Ezio Zernar
Zernar era accusato di aver manipolato un lamierino. Lui non si arrende:
«NON VOGLIO PAGARE PER QUALCOSA CHE NON HO FATTO»
VENEZIA – La Corte d’Appello di Venezia dopo sette ore di camera di consiglio ha confermato la condanna (pena sospesa) a due anni per Ezio Zernar, il superpoliziotto esperto in balistica presunto manipolatore di un reperto riconducibile a Unabomber. Zernar, secondo la tesi sostenuta dall’accusa, avrebbe tagliato ad arte una parte infinitesimale di un lamierino in ottone – era stata definita la prova regina – trovato in un ordigno inesploso per “incastrare” come bombarolo del Nordest l’ingegnere di Azzano Decimo (Pordenone) Elvo Zornitta, poi uscito del tutto dalla vicenda.
In Appello i giudici sono stati chiamati a riesaminare il caso – già passato in Corte ma con altri giudici – dopo che la Cassazione aveva accolto le tesi del legale di Zernar, Emanuele Fragasso, secondo cui non erano stati tenuti in debita considerazione alcuni elementi emersi in una serie di perizie basandosi esclusivamente su quella del giudice di primo grado di giudizio.
La sentenza di oggi conferma quella del precedente Appello ma riduce della metà, da 200mila a 100mila euro, la multa per il danno subito dalla parte civile, Zornitta, sostenuto dall’avvocato Maurizio Paniz.
Stamane, in occasione delle repliche, in aula erano presenti entrambi, Zernar e Zornitta, con il secondo che invece non si è presentato alla lettura della sentenza. «Non mi illudevo di nulla – ha detto Zernar dopo la lettura della sentenza – aspetto di leggere le motivazioni e poi presenteremo nuovamente ricorso in Cassazione». Zernar, che potrebbe attendere che il reato vada in prescrizione tra un anno, ha aggiunto che non vuole «arrendersi» per «una questione di principio: non voglio pagare per una cosa che non ho fatto e che è dimostrato da perizie che evidentemente continuano a rimanere inutilizzate».
Da parte sua, Paniz ha accolto con favore la decisione dei giudici perché «per noi era importante la conferma della sentenza» ha detto. «Degli aspetti economici – ha aggiunto – non ci interessa nulla, anche perché Zornitta non vedrà mai un euro da Zernar visto che si è spogliato di ogni avere compreso il quinto dello stipendio». «Si conferma invece – ha sottolineato Paniz – che è stato commesso un atto grave di deviazione da parte di un uomo dello Stato. Confido che un fatto così grave resti isolatissimo a tutela delle forze dell’ordine e della loro immagine».
Martedì 4 Giugno 2013
Fonte. visto su Il Gazettino del 4 giugno 2013-10-21