Lo sfoggio di moralità odierno: nel campo etico privato oggi, se uno è considerato progressista, può fare i cavoli suoi, predicando bene (soprattutto la moralità) e razzolando male senza che nessuno dica niente, purchè, naturalmente sia dichiaratamente “de sinistra”. Nel campo pubblico si trinciano regole di presunta moralità senza fare distinguo. Stabiliamo anzitutto un principio, facilmente dimostrabile: se c’è una delle nazioni, sulla faccia della terra nella quale si dovrebbe fare silenzio sulla moralità e non predicarla in termini sia privati che pubblici, è proprio l’Italia. E anche smettere di vantarsi di primati inesistenti.
E’ inutile, oltreché abbondantemente ridicolo, che da giudici e maitre a penser si scaglino fulmini quando l’Italia occupa ben il 72esimo posto nella classifica di “moralità” nel settore pubblico. La notissima TRANSPARENCY INTERNATIONAL pubblica infatti annualmente una classifica in testa alla quale stanno le nazioni con l’indice più alto di CORRUZIONE. Davanti all’Italia stanno:
15° posto Barbados
22° posto Bahamas e Santa Lucia
41° posto Repubblica Dominicana
50° posto Rwanda
58° posto Namibia
Ossia tutte quelle nazioni bollate da politici, stampa e altri mezzi di comunicazione italiani, come corrotti paradisi fiscali, con toni accesi in stile indignados. Precedenti statistiche internazionali, qui a suo tempo pubblicate, hanno dimostrato che per cultura, idee nuove (ma valide), capacità innovativa, e considerazione internazionale, occupiamo gli ultimi posti su scala mondiale. E allora perché continuiamo a salire sul pulpito per predicare agli altri quello che dovrebbero fare?
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