ALTARE DI S. FRANCESCO O DELLA TORRE. Con pala di Giambattista Bellotti (prima metà XVIII sec.) raffigurante la Vergine col Bambino e S. Francesco. Sotto la mensa, le reliquie dell’eremita S. Gualfardo morto a Verona nel 1127; CHIESA DI SAN FERMO, VERONA
EPPOCA II – CAPO XVIII
SOMMARIO. – Chiese in città e nel territorio – Parrocchie in città e nel territorio: le « Plebes » – Attribuzioni dei «Plebani » – Vita comune – Monastero di S. Zeno – S. Maria in «organo » – Ss. Nazaro e Celso – Ss. Fermo e Rustico – S. Giorgio in Braida – SS. Trinità – Monastero della Vangadizza – Ospedali – S. Gualfardo.
Nonostante le turbolenze religiose e politiche di questi tre secoli, abbiamo prove sufficienti a dimostrare che nei medesimi secoli era ben radicata e vigorosa la vita cristiana in Verona e nel suo territorio.
Frutto di questa vita sono le molteplici chiese erette in quest’epoca. Della città, a quanto riferisce lo Stato personale, oltre le quarantotto chiese già esistenti verso la metà del secolo X, altre diciotto furono erette dalla metà del secolo X fin verso la fine del secolo XII.
La « ecclesia sancti Benedicti» è nominata in un diploma (non del tutto certo) di Corrado II l’anno 1036; così pure in un breve di Gregorio VII dell’anno 1078, ed in altro di Callisto II dell’anno 1124: pare che fosse officiata da monaci benedettini (1). Anche la chiesa di S. Matteo risale al secolo XI, essendo nominata in un atto di donazione fatta il 30 ottobre 1105 da Gisla col suo figlio Magnifredo a favore del monastero di S. Maria Pomposa (2). Alla stessa epoca appartiene la chiesa di S. Cecilia, che con breve di Callisto II dato l’anno 1122 fu confermata ai canonici della cattedrale. Anche la chiesa dei SS. Simone e Taddeo, che era nel vicolo dietro la chiesa di Giovanni in foro, si trova nominata in un documento del 6 aprile 1141(3). E così potremmo enumerare parecchie altre, oltre quelle già esistenti all’epoca del Ritmo pipiniano.