Siccome anche dalle parti del Pd – al netto di amazzoni tirolesi e pitonesse – non è che brillino per intelligenza, hanno deciso di fare il gioco di Silvio Berlusconi. La gazzarra penosa in Senato di queste ore sta certificando ciò che il Cav va dicendo da vent’anni: è in atto una persecuzione. Vero o no, rimaniamo ai fatti: la Giunta per il regolamento di Palazzo Madama sta valutando se deliberare la votazione palese sulla decadenza di Silvio Berlusconi. Tradotto, sta studiando e varando una norma contra personam. Un cambiamento fatto esclusivamente contro l’odiato nemico. Una specie di lodo concordato dai piddini famelici e dai circensi pentastellati. Con tanto di indecisi in mezzo e di italotedeschi che perdono l’aereo a poche ore dal voto.
Neanche il voto sulla decapitazione di Luigi XVI, nel 1792, avvenne a scrutinio palese. Dopo le dichiarazioni di voto, infatti, si passò a uno “scrutinio di controllo”. Qui, invece, immersi nel mefitico clima da piazzale Loreto perenne, da resa dei conti finale, ecco che si passa la cera sulla lama della ghigliottina. Si vuole lo spettacolo pubblico, il sangue che eccita, che dà quella scarica di adrenalina che anche i vecchi politicanti del Senato come Zanda riescono a sentire. Non si accorgono che l’esecuzione pubblica fatta rompendo le regole creerà un martire pronto per la salita all’onore degli altari, alla canonizzazione. Pronto per fare incetta di voti, per recuperare quei margini di manovra che ora neppure all’orizzonte si vedono. Contenti loro, contenti tutti. Non sarebbe altro che l’ennesimo capolavoro di limitatezza politica. Ma a questo sono ben abituati, la storia parla.
Fonte: visto su DAW del 30 ottobre 2013