Mille euro di sanzione dopo il ricorso di un cittadino e le rilevazioni acustiche dell’Arpa. Il primo cittadino si dichiara sconcertato e chiede ai tecnici di ritirare il provvedimento contro il Comune
L’Orrido di Bellano
Sindaco multato per una cascata troppo rumorosa. Una sanzione da circa mille euro è piovuta sulla scrivania di Roberto Santalucia, primo cittadino di Bellano, in provincia di Lecco, paese che ospita un orrido (una gola scoscesa attraversata da un fiume che tra balzi e cascate crea un complesso spettacolo naturale) tra i più famosi in Italia, meta di 30mila visitatori ogni anno. La vicenda parte dal reclamo di un cittadino che, evidentemente infastidito dal suono dell’acqua, ha chiamato l’Arpa perché effettuasse analisi acustiche.
Detto fatto: la cascata è risultata tanto rumorosa da superare i limiti concessi dalle norme. Così non solo la sanzione è arrivata in Comune ma, per aggiungere danno a beffa, ha innescato anche un incredibile cortocircuito burocratico. “Ho ricevuto la multa – spiega Santalucia – e una lettera dove Arpa mi dava due alternative: pagare oppure preparare degli scritti difensivi. Scritti che, però, avrei dovuto presentare a me stesso, poiché sono l’autorità competente in materia”.
Quindi, stando alla norma, il sindaco avrebbe dovuto leggere i propri documenti e decidere se autorizzare l’ammenda oppure optare per il “non luogo a procedere”, di fatto cancellandosi, nel pieno rispetto delle regole, ogni onere. “Più che kafkiana è una situazione stupida – dice sconsolato Santalucia – ma non voglio prestarmi a questi giochi”. Così il primo cittadino ha rimesso le carte in gioco e tentato la terza via chiedendo ad Arpa di ritirare il provvedimento.
“La disposizione – spiega – è sbagliata nel merito: il proprietario della cascata è una società idroelettrica privata e non il Comune, inoltre la quantità d’acqua rilasciata è stabilita dalla Regione. E poi c’è un errore di metodo, gli Enti dovrebbero collaborare tra loro per arrivare a una soluzione, non sanzionare senza un confronto reciproco”.
La vicenda è finita al centro di una lunga e articolata lettera che, il 30 settembre, Santalucia ha inviato al prefetto di Lecco, al governatore lombardo, Roberto Maroni e al primo ministro, Matteo Renzi.
Al di là di ogni questione tecnica e burocratica Santalucia non nasconde l’amarezza e parla apertamente di dimissioni. “Vorrei che un amministratore non finisse in situazioni del genere – dice – E’ necessario collaborare e non battagliare tra Enti”. Per quanto riguarda il cittadino che ha dato il via a tutto nessun rancore però: “Era nei suoi pieni diritti fare quanto ha fatto”. Vero, domani però qualcuno potrebbe presentare protesta contro i tuoni, le maree o gli stormi di uccelli.
Fonte: srs di DAVIDE CANTONI, da Repubblica.it del 4 ottobre 2014