Fonte: Il Manifesto
Ott 06 2014
“Guerra è pace” ovvero come ti manipolo il linguaggio.
24 Settembre 2014 Scritto da Piero Cammerinesi
Non è certo un segreto che le guerre dell’età moderna si vincono con le parole prima ancora che con le armi. Il potere e il suo megafono, ovvero i media, hanno da tempo imparato a ‘condensare’ in alcune parole-chiave dei concetti che attivino automaticamente nella popolazione delle reazioni prestabilite.
Una sorta d’ipnosi collettiva programmata.
di Piero Cammerinesi
Houston, 24 Settembre 2014 – La riduzione di concetti complessi a slogan o parole-chiave è il segreto per il controllo delle masse.
“Talvolta – afferma Gustav Le Bon nel suo La psicologia delle folle – le parole più mal definite, sono quelle che fanno più impressione. Come, ad esempio, le parole: democrazia, socialismo, eguaglianza, libertà, ecc il cui senso è così vago che non basterebbero dei grossi volumi a precisarlo. E, tuttavia, alle loro sillabe è unito un magico potere, come se contenessero la soluzione di tutti i problemi. Queste parole sintetizzano diverse aspirazioni incoscienti e la speranza della loro realizzazione. La ragione e la discussione non potrebbero lottare contro certe parole e certe formule…suoni vani, la cui utilità principale è quella di dispensare colui che le adopera dall’obbligo di pensare”[1].
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