Ott 04 2013
Uno Stato che lascia soli i disoccupati, gli ultimi, quelli che non ce la fanno, è uno Stato criminale.
Ott 04 2013
L’ITALIA È DESTINATA A PERDERE LO STIVALE. PAROLA DI KURT LAMBECK
Potrebbe accadere prima di ventimila anni. L’Italia perderà la sua forma classica. Il mare invaderà le terre del Nord mentre al Sud sarà proprio la crosta terrestre a emergere sulle acque. Lo sostiene, come riporta Articolotre.com il geologo Kurt Lambeck.
Le terre emerse continuano a cambiare forma di continuo. Non è un caso che in ere geologiche fa, i continenti erano tutti riuniti in un unico territorio. E’ stata la deriva dei continenti, insieme alle placche tettoniche che hanno cambiato la situazione. Lasciando che la forma attuale della crosta terrestre prendesse vita. E’ questo il motivo per cui tra milioni di anni si potrebbe non riconoscere la forma della crosta terrestre. L’attuale geografia potrebbe essere totalmente rivoluzionata.
Cosa avverrà all’Italia? Potrebbe perdere quella forma caratteristica che la rende simile a uno stivale. Il nome che spesso si usa per riconoscere proprio il Belpaese.
Ad ammetterlo è il geologo Kurt Lambeck che ha evidenziato come le maree e i movimento tettonici porteranno la linea di costa a modificarsi. E l’Italia a essere stravolta nella sua geografia. E così avviene che nel nord le acque conquisteranno territorio mentre al Sud sarà la terra ad avere la meglio sul mare. Non è un caso che diverse costruzioni di epoca romana, legate alla pesca, siano ora sott’acqua. Non è neanche un caso che ventimila anni fa la Calabria e la Sicilia erano collegate da un ponte di terra. Lo stesso che politicanti e imprenditori cercano di costruire dagli anni 60.
Lo scienziato invita però a non allarmarsi. I tempi in cui avverrà sono lunghi. E’ comunque assolutamente importante avere idea di quello che avviene intorno a noi. Anche i cambiamenti della crosta terrestre.
Fonte: http://www.infiltrato.it dek 22 settembre 2013
Link: http://www.infiltrato.it/ambiente/l-italia-e-destinata-a-perdere-lo-stivale–parola-di-kurt-lambeck
Ott 04 2013
LA MARCIA DEL “GAMBERO VERDE”: DAL PO A “FORZA ALTO ADIGE” CON LA BIANCOFIORE
di GILBERTO ONETO
Nei giorni in cui la Catalogna festeggia la sua giornata nazionale, la Diada, con una straordinaria catena umana per richiedere l’autodeterminazione, i relitti di quello che è stato il più grande partito indipendentista d’Europa si dedicano ad alcune audaci imprese autonomiste. Bossi annuncia la sua candidatura alla Segreteria federale, giusto per portare una ventata di novità e di pulizia. Il suo quasi dimissionario successore, già ammaliato dai fasti dell’Expò, impegna tutto il suo ardore combattivo in un’altra gloriosa tenzone secessionista: portare le Olimpiadi a Milano. Il sindaco monocolore leghista di Arona gorgheggia tronfio l’Inno di Mameli. Infine (ma solo provvisoriamente) a Bolzano viene presentato il simbolo congiunto “Forza Alto Adige-Lega Nord- Team Autonomie” per le prossime elezioni provinciali. La capolista sarà la consigliera leghista Elena Artioli, fondatrice del geniale e rivoluzionario Team Autonomie.
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Ott 04 2013
LO CHIAMANO RAZZISMO – MA QUALE INTEGRAZIONE CI PUÒ ESSERE CON 2-3 ALUNNI ITALIANI IN UNA CLASSE DOVE CE NE SONO 25 O 30 EXTRACOMUNITARI?
Integrazione
In nome di questa parola alata, Integrazione, si tende, a volte, a minimizzare, magari adombrando l’accusa di razzismo, laddove, invece, ci sono smarrimento e sofferta paura di perdere un pezzo della propria identità…
Isabella Bossi Fedrigotti per il “Corriere della Sera“
Il problema, lo si è visto, comincia nelle scuole materne e dell’infanzia dove le graduatorie danno la priorità alle famiglie con reddito basso.
È questo il motivo per cui i bambini italiani molto spesso sono – schiacciata – minoranza, a volte uno solo in classe in mezzo ai piccoli stranieri, a volte nessuno perché i posti sono tutti quanti occupati da chi ha la precedenza. Continua alle elementari dove non ci sono graduatorie però ci sono i numeri, nel senso che, essendo il tasso di natalità più elevato tra gli stranieri, un po’ dappertutto nel Paese ormai ci sono classi con netta predominanza di immigrati e uno, due, tre alunni italiani soltanto. E anche nelle scuole medie il problema comincia a essere all’ordine del giorno.