17 novembre 2013 – Doveva essere il simbolo della buona politica in grado di riconciliare l’opinione pubblica con le istituzioni, l’emblema tangibile di quella “Italia migliore” tanto cara a Nichi Vendola, che l’ha voluta in Parlamento. A sette mesi dal suo insediamento al vertice di Montecitorio, però, Laura Boldrini continua a vivere un rapporto difficile col mondo dell’informazione.
Non è un attacco soft quello scelto da Antonio Monti, giornalista de L’Espresso, per raccontare il “buffet” organizzato pochi giorni fa da Laura Boldrini a Montecitorio. Invitati: la stampa in generale. Obiettivo (teorico, stando al tono dell’articolo): come aiutare il lavoro giornalistico a raccontare meglio la vita del Palazzo in tempi di antipolitica.
Obiettivo (reale): “Come rilanciare l’immagine di una presidenza che, malgrado tutti gli sforzi, sembra non scaldare i cuori”.
Appuntamento convocato all’ora di pranzo fra vassoi di fritti, risotto gamberetti e asparagi ancora fumante e una delicatissima parmigiana di melanzane
“Quasi ogni fine settimana la Boldrini gira l’Italia per incontrare i cittadini e far sentire la presenza delle istituzioni. Eppure, salvo qualche veloce immagine alla tv, i cronisti non ci sono quasi mai. Risultato: gli italiani non sanno quanto la terza carica dello Stato si sta prodigando”.
Ma qual è il motivo della poca presenza dei giornalisti alle iniziative ufficiali della presidenza della Camera? A spiegarlo sono stati gli stessi giornalisti: “La Boldrini, in ossequio allo stile di sobrietà che ha voluto imprimere alla sua presidenza, rifiuta di ricorrere ai voli di Stato e utilizza esclusivamente quelli di linea. Una scelta che però ha ricadute sul piano comunicativo: se i suoi predecessori, sia alla Camera che al Senato, spesso e volentieri davano un passaggio ai giornalisti sugli “aerei blu”, adesso le redazioni devono pagare di tasca propria. E dovendo scegliere, in tempi di crisi dell’editoria, molti preferiscono rinunciare alla spesa”.
Fonte: visto su Imola Oggi del 17 novembre 2013