“Preoccupati più della tua coscienza che della reputazione. Perché la tua coscienza è quello che tu sei, la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te. E quello che gli altri pensano di te è problema loro.”
Charlie Chaplin
“Preoccupati più del tuo carattere che della tua reputazione. Perché il carattere è ciò che tu sei, la reputazione ciò che gli altri pensano tu sia.”
John Wooden
Nell’era del Social e del Word of Mouth queste storiche e moralissime affermazioni rischiano di diventare decisamente controproducenti. Spesso le aziende danno per scontato che i loro valori, i loro prodotti e i loro servizi vengano recepiti correttamente all’esterno. La percezione che i clienti hanno dell’azienda non sempre corrisponde con quanto essa tenta di comunicare. A volte perchè nel processo di comunicazione, ovvero codifica, trasmissione e decodifica del messaggio, si commette qualche errore di valutazione. Altre volte il piano strategico di comunicazione è completamente assente e si fanno delle scelte in contrasto con la mission e i valori annunciati.
In un mondo in cui tutti viene scritto, filmato, fotografato, condiviso, postato e diffuso è rischiosissimo affidarsi alle massime citate sopra. Niente viene perdonato. In media comunichiamo a 3 persone qualcosa di bello che ci è successo e a 11 persone le cose negative. Il rapporto è decisamente sbilanciato ed esprime correttamente quanta attenzione ci deve essere per evitare danni alla Brand Reputation.
Gestire la Reputazione on line è per questo motivo di particolare importanza. Perchè questo sia possibile è essenziale mettersi in una posizione di ascolto: sviluppare quindi engagement in base a ciò che abbiamo ascoltato e rielaborato.
Fonte: da Parole di Pollon