Miliardi di parole, di conflitti, di polemiche, di lotte furiose, di diatribe pluridecennali, e tutto ciò solo perché nessuno degli interlocutori, delle controparti, può ricorrere, quando ve ne siano gli estremi, alla giustizia.
Pensate che bello: il Comune non fa quel che deve e tu ricorri a un giudice che in una settimana lo condanna ad eseguire. Il comune, pur condannato, non esegue, e tu in pochi giorni lo costringi a farlo giudiziariamente.
Ebbene, qualcuno pensa che, se la giustizia funzionasse così, la burocrazia si comporterebbe come si comporta?
Né questo è casuale, ma è invece deliberato, perché – siccome quasi tutte le anomalie di cui siamo vittime non sono semplicemente immorali, bensì illegali – bisogna allora che la giustizia non funzioni, oppure non sarebbero possibili.
Né, inoltre, è possibile intervenire e risolvere gli infiniti problemi, che sono spesso di grande complessità, se non mediante il ricorso alla giustizia.
Un ricorso alla giustizia che però non sarebbe più necessario sol che la giustizia funzionasse, perché nessuno, ente pubblico o privato cittadino che fosse, sarebbe così insensato da avere comportamenti per i quali la settimana dopo prenderebbe una condanna.
L’illiceità, insomma, pubblica o privata che sia, dipende unicamente dalla lentezza della giustizia, perché il fatto che per giungere ad una sentenza ci vogliano anni, causa, non solo che la gente abdichi alla stragrande maggioranza dei diritti, ma anche che le cause intraprese si perdano nel nulla, o comunque che le sentenze arrivino quando le situazioni sono mutate, sicché molte volte non hanno più significato, o hanno un significato minore o diverso.
Bisogna in pratica aumentare i magistrati da 10.000 a 150.000, istituire una magistratura parallela, fatta di 200 non magistrati, e anzi di gente che duri in carica pochissimo e abbia interessi diversi dai loro, che li giudichino (altrimenti i magistrati diverrebbero una casta mostruosa), quindi bisognerebbe meccanizzare il più possibile la giustizia, introdurre alcune norme fondamentali, quali quella per l’assegnazione dei giudizi (per evitare che le cause vengano decise a priori mediante strategie dei assegnazione a questo piuttosto che a quell’altro giudice), e la civiltà sarebbe servita alla società su un vassoio d’oro.
Ma tant’è, sono riusciti (miracoli dell’informazione pilotata) a fare in modo che una cosa così semplice sfugga a tutti.
Nessuno cioè capisce che nulla può funzionare senza il controllo giudiziario e che, se siamo travolti dagli abusi e dalle violazioni, è unicamente perché questo controllo appunto non esiste..
25.9.2013
Alfonso Luigi Marra
Fonte: visto su SIGNORAGGIO del 25 settembre 2013