La chiesa dei Padri Filippini, conosciuta soprattutto con il nome chiesa dei Filippini, è una chiesa di Verona dedicata ai santi Fermo e Rustico. Fu costruita su disegni del veneziano Giuseppe Camerata, e consacrata dal vescovo Giovanni Andrea Avogadro nel giorno 26 marzo 1791.
VOLUME II – EPOCA IV – CAPO XVI
SOMMARIO. – Progetto e prime pratiche – La chiesa ed il convento di S. Fermo minore – Fondazione canonica della Congregazione – Primi confratelli – Frutti – Girolamo Da Prato – Gianfrancesco Manzoni – Ippolito Bevilaqua – Nuovo convento e nuova chiesa.
La congregazione dell’Oratorio di S. Filippo è l’unica, che troviamo istituita in Verona nel secolo XVIII. Perciò nel riferirne la istituzione verremo ad alcuni particolari più minuti, che non abbiamo fatto nel riferire le istituzioni religiose dei secoli precedenti (1).
Già il nostro vescovo Agostino Valier, grande ammiratore dell’ opera di S. Filippo in Roma, avea introdotto in Verona una specie di oratorio a forma di quello di S. Maria della Vallicella di Roma: ma l’apatia religiosa del secolo XVII avea quasi spenta quell’opera.
Sul principio del secolo XVIII Dio inspirò al nostro vescovo Gianfrancesco Barbarigo e ad alcuni nostri sacerdoti l’idea di istituire anche in Verona la congregazione fondata a Roma da S. Filippo Neri, detta anche Congregazione dei Preti dell’Oratorio; e ciò allo scopo di ravvivare la fede e lo spirito di orazione nel nostro popolo, e particolarmente nella gioventù. Naturalmente ad una fondazione nuova si opponevano difficoltà gravissime. Per superare le difficoltà di ordine giuridico si occupò energicamente il vescovo, agendo presso il Senato Veneto, la Santa Sede ed i rettori della magnifica città; ed ottenne il consenso del Senato con atto 22 marzo 1712, della S. Sede con decreto 20 maggio dello stesso anno, dei rettori con decisione 30 giugno.
Ma v’era altra difficoltà gravissima; di trovare, cioè, una chiesa ed un’abitazione, nella quale si stabilisse la nascente congregazione. Il sacerdote Ludovico Arrnani, principale promotore della nuova istituzione, ed alcuni sacerdoti a lui socii avrebbero desiderato avere la chiesa dei SS. Apostoli; ma non fu possibile averla. Il vescovo concesse loro la chiesa di S. Fermo minore; presso la quale si erano ritirati i monaci Benedettini nel 1389, costretti ad abbandonare l’altra chiesa detta di S. Fermo minore Brayda o del Crocifissero(2).
Della chiesa e del convento dei Benedettini abbiamo poche notizie.
La chiesa di stile quattrocentesco era in direzione perpendicolare alla presente: di essa rimane un affresco dietro l’altar maggiore, e nell’attigua corticella un piccolo tratto di muro col sigillo sepolcrale IOANNES ABBAS DE SCARDUARIA, ed alcuni stemmi del secolo XVI (3). Vi era annesso un piccolo convento; del quale nel 1730 fu scritto che era abbandonato ab immemorabili. Il pontefice S. Pio V con rescritto 29 novembre 1565 vi avea costituita la vicaria perpetua con cura d’anime; e così la chiesa era ufficiata da un rettore nominato dal vescovo col titolo di vicario perpetuo(4).
Del convento al principio del secolo XVIII era abbate commendatario Francesco Foscari; il quale con scrittura privata del 20 aprile 1712 alla congregazione progettata e quasi formata dei preti dell’oratorio rilasciava sotto certe condizioni la chiesa di S. Fermo minore con le case annesse, corte, cimitero ed orto. L’erezione canonica della congregazione, dietro il consenso di Roma, si fece dal vescovo Barbarigo con decreto segnato il giorno 20 aprile 1713(5).
La nuova congregazione ebbe così nel 1713 la chiesa con le sue adiacenze; non però le rendite dell’abbazia. Per aver queste il sacerdote Armani ricorse alla S. Sede ed al doge di Venezia. Il pontefice Benedetto XIII con bolla del 15 aprile 1728 attribuì quelle rendite ai preti dell’Oratorio, però per dopo la morte dell’attuale commendatario Maffeo Nicolò Farsetti vescovo di Ravenna; e la bolla fu ratificata dal doge Alvise Mocenigo con ducale 3 luglio del medesimo anno: le rendite vennero alla congregazione nell’anno 1741.
Nell’anno 1721 la congregazione ebbe il possesso della chiesa di S. Gregorio presso Bonaldo nella diocesi di Vicenza; la quale dal secolo XIV dipendeva dall’abbate di S. Fermo minore: essendo quella chiesa in deperimento, la congregazione la restaurò nell’anno 1722(6)
I primi membri di questa congregazione, oltre il sacerdote Ludovico Arrnani, furono i due sacerdoti Benedetto Poli e Mattia Stecherle; ai quali ben presto si aggiunsero altri sacerdoti e giovani aspiranti ad essere novizi della congregazione e poi confratelli. Allo scopo di apprendere lo spirito del fondatore S. Filippo e di conoscere teoreticamente e praticamente le regole della congregazione, alcuni confratelli andarono per qualche tempo nella casa dei Filippini di Brescia.
L’orazione e lo studio delle scienze sacre erano la vita della nuova congregazione in Verona: la predicazione della parola di Dio, l’educazione religiosa e morale del popolo erano il supremo ideale, a cui aspiravano quei primi preti dell’oratorio; e se ne occuparono così attivamente, che da scrittori nostri furono detti benemeriti del popolo, e massime della gioventù veronese.
La memoria manoscritta del 1730 dice: « La Congregazione nei pochi anni, che è nata in questa chiesa, vi ha gittate ferme radici, e s’è dilatata sopra le speranze. La chiesa ha presa nuova faccia, e riacquistata la frequenza del popolo; e la contrada si trova libera da molti maligni rumori, ai quali avea dato luogo di serpeggiare la decrepita età del passato vicario? ». In quell’anno la congregazione, oltre i fratelli laici, avea dieci preti ed un chierico.
Nella stessa congregazione fiorirono ben presto alcuni ecclesiastici insigni, sia nella predicazione della parola di Dio, sia nello studio dei santi Padri e della storia ecclesiastica. Accenneremo soltanto a tre padri, che furono vere glorie della neonata congregazione; ed anche intorno ad essi rimetteremo al capo seguente l’esposizione di quanto scrissero e pubblicarono in materie ecclesiastiche.
Girolamo da Prato di nobilissima famiglia, nato in Verona il 16 novembre 1705, in età di ventitré anni entrò nella congregazione il giorno 3 novembre 1728. Fu maestro dei novizi, ed inoltre per tre trienni esercitò l’ufficio di preposito con le benedizioni di tutti quei padri. Dal vescovo Giovanni Morosini nel 1776 ebbe l’ufficio di censore e consultore del S. Ufficio. Passò di questa vita il giorno 25 settembre 1782, compianto dai suoi confratelli da tutti i veronesi, da tutti i letterati d’Italia e d’Europa(8).
Gianfranco Manzoni, nato verso il 1727, entrò ancor giovane nella congregazione, e più tardi ne ebbe anche la direzione: fu celebre oratore e cultore della lingua ebraica. La sua opera I Treni di Geremia tradotti fu pubblicata dopo la sua morte per cura del P. Bevilaqua nel 1762(9).
Ippolito Bevilaqua, oriundo da illustre famiglia veronese, nacque il giorno 4 febbraio del 1721. In età d’anni ventuno abbracciò l’istituto dei padri dell’Oratorio, diretto nella pietà e negli studi da due padri insignì, Giuliano Ferrari e Girolamo Da Prato. Scrisse un poemetto in versi sciolti in onore di S. Filippo: delle altre opere di lui diremo altrove. In età d’anni settantatre morì nel 1794(10).
I preti dell’Oratorio, cresciuti ben presto di numero, dovettero fabbricarsi una nuova e vasta abitazione, che poi nel 1867 fu incamerata, ed ora è tramutata in stabilimento scolastico.
Dovettero pure pensare a fabbricare una chiesa nuova, essendo la prima troppo ristretta e quasi diroccata: la nuova chiesa parrocchiale fu fabbricata verso gli anni 1775-1790, su disegno del veneziano Giuseppe Camerata (11); per le spese provvide generosamente il P. Giuseppe Becelli, oriundo della famiglia Becelli veronese. Preposito della congregazione e parroco(12): il quale fece pur fabbricare il vicino oratorio su disegno di Adriano Cristofoli. La chiesa fu consacrata dal vescovo Giovanni Andrea Avogadro nel giorno 26 marzo 1791(13). (b)
Ci vien detto che verso gli anni 1765-1771 fu a Verona il Servo di Dio Giovanni Varella per fondarvi una casa dell’Ordine della Penitenza di Gesù Nazareno: ma di questa fondazione nelle nostre memorie non abbiamo né documenti, né alcun cenno.
NOTE
1 – La storia della fondazione della congregazione e la sua vita sino al 1730 è descritta minuziosamente in un manoscritto Notizia della fondazione della Congregazione dell’Oratorio in Verona; che si conserva nell’archivio dei Padri Filippini.
2 – Era nell’angolo ora formato tra la via Macello ed il breve tratto di via che va al ponte Aleardi: fu distrutta nel 1898. Di essa BIANCOLINI, Chiese di Verona, I, 352. (a)
3 – BIANCOLINI, Op. cit., L. 360-369.
4 – L’ultimo vicario don Santo Filippi mori il giorno 11 novembre 1711: da allora passò ai Filippini anche la cura delle anime.
5 – Una copia autentica si conserva nell’archivio dei Padri Filippini.
6 – SIMEONI, Guida di Verona, pag. 399.
7 – Notizia della fondazione … pag. 10.
8 – FEDERICI, Elogi di illustri Ecclesiastici Veronesi, III, pag. 121, segg.
9 – FEDERICI, Op cit., III, pag. 173.
10 – FEDERICI, Op. cit., III, pag. 168, segg. – Il P. Giuseppe Bianchini, nipote del celebre mons. Francesco Bianchini, nacque bensì in Verona, ma si ascrisse alla congregazione dei Filippini in
11 – DA PERSICO, Verona e la sua Provincia, pag. 100 (ed. 38); SIMEONI, Guida di Verona, pag. 188.
12 – Egli ottenne dal Senato una vistosa dotazione alla congregazione, che per mancanza di mezzi stava per sciogliersi.
13 – Da iscrizione posta nell’interno sopra la porta maggiore della chiesa.
ANNOTAZIONI AGGIUNTE AL CAP. XVI (a cura di Angelo Orlandi)
a) Cf. T. LENOTTI, Chiese e conventi scomparsi (a destra dell’Adige), Verona 1955, pp. 40-41.
b) Nella guerra 1940-45 la chiesa dei Filippini e alcuni stabili adiacenti furono colpiti dalle bombe e distrutti; perciò molti particolari segnalati in questo capitolo non sono più riscontrabili nelle parti ricostruite.
Fonte: srs di Giovanni Battista Pighi, da CENNI STORICI SULLA CHIESA VERONESE, volume II.
14 Novembre, 2015 18:00
Gradirei conoscere il nome del pittore del ritratto del card. Gianfrancesco Barbarigo e dove si trrove il ritratto medesimo. Grazie. P.Zatta