Mar 25 2014

ISTITUZIONI RELIGIOSE (a)

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 00:27

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Interno della Chiesa di S. Giorgio in  Braida, consacrata il 27 aprile del 1536 dal vescovo Giberti. 

 

 

VOLUME  II –  EPOCA  IV – CAPO IV

 

SOMMARIO. – Confraternita segreta del SS. Corpo di Cristo Chierici Regolari Teatini – Terziarie Francescane claustrali – Suore Domenicane a S. Domenico – Suore Benedettine al Corpus Domini Cappuccini – Barnabiti e Suore Angeliche – Funzioni delle Quarantore Scuole della Dottrina Cristiana. – Oratorio. – S. Giorgio in Braida ed altre chiese. – Conclusione.

 

Un’opera efficacissima di vita veramente cristiana fu istituita in Verona l’anno 1518, col titolo Confraternita segreta delSS. Corpo di Cristo.

Il frate Girolamo Auricalco degli Auricalchi dell’ordine dei Minori Osservanti, predicando in quest’anno la Quaresima nella nostra cattedrale, propose ai buoni veronesi di unirsi in una società, che avesse a suo scopo restaurare nei suoi membri la vita cristiana, mediante la devozione al SS. Sacramento. A lui si unì Francesco Baroni cappellano del monastero di S. Maria in Organo; e così formarono un primo gruppo di socii, che si radunarono il 10 maggio nella chiesa dei ss. Siro e Libera in numero di vent’otto, tutti di sesso maschile(1).  Ben presto la confraternita ottenne dagli Olivetani di S. Maria in Organo che le fosse ceduta quella chiesa dietro il tributo annuo di una libbra di cera lavorata; e la cessione fu poi confermata da Leone X con la bolla His quae data il 29 luglio 1521(2).

 

A rassodare la nuova istituzione giovò moltissimo l’opera di S. Gaetano Thiene.

Venuto a Verona l’anno 1519, appena conobbe la  prima struttura e lo scopo del sodalizio, si ascrisse tra i soci di esso il 10 luglio: «Ego Cajetanus de Thienis indignissimus Dei sacerdos in minimum fratrem huius sanctae societatis me scripsi die decima julii anno 1519». Dagli scrittori teatini S. Gaetano è detto confondatore di questa Confraternita; ed il nostro Libardi  lo chiama perfezionatore della medesima: «hanc sanctam confraternit,atem mirifice auxit, firmavit, perfecit et exornavit» (3): forse egli fu che più tardi dettò gli statuti approvati dal vescovo card. Agostino Valeria l’anno 1583.

 

A questa confraternita troviamo ascritti personaggi illustri.  Oltre i primi vent’ otto socii, vi si ascrissero parecchi dei nostri vescovi e non pochi di altre diocesi, il card. Daniele Dolfin patriarca di Aquileia, il card. Carlo Rezzonico che fu poi Papa Clemente XlI,  alcuni celebri nostri artisti, Francesco Morone, Sante Creara, Pasquale Ottino, Giambettino Cignaroli ed altri.  Ora la confraternita ha socii molti sacerdoti della nostra diocesi ed alcuni delle diocesi limitrofe; ma pochi laici.

 

S. Gaetano, fin da quando si ascrisse alla confraternita del Corpo di Cristo prese un amore speciale a Verona; amore, che egli comunicò a  mons. Gio. Pietro Caraffa, indefesso di lui collaboratore nella fondazione dei Chierici Regolari.  Mons. Caraffa fu poi a Verona negli anni 1528 e 1529, ed ajutò il vescovo Giberti, massime nella riforma del clero; per mandato del Giberti attese insieme alla restaurazione della villa di Nazareth danneggiata per un incendio. In quella villa troviamo il primo nucleo di Chierici Regolari Chietini o Teatini negli ultimi tre mesi del 1528: ma vi stettero poco tempo, costretti a ritirarsi a motivo dei giuochi, spesso in decorosi, che si tenevano nelle vicinanze della villa(4). Nel 1530 fu di nuovo a Verona, S. Gaetano con alcuni dei suoi confratelli: e la loro presenza, ancor più che la loro predicazione, giovò molto per ravvivare nei fedeli la fede e la pratica delle virtù cristiane con sante missioni nella città e nella diocesi.

 

Dietro preghiera del Giberti, S. Gaetano tenne una missione straordinariamente fruttuosa al principio del 1541(5). Il Giberti concesse loro anche una casa sul monte di S. Giorgio di Garda, ora eremo dei Camaldolesi: ma ben presto dovettero sloggiare di là per scorrerie dei ladri: «Ex datione Matthaei Giberti habitaverant super montem S. Georgii clerici regulares theatini quos locum cedere coegerunt fures et latroness»(6).  In città probabilmente abitavano in una casa vicina all’ospedale della Misericordia (presso l’Arena); nella cura del quale molto si giovò dell’opera loro il Giberti.

Quando nel 1571 furono soppressi gli Umiliati,  il loro convento con la chiesa di S. Maria della Ghiara fu dato precariamente ad alcuni sacerdoti della pace di Brescia: ma poi nel 1591 il Papa Gregorio XIV con bolla del 5 giugno concesse il convento e la chiesa ai Chierici Regolari di S. Gaetano; e questi vi rimasero sino al 1774. Intanto il vescovo Agostino Valeria concesse loro la chiesa di S. Nicolò; e la concessione fu confermata da Clemente VIII con bolla 18 aprile 1603. Quindi i Chierici Teatini si adoperarono per ampliare la chiesa e costruirsi un’abitazione conveniente; e vi rimasero sino alla soppressione napoleonica.  In quella chiesa sin dalla pestilenza del 1630 si radicò la devozione dei veronesi verso S. Gaetano: e grazie a Dio, vi fiorisce anche al presente.

 

Verso l’anno 1523 cominciarono a vivere vita comune alcune pie donne professanti la regola del Terzo Ordine di S. Francesco, dette però Terziarie Francescene (7). Pare che dapprincipio abitassero una casa nella parrocchia di S. Zeno in Oratorio: ben presto però si stabilirono nella contrada detta Barberia nelle vicinanze della chiesa di S. Bernardino. La casa fu resa più comoda e adatta al nuovo sodalizio con celle erette l’anno 1580 ed altri locali nel 1593: ma la chiesa dedicata a Sant’Elisabetta fu fabbricata nel 1625, e solennemente inaugurata con l’intervento del vescovo Alberto Valeria e del podestà Giacomo Savorgnan nel giorno 5 gennajo del 1626.  Vi rimasero fino alla soppressione napoleonica; vi si poterono poi ristabilire nel 1842.

La famosa spianata, ordinata dalla Serenissima ed eseguita negli anni 1517 e 1518, fu causa che parecchie istituzioni religiose si avessero a ritirare entro il recinto delle mura(8). Diremo di due sole. (b)

 

Nel borgo fuori della Porta S. Giorgio da circa trecento anni v’ era un monastero di Suore Domenicane nel luogo Aqua traversa. Venute in città, abitarono qualche tempo presso la chiesa di S. Fermo minore di Bra (Crocifisso, ora distrutta), poi presso quella di S. Pietro Incarnario ed altrove: finchè con l’appoggio e forse anche il sussidio del vescovo Giberti, poterono terminare il nuovo monastero fuori della porta Rofiolana, ed ivi erigere la bella chiesa di S. Domenico col suo grazioso campanile. La chiesa fu poi consacrata nel giorno 11 novembre 1554 dal nostro vescovo Luigi Lippornano(9).

 

Si rifugiarono pure in città le monache Benedettine, che erano presso la chiesa, detta anche Giesiole, di S. Maria della Grazia o degli Angioli, circa un mezzo miglio fuori dalla porta del Vescovo. Vagarono alquanto in varii luoghi della città ed a Quinzano: ebbero anche delle controversie con altre monache e proprietari privati: finalmente nel 1530 per ordine del podestà Luigi Foscari e del capitanio Girolamo Zane poterono avere la chiesa già preesistente del Corpus Domini in Monte Oliveto con alcune case adiacenti in Cittadella (ora Collegio femminile Angeli): la chiesa in seguito prese nome di S. Maria Nuova o degli Angeli(10).

 

Fondazione assai controversa fu quella dei Francescani Cappuccini, staccatisi a poco a poco dai Minori Conventuali negli ultimi anni del pontificato di Clemente VII (11).  Un primo nucleo di Cappuccini appare in Verona verso l’anno 1527; ma per l’avversione contro di essi suscitata in Verona, dove già da un secolo erano i Minori Conventuali, dovettero tosto fuggire e si ritirarono in alcune grotte sui monti di Quinzano: più tardi si trasferirono nelle Basse veronesi non lungi da Concamarise: poi per invito del vescovo Giberti verso il 1535 tornarono in Verona in alcune case presso la chiesa di S. Bovo; indi presso quella di S. Maria Vecchia degli Angeli nelle vicinanze di quella della SS. Trinità(12). Finalmente nel 1571 si stabilirono presso la chiesa di S. Croce, detta in seguito dei Cappuccini vecchi fuori della porta Rofiolana, e vi stettero fino alla soppressione napoleonica.

 

Altra istituzione recente era quella dei Barnabiti fondata da S. Antonio Zaccaria sotto il patrocinio di S. Paolo in Milano, approvata da Clemente VII nel 1533 e confermata da Paolo III nel 1535: ad essa si associò per opera dello stesso S. Antonio quella delle Suore Angeliche, approvata essa pure da Paolo III nel 1535.  Certo ambedue queste istituzioni vennero a stabilirsi anche in Verona durante l’episcopato del  Giberti; anzi pare che il Giberti abbia loro assegnato la direzione di un luogo pio: ma non vi durarono a lungo.

Il Doge di Venezia Francesco Donato con decreto del 21 febbrajo 1550, dato a Francesco Veniero podestà e Girolamo Grimani capitanio di Verona, ordinava «che dobbiate intimare alle donne forestiere di S. Paolo di Milan, che si trovano introdotte al governo di alcun luogo pio et ali sacerdoti et altri ministri di essa Congregazione, che debbano in termini di giorni 6 partir da questa citta»(13).

 

Forse con la venuta dei Cappuccini o con quella dei Barnabiti ha qualche connessione l’origine dell’adorazione di Gesù in Sacramento per quaranta ore continue (14).  Già il nostro vescovo Giberti nelle sue Constitutiones Tit. Cap. 7 promosse il culto a Gesù Sacramento, prescrivendo che in ogni parrochia fosse istituita la Società del Corpo di N. S. Gesù Cristo, ed esortando tutti i fedeli ad iscriversi in essa «ad assumendum Jesum Christum Dominum pro socio et confratre».

Ma della adorazione per quaranta ore non abbiamo memorie certe, se non nella seconda metà del secolo XVI. Nel 1571 il dì 17 agosto fu istituito in Verona un collegio di trecento confratelli allo scopo di celebrare solennemente le Quarantore, cominciandole ogni prima domenica di ciascun mese, ora in una chiesa, ora in un’altra, portando processionalmente il SS. Sacramento per impetrare la vittoria dell’esercito cristiano contro il turco; e la impetrarono a Lepanto nell’ottobre seguente.  Nel 1577 fu stabilito di celebrare questa funzione soltanto quattro volte l’anno, cioè a Pasqua, Pentecoste, Assunta e Natale.  Nel 1587, venuto a predicare la Quaresima in Duomo il P. Mattia Bellintani cappuccino, secondo l’uso dei cappuccini vi promosse le Quarantore, da celebrarsi nella cattedrale durante la settimana santa(15).

 

Non è improbabile che verso quest’epoca siansi introdotti i così detti Tridui nelle regioni montuose ed occidentali della nostra diocesi. Erano tre giorni di adorazione a Gesù Sacramento allo scopo di suffragare così le anime purganti. Questi tridui erano una professione esplicita di fede nelle due grandi verità impugnate accanitamente dai Protestanti.

 

Altra istituzione provvidenziale fu l’opera della Dottrina Cristiana: diciamo «provvidenziale», poichè ben sappiamo quanta fosse l’ignoranza delle verità cristiane al principio del secolo XVI; non solo nei fedeli, ma anche nella generalità dei sacerdoti(16).

Chi pose un rimedio efficacissimo a tanto male fu il nostro vescovo Giberti, il quale presso i parrochi e sacerdoti nelle sue visite insistè a tutt’uomo sul dovere che essi hanno di insegnare la dottrina cristiana ai fedeli, e massime ai giovanetti. In città determinò quindici chiese, nelle quali dovessero nel pomeriggio dei giorni festivi adunarsi i giovanetti e le giovanette, queste però separate da quelli: ad ognuna di queste scuole prepose un Priore sacerdote ed un Sottopriore laico, con alcuni chierici o laici istruttori; come testo di scuola stabilì il piccolo Catechismo per li putti composto dal celebre Tullio Crispoldi, che da Rieti egli avea chiamato a Verona, perchè a lui cooperasse nell’istruzione religiosa del suo popolo: l’insegnamento dei fanciulli si doveva fare per domande e risposte, a modo di dialogo fra di loro, però sotto la direzione del Priore o Sottopriore, o di un chierico o laico istruttore .

Più tardi nelle sue Constitutiones Tit. IV Cap. 20 «De congregandis et erudiendis pueris in ecclesiis» ordinava ai Sacerdoti «ut librum interrogatoris et discipuli familiare in reddantx»(17). Quel capo contiene moniti utilissimi anche per i tempi nostri.

 

In seguito i nostri vescovi fecero pubblicare qualche altro catechismo per i  fanciulli; e nella seconda metà di questo secolo troviamo costituita in Verona una congregazione della dottrina cristiana con regolamento approvato dal vescovo Agostino Valeria l’anno 1591(18). (c)

 

Altra opera utilissima per la chiesa veronese fu l’istituzione di un Oratorio fatta dal nostro vescovo Agostino Valeria l’anno 1575 nella chiesa di S. Giovanni in Fonte, ad imitazione di quello istituito a Roma da S. Filippo.  Gli ascritti, giovani ed uomini adulti, si univano in detta chiesa tre volte per settimana dopo i vesperi: vi si leggeva un capo dell’Imitazione di Cristo, che veniva poi spiegato a qualcuno scelto tra di loro, indi un pò di meditazione e preci: vi interveniva anche il vescovo il quale teneva anche un breve sermone (19).  Ecco la prima origine dei nostri Oratori.

Circa quest’epoca troviamo erette o restaurate in Verona alcune chiese: diremo solo di quella di S. Giorgio in  Braida. Verso la fine del secolo XV ne aveano cominciato la fabbrica i Canonici Regolari di S. Giorgio in Alga di Venezia, ai quali nel 1442 era stato ceduto quel monastero. Fu terminata verso l’anno 1536; nel quale anno il vescovo Giberti il dì 27 aprile consacrò la chiesa e tre altari di essa: gli altri altari furono consacrati nel 1543 da un vescovo greco. Una gran parte dei capolavori artistici, che decorano questa chiesa, spettano agli anni 1530-1550: opera del Sammicheli dovette essere la cupola, e forse anche il campanile(20).

 

Verso il 1520 i Serviti cominciarono la fabbrica della chiesa di S. Maria del Paradiso: fra Giovanni da Verona innalzò e nel 1522 compì il campanile di S. Maria in Organo: nel 1529 fu eretta la chiesa di S. Giovanni in Sacco, ora distrutta: alla metà del secolo XVI spetta la cappella Pellegrini in S. Bernardino, opera del Sammichele(21). Omettiamo altre opere di minore importanza.

 

Crediamo che anche nel campo delle istituzioni ed opere religiose Verona nulla abbia da invidiare ad altre chiese. Nel capo seguente diremo delle istituzioni di beneficienza.

 

 

NOTE

 

 

1 – SALVAR o, La Chiesa dei Ss. Siro e Libera, 111, pag. 15, segg.

 

2 – Presso SALVARO, Opusc, cit., Docum. III, IV.

 

3 – LIBARDI, De vitis et gestis Episcoparum Verona e etc.; nella vita del Giberti Ms. della Biblioteca Capitolare. Vedi pure BARSIZZA, S. Gaetano in Verona, pag, 24 (Mantova 1719).

 

4 – BIANCOLINI, Chiese di Verona, III, pag. 40-44.

 

5 – MAULDE LA CLAVIERE, Saint Gaetan, pag. 144 (Paris 1902).

 

6 – MITTARELLI – COSTADONI, Annales Camald., VIII., 397 (Venetiis 1733); CROSATTI, Bardolino, pag, 241.

 

7 – BIANCOLINI, Chiese di Verona, IV, pag, 348-352; Regole e Costituzioni delle Terziarie Claustrali di S. Francesco in Verona, pag. 5-11 (Quaracchi 1892).

 

8 – Di altri istituti venuti in città, vedi BIANCOLINI, Op. cit., pag. 372.

 

9 – BIANCOLINI, Chiese di Verona, III, 112-116; ANT. PIGHI, La Chiesa ed il convento di S. Domenico d’Aqua traversa, in Verona Fedele, Anno XXXIV, 19 luglio.

 

10 – BIANCOLINI, Chiese di Verona, IV, pago 365-380;  ANT. PIGHI in,  Verona Fedele, Anno XLI, 3 settembre.

 

11 – PASTOR, Storia dei Papi, Val. IV, P.I., pag. 591-602, e Vol. V., 346-352 (Roma 1914). – Il Giberti anche in Roma fu sempre propenso verso questo Ordine.

 

12 – DALLA CORTE, Istorie Veronesi, Lib. XIX

 

13 – Presso Rivista di scienze storiche, Vol. VI, pag. 468-470 (Saronno 1909).

 

14 – E questione ancor oggi discussa, se la gloria di aver ideato l’adorazione di Gesù in Sacramento per quaranta ore spetti ai Barnabiti od ai Cappuccini. TACCHI VENTURI, Storia della Compagnia di Gesù, I, 199 sego (Roma 1909);  PASTOR, Storia dei Papi, V, 342.

 

15 – Sac. ANT. PIGHI, Verona eucaristica, in Bollettino illustrato del XIX Congresso eucaristico di Venezia, pag. 236 (Venezia 1897).

 

16 – Ne abbiamo trattato nella nostra monografia G. M. Giberti, P. II, Capo II, (Edizione seconda).

 

17 – Presso i BALLERINI, Giberti opera, pag. 63 (Veronae 1733).

 

18 – GOTTARDI, Delle scuole laicali della Dottrina Cristiana nella Città e Diocesi di Verona, pag. 6-8 (Verona 1789); ANT. PIGHI, Il testo di Catechismo in Verona, in Bollett. eccles. veron. 1917, pag. 87, segg.

 

19 – A. CALOGERA, Vita Card. Aug. Valerii, in Raccolta di Opuscoli scientifici ecc., Tomo XXV, pag. 88 (Venezia 1741).

 

20 – DA PERSICO, Verona e sua provincia, pag. 195-200 (Verona 1838); SIMEONI, Guida di Verona, pag. 219-223 (Verona 1910).

 

21 – DA PERSICO, Op. cit., pag. 61-64; BIANCOLINI, Chiese, III, 217, ed altrove; SORMANI MORETTI, La Provincia di Verona; ecc.

 

 

ANNOTAZIONI AGGIUNTE AL CAP. IV (a cura di Angelo Orlandi)

 

 

a) Alcune delle istituzioni di cui si danno cenni in questo capitolo mancano ancora di una storia completa e documentata; a ciò che era noto ai tempi in cui scriveva mons. Pighi si sono aggiunti solo cenni occasionali nelle varie guide edite nelle collane di ” Vita Veronese” e nei volumi pubblicati dalla Banca Popolare come strenne annuali: Chiese e monasteri a Verona, Verona 1980; e Chiese e monasteri nel territorio veronese, Verona 1981.

 

b) Per le vicende della spianata e dell’organizzazione edilizia susseguente si veda E. CONCINA, Verona veneziana e rinascimentale, in Ritratto di Verona. Lineamenti di una storia urbanistica, Verona 1978, pp. 269-344. .

 

c) Sulle scuole della Dottrina Cristiana e la loro storia a Verona fu svolto un lavoro di tesi di laurea, che qui segnaliamo. L. ROMBO, La Congregazione della Dottrina Cristiana fondata da Gian Matteo Giberti, vescovo di Verona (1542), Tesi di laurea presso l’Istituto Universitario Pareggiato di Magistero “S. Maria Assunta”, Anno ace. 1970-71.

 

 

Fonte:  srs di Giovanni Battista Pighi, da CENNI STORICI SULLA CHIESA VERONESE, volume II

 

 

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