«La determinazione ad avere o meno un figlio, anche per la coppia assolutamente sterile […], non può che essere incoercibile». In “legalese” di dice così; in italiano vuol dire che generare una vita a tutti i costi e in ogni modo tecnicamente possibile è un diritto dell’individuo. La frase in “legalese” è il punto nodale della sentenza, da ieri pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, con cui, il 9 aprile scorso, la Corte Costituzionale ha cancellato il divieto della fecondazione artificiale eterologa sancito dalla Legge 40 del 2004 e con cui ha fatto di porco della democrazia vidimata dal referendum del 2005 dando così ragione a Mark Twain: “se votare servisse davvero a cambiare qualcosa, avrebbero da tempo già abolito il voto”.
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