Lug 05 2014

IPAZIA DI ALESSANDRIA, PRIMA MARTIRE DELLA LIBERTÀ DI PENSIERO

Category: Religioni e rasiegiorgio @ 20:32

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di Caterina Annese

Il mio intervento non mira affatto a fornire una disamina esaustiva e rigorosa del pensiero filosofico di Ipazia e neppure ad esaminare nel dettaglio i caratteri specifici di quella che si suole definire “corrente neoplatonica”.
 Vorrei piuttosto focalizzare la mia attenzione sulla frequente definizione di Ipazia come “martire della libertà di pensiero” nonché sull’interpretazione veicolatane dal pensiero di genere, nei suoi evidenti limiti teorici.

 

Tutta la vita di Ipazia, fu votata al pensiero in senso lato e in senso specifico, settoriale: ciononostante, Ipazia non condusse una puntuale disamina critica delle opere di Platone e Plotino, non ne fu cioè un’esegeta, sebbene ereditò una sorta di “purezza” dal e del platonismo, specificandone perfetto connubio tra scienza e filosofia teorizzato da questa corrente di pensiero.

 

Di seguito, fornirò solo alcune delle più rilevanti testimonianze tratteggiate su di lei: in un epigramma, Pallade scrive di lei: «[q]uando ti vedo mi prostro, davanti a te e alle tue parole, infatti verso il cielo è rivolto ogni tuo atto»1.

 

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Lug 05 2014

QUANDO VEDI UNA DONNA PENSA CHE SIA UN DEMONIO, CHE SIA UNA SORTA DI INFERNO

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(1917 – Massacro, tortura e crocifissione di migliaia di donne armene da parte dell’esercito turco)

 

 

Sinceramente, donne come fate ad aderire ad una religione quando tutte queste  vi odiano?

 

 

BIBBIA

 

“Alla donna disse: «Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà». All’uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell’albero, di cui ti avevo comandato: “Non ne devi mangiare”, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l’erba campestre. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perchè da essa sei stato tratto: tu sei polvere e polvere tornerai!» – Bibbia, Genesi III

 

Lo stupro (NON dei maschi!) benedetto da Dio e da una carogna di padre padrone: “Chiamarono Lot e gli dissero: «Dove sono quegli uomini che sono entrati da te questa notte? Falli uscire da noi, perché possiamo abusarne!». Lot uscì verso di loro sulla porta e, dopo aver chiuso il battente dietro di sé, disse: «No, fratelli miei, non fate del male! Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché non facciate nulla a questi uomini, perché sono entrati all’ombra del mio tetto».” – Bibbia, Genesi XIX, 5-8

 

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Lug 04 2014

L’ULTIMO MESSAGGIO DI GIORGI FALETTI

Category: Musica e spettacoligiorgio @ 15:28

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”Cari amici,

purtroppo a volte l’età, portatrice di acciacchi, è nemica della gioia.

Ho dovuto a malincuore rinunciare alla pur breve tourneé per motivi di salute legati principalmente alle condizioni precarie della mia schiena, che mi impedisce di sostenere la durata dello spettacolo.

Mi piange davvero il cuore perché incontrare degli amici come voi è ogni volta un piccolo prodigio che si ripete e che ogni volta mi inorgoglisce e mi commuove.

Un abbraccio di cuore.

Giorgio”.

 


Lug 04 2014

IL SUO VOLTO PER LA RAZZA ARIANA: MA LEI ERA EBREA

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Ein Fotograf reichte ihr Bild 1935 zum Wettbewerb ein. Gesucht wurde ein typisch deutsches Kind

 

 

Una sua fotografia da neonata era stata usata, nel 1935, per la propaganda nazista. Ma quella che avrebbe dovuto essere la perfetta «bambina ariana» era in realtà un’ebrea.

Ha dell’incredibile la storia dell’ottantenne Hessy Taft, il cui volto d’infante, fotografato per un concorso elogiato dallo stesso ministro della Propaganda Joseph Goebbels, era stato scelto per rappresentare la bellezza della razza su una rivista per famiglie ”Sole in casa”.

 

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«Oggi posso riderne – racconta alla Bild-online -, ma se i nazisti allora avessero scoperto chi sono davvero, non sarei qui viva a raccontarlo».

Tutto è nato proprio dall’iniziativa di un fotografo audace, che all’insaputa dei genitori di Hessy aveva mandato l’immagine della piccola a un concorso. «Volevo ridicolizzare i nazisti», avrebbe confessato il fotografo secondo quanto ha poi raccontato la madre dell’ottantenne, che oggi vive negli Usa. La verità allora non fu mai scoperta. Ancora quando il padre di Hessy veniva arrestato dalle SS, nel 1938, i tedeschi ”ariani” si spedivano cartoline con il volto della bambina ebrea per tutta la Germania, racconta il tabloid.

 

 

Fonte: Bild

Link: http://www.bild.de/regional/berlin/adolf-hitler/berliner-juedin-hessy-taft-war-hitlers-propaganda-baby-36611794.bild.html#

Fonte: visto su il Gazzettino.it del 1 luglio 2014-07-01

Link: http://www.gazzettino.it/LEALTRE/shoah_bimba_ebrea_volto_propaganda_nazista_nazi_hitler_hessy_taft/notizie/775344.shtml

 

 

 


Lug 03 2014

IL FEMMINICIDIO RACCONTATO DUEMILA ANNI FA. IN QUELLE LAPIDI I DELITTI NELL’ANTICA ROMA

Category: Società e politica,Storia e dintornigiorgio @ 00:46

 

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Uno studio sulle iscrizioni funerarie ha ricostruito le storie di alcune donne assassinate dai mariti. A conferma di un retaggio culturale che affonda le radici nei secoli davvero difficile da estirpare

Quando la scorsa primavera fu uccisa dall’ex fidanzato, che dopo averla accoltellata le diede fuoco mentre era ancora in vita, Fabiana Luzzi non aveva ancora 17 anni. Proprio come Prima Florenzia, gettata nel Tevere da suo marito Orfeo. Un tragico destino che accomuna due adolescenti che si erano appena affacciate alla vita ma separate fra loro da quasi duemila anni.

 

Di Prima Florenzia, vissuta al tempo della Roma imperiale, non si sa praticamente nulla. Non c’è modo di capire cosa possa aver spinto il consorte a ucciderla e se fu poi condannato per l’orrendo delitto. L’unica cosa rimasta della sua triste sorte sono le poche righe fatte incidere dalla famiglia in una iscrizione funeraria ritrovata nella necropoli di Isola Sacra, a Fiumicino, dove abitava: “Restuto Piscinese e Prima Restuta posero a Prima Florenzia, figlia carissima, che fu gettata nel Tevere dal marito Orfeo. Il cognato Dicembre pose. Ella visse sedici anni e mezzo”.

 

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Lug 02 2014

LA FARSA DEI FARI DELL’ AUTOMOBILE ACCESI DI GIORNO

Category: Monade satira e rattatuje,Monolandiagiorgio @ 00:10

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Vi siete mai chiesti perché dovete accendere i fari dell’automobile anche di giorno, quando magari c’è un sole accecante e non ce n’è assolutamente bisogno?

Per motivi di sicurezza?

Quali, se col sole non servono?

Per “uniformarci” agli altri paesi europei (altra favola in circolazione)?

Beh, in Germania, Gran Bretagna, Francia, Olanda, Spagna, Svizzera e Belgio non vige questo obbligo assurdo, che, al massimo, può avere (ed ha) un senso in inverno nei paesi scandinavi dell’estremo nord. Nei quali è vero che si registrano in media meno incidenti che da noi, ma perché guidano in maniera più disciplinata, non perché hanno le luci accese.

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Lug 01 2014

PER I “BAMBINI” DEGLI ANNI 50, 60 E 70: COME AVETE FATTO A SOPRAVVIVERE?

Category: Monade satira e rattatuje,Veja migiorgio @ 00:00

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1. Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di sicurezza né airbag…

 

2. Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeggiata speciale e ancora ne serbiamo il ricordo.

 

3. Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di piombo.

 

4. Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni dei medicinali, nei bagni, alle porte.

 

5. Quando andavamo in bicicletta non portavamo il casco.

 

6. Bevevamo l’acqua dal tubo del giardino, invece che dalla bottiglia dell’acqua minerale…

 

7. Trascorrevamo ore ed ore costruendoci carretti a rotelle ed i fortunati che avevano strade in discesa si lanciavano e, a metà corsa, ricordavano di non avere freni. Dopo vari scontri contro i cespugli, imparammo a risolvere il problema. Sì, noi ci scontravamo con cespugli, non con auto!

 

8. Uscivamo a giocare con l’unico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo cellulari… cosicché nessuno poteva rintracciarci. Impensabile .

 

9. La scuola durava fino alla mezza, poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (si, anche con il papà ).

 

10. Ci tagliavamo, ci rompevamo un osso, perdevamo un dente, e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti. La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi.

 

11. Mangiavamo biscotti, pane olio e sale, pane e burro, bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di soprappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare…

 

12. Condividevamo una bibita in quattro… bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo.

 

13. Non avevamo Playstation, Nintendo 64, X box, Videogiochi, televisione via cavo con 99 canali, videoregistratori, dolby surround, cellulari personali, computer, chatroom su Internet … Avevamo invece tanti AMICI.

 

14. Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell’amico, suonavamo il campanello o semplicemente entravamo senza bussare e lui era lì e uscivamo a giocare.

 

15. Sì! Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? E se un signore ci sorrideva e ci dava una caramella ce la prendevamo. E se nostra madre vedeva la scena sorrideva al signore gentile e lo ringraziava.

 

16. Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis, si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati dopo non andavano dallo psicologo per il trauma .

 

17. Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia né di problemi di attenzione né di iperattività; semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno.

 

18. Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità… e imparavamo a gestirli.

 

La grande domanda allora è questa: Come abbiamo fatto a sopravvivere ed a crescere e diventare grandi ?

 

 

Fonte: Facebook

 


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