siriana” del sito www.ossin.org  raccoglie oramai un bel numero di articoli che punteggiano, mede dopo mese, gli sviluppi della guerra civile in Siria da quasi due anni. Scorrendoli, si resta impressionati dallo sforzo di manipolazione posto in essere dai principali media, la cui unica fonte di informazione in tutto questo tempo è stata, non a caso, il fantomatico Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (OSDH), vera e propria officina di disinformazione legata ai servizi inglesi e impersonantesi nel solo Rami Abdel Rahmane, un esiliato siriano in Inghilterra che trasmette le informazioni (manipolate) che tutti i media mainstream dell’occidente divulgheranno, dal piccolo esercizio commerciale che gestisce con la moglie

 

500.000 manifestanti in una città di 370.000 abitanti

 

Così è potuto accadere che, agli inizi della crisi, Pierre Piccinin, l’unico osservatore straniero quel giorno presente ad Hama, abbia dovuto seccamente smentire l’Agenzia France Press. In quella storica (secondo l’AFP) giornata del 15 luglio 2011, un milione di persone (sempre secondo l’AFP) manifestarono in tutta la Siria contro il regime di Bachar el Assad, 500.000 solo nella città di Hama. Peccato che Piccinin, che era presente (a differenza dei corrispondenti dell’AFP) abbia testimoniato che non erano più di 10.000 e che, comunque, sarebbe stato impossibile che fossero 500.000 in una città che conta non più di 370.000 abitanti in tutto.

 

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Set 26 2013

AL QAEDA IN SIRIA

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Quando massacravamo  civili in Iraq,  eravamo terroristi, ora che lo facciamo in Siria, siamo patrioti


Set 26 2013

EMERGE IL VERO RUOLO DELLE “ORGANIZZAZIONI UMANITARIE” PILOTATE DAGLI USA

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di Luciano Lago

 

Un nostro corrispondente dal Medio Oriente ci ha trasmesso questa foto che ritrae uno dei leaders della rete terroristica di ISIS, affiliata ad al Quaeda, in Siria mentre utilizzano una tenda fornita da USAID, l’agenzia che si occuperebbe  di “sviluppo internazionale” ma che è stata denunciata innumerevoli volte in America Latina come agenzia di spionaggio USA che, dietro apparenti attività “umanitarie”, in realtà si occupa di intervento politico nei paesi del terzo mondo.

 

Il comandante Muhayirin Kavkaz wa Sham , nella foto, risulta il capo di questa formazione terroristica che proviene dall’Irak ed è una filiale di al Quaeda, attiva nella guerra scatenata dagli USA ed Arabia Saudita contro la Siria. La foto conferma quanto affermato da numerosi analisti che gli aiuti e le forniture militari fornite dagli USA ai ribelli arrivano direttamente nelle mani dei terroristi dei gruppi affiliati ad al Quaeda.

 

Fra l’altro questa organizzazione ultimamente ha proclamato una “campagna di pulizia” dal male contro i gruppi dell’opposizione che risultano troppo filo occidentali.

 

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Set 26 2013

IGNOBILE OCCIDENTE: USARE I BAMBINI PER UCCIDERE INNOCENTI

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I bambini, sempre loro: finirà mai la ignobile speculazione sui bambini, vittime di guerra, per giustificare nuove guerre? Indimenticabile, nel 1999, la frase dell’allora ministro della difesa, Piero Fassino: «Solo chi non ha guardato negli occhi un bambino kosovaro è contrario all’intervento militare». E l’Italia intervenne, sulla base di una potente campagna di disinformazione anche diplomatica e politica. E fu la guerra del Kosovo, o l’ultima guerra dei Balcani, dove la più grande coalizione militare mai vista nella storia (19 Stati) si scatenò contro quel che rimaneva della Repubblica Federale di Jugoslavia, che nella propaganda veniva chiamata (un po’ sprezzantemente) “la Serbia”, colpevole di essere l’ultimo Stato che orgogliosamente si dichiarava socialista nel cuore d’Europa; uno Stato grande come un paio di regioni italiane. Da allora, ricorda Angelo d’Orsi,  il copione della giustizia sommaria è stato ripetuto in modo spietato, anche sfruttando l’emozione dell’opinione pubblica, cui viene offerto lo spaventoso “trofeo” dei bambini uccisi.

 

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Set 26 2013

L’INDUSTRIA DELLA MENZOGNA QUALE PARTE INTEGRANTE DELLA MACCHINA DI GUERRA DELL’IMPERIALISMO


Domenico Losurdo

 

(nella foto, Domenico Losurdo)

 

Il blog di  http://domenicolosurdo.blogspot.it ,  4 settembre 2013

 

Nella storia dell’industria della menzogna quale parte integrante dell’apparato industriale-militare dell’imperialismo il 1989 è un anno di svolta. Nicolae Ceausescu è ancora al potere in Romania. Come rovesciarlo? I mass media occidentali diffondono in modo massiccio tra la popolazione romena le informazioni e le immagini del «genocidio» consumato a Timisoara dalla polizia per l’appunto di Ceausescu.

 


1. I cadaveri mutilati

 

Cos’era avvenuto in realtà? Avvalendosi dell’analisi di Debord relativa alla «società dello spettacolo», un illustre filosofo italiano (Giorgio Agamben) ha sintetizzato in modo magistrale la vicenda di cui qui si tratta:

«Per la prima volta nella storia dell’umanità, dei cadaveri appena sepolti o allineati sui tavoli delle morgues [degli obitori] sono stati dissepolti in fretta e torturati per simulare davanti alle telecamere il genocidio che doveva legittimare il nuovo regime. Ciò che tutto il mondo vedeva in diretta come la verità vera sugli schermi televisivi, era l’assoluta non-verità; e, benché la falsificazione fosse a tratti evidente, essa era tuttavia autentificata come vera dal sistema mondiale dei media, perché fosse chiaro che il vero non era ormai che un momento del movimento necessario del falso. Così verità e falsità diventavano indiscernibili e lo spettacolo si legittimava unicamente mediante lo spettacolo.

Timisoara è, in questo senso, l’Auschwitz della società dello spettacolo: e come è stato detto che, dopo Auschwitz, è impossibile scrivere e pensare come prima, così, dopo Timisoara, non sarà più possibile guardare uno schermo televisivo nello stesso modo» (Agamben 1996, p. 67).

 

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