Nov 13 2014

DIRITTO NATURALE ALLA RIBELLIONE: L’ARTICOLO SCOMPARSO DALLA NOSTRA COSTITUZIONE

 

« Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino »

 

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Esiste per un popolo i cui diritti sono stati violati il diritto a ribellarsi? Quando lo Stato non è più espressione dell’interesse comune è giusto insorgere? E’ un nostro diritto? Quando ho sentito le notizie che declamavano la firma dell’accordo che cambierà la nostra Costituzione inserendo l’obbligo del pareggio di bilancio ci ho pensato. Ho pensato che può anche andar bene che – per sottomissione ai tedeschi – si inserisca questo obbligo di bilancio in Costituzione.

Ma ho pensato che se il costo di sacrifici, lacrime e sangue dovesse diventare intollerabile dovremmo avere anche il diritto a ribellarci ad uno Stato massacratore della felicità di suoi cittadini.  E ho pensato che questo diritto dovrebbe essere – lui pure – sancito dalla Costituzione.

 

Il caso ha voluto che in un convegno che trattava un’altra materia, il relatore citasse questo diritto alla resistenza. Un rapido accenno che ho cercato di approfondire. Ho scoperto così che l’articolo 50 della Costituzione – diventato poi l’attuale articolo 54 – aveva un secondo comma poi scomparso. Il comma recitava:

 

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Nov 12 2014

GIUSTIZZIA ALL’ ITALIANA: LECCO, MULTATO IL SINDACO DI BELLANO PERCHE LA CASCATA DELL’ORRIDO È TROPPO RUMOROSA”

Mille euro di sanzione dopo il ricorso di un cittadino e le rilevazioni acustiche dell’Arpa. Il primo cittadino si dichiara sconcertato e chiede ai tecnici di ritirare il provvedimento contro il Comune

 

 

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L’Orrido di Bellano 

 

 

Sindaco multato per una cascata troppo rumorosa. Una sanzione da circa mille euro è piovuta sulla scrivania di Roberto Santalucia, primo cittadino di Bellano, in provincia di Lecco, paese che ospita un orrido (una gola scoscesa attraversata da un fiume che tra balzi e cascate crea un complesso spettacolo naturale) tra i più famosi in Italia, meta di 30mila visitatori ogni anno. La vicenda parte dal reclamo di un cittadino che, evidentemente infastidito dal suono dell’acqua, ha chiamato l’Arpa perché effettuasse analisi acustiche.

 

Detto fatto: la cascata è risultata tanto rumorosa da superare i limiti concessi dalle norme. Così non solo la sanzione è arrivata in Comune ma, per aggiungere danno a beffa, ha innescato anche un incredibile cortocircuito burocratico. “Ho ricevuto la multa – spiega Santalucia – e una lettera dove Arpa mi dava due alternative: pagare oppure preparare degli scritti difensivi. Scritti che, però, avrei dovuto presentare a me stesso, poiché sono l’autorità competente in materia”.

 

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Nov 12 2014

LA POLIZIA MUNICIPALE, OVVERO LA LONGA MANUS DEI SINDACI TASSATORI

Category: Monade satira e rattatuje,Società e politicagiorgio @ 00:09

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di LEONARDO FACCO

 

La pressione fiscale italica ha trasformato ‘sto paese nel regno dei morti viventi. Un anno di governo Monti ha fatto schizzare all’insù il gravame impositivo. Ciononostante, non si finisce mai di pagare: oltre alle circa 2000 gabelle in servizio permanente ed effettivo, a peggiorare la nostra esistenza ci sono anche le multe, che i solerti “poliziotti municipali” (mano armata di sindaci straccioni e piagnoni, ma incapaci di reagire per davvero allo Stato) appioppano con una certa frequenza ai loro concittadini.

Leggo su una testata online questa notizia: “Ogni giorno, in Italia, vengono elevate 26.000 contravvenzioni. Nei Capoluoghi di Provincia italiani, vengono redatte quasi dieci milioni di multe l’anno: più di 26mila multe al giorno; 1.087 l’ora; 18 ogni minuto”. Roba da cardiopalma! Dati impressionanti che l’ACI ha diramato, “denunciando per l’ennesima volta la necessità di norme e controlli che siano meno repressivi, più votati alla prevenzione e più attenti alla sicurezza del cittadino piuttosto che volti ad alleggerire il suo portafoglio”.

Un’altra inchiesta – riportata sul mensile  “Quattroruote” racconta ben peggio: “In Italia ogni anno vengono fatti 78,5 milioni di multe, più di due per ogni patentato ogni 12 mesi, più di 215 mila al giorno, per un ammontare complessivo di 2,8 miliardi di euro. Lo rileva un’indagine del Centro studi e ricerche sociologiche “Antonella Di Benedetto” di Krls Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it, magazine online dell’Associazione contribuenti italiani, che ha elaborato dati delle Polizie locali e stradali dei singoli stati dell’Ue”.

 

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Nov 11 2014

SERGIO SAVIANE, NOSTRO MAESTRO – RIPESCATO DALL’OBLIO UN GRANDISSIMO CHE HA CAMBIATO IL VOLTO DEL GIORNALISMO

Nuovo libro di Stefano Lorenzetto – Dalla genialità e alle staffilate che lo portavano da un giornale all’altro, al dramma della morte della figlia Caterina – La passione per i soprannomi e quella, mai sopita, per l’irriverenza con la quale addestrò un’intera generazione di giornalisti…

 

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Sergio Saviane

 

Il quarto veneto notevole entrato nella mia vita fu quel cronista di razza e inarrivabile scrutatore di umane debolezze che rispondeva al nome di Sergio Saviane. Non riesco a darmi pace per aver maldestramente cancellato il messaggio di benvenuto della sua segreteria telefonica, che avevo tenuto per anni inciso nella mia; una registrazione effettuata pochi giorni dopo la sua morte, avvenuta nel 2001, quando, telefonando al numero 0423 563676, ti rispondeva ancora lui, come se fosse vivo: «Non sono in casa. Potete lasciare un messaggio dopo il segnale acustico».

 

E qui – ecco il genio assoluto, l’irriverenza fatta persona – invece del banale bip elettronico ascoltavi Saviane che gorgheggiava soavemente, tale e quale il fringuello che si sentiva in sottofondo nel motivetto L’uccellino della radio cantato da Silvana Fioresi negli anni Quaranta. Nella scelta di imitare il cinguettio che dalle onde medie prima dell’Eiar e poi della Rai tenne compagnia a tre generazioni d’italiani, c’era una totale identificazione con quello che era stato il suo lavoro di critico televisivo, sempre attento anche ai significati apparentemente più trascurabili di ciò che si spandeva nell’etere.

 

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Nov 11 2014

BRUNO VESPA SMASCHERA I COMPAGNI SEGUACI DEL DUCE

Scrittori, giornalisti e artisti: erano molti quelli che volevano collaborare alla rivista fondata nel 1940 da Giuseppe Bottai, gerarca illuminato ma anche il più feroce sostenitore delle leggi razziali

 

 

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In quegli anni, Bottai poté contare sulla fervida collaborazione del meglio della cultura italiana: Giorgio Vecchietti (condirettore), Nicola Abbagnano, Mario Alicata, Corrado Alvaro, Cesare Angelini, Giulio Carlo Argan, Riccardo Bacchelli, Piero Bargellini, Arrigo Benedetti, Carlo Betocchi, Romano Bilenchi, Walter Binni, Alessandro Bonsanti, Vitaliano Brancati, Dino Buzzati, Enzo Carli, Emilio Cecchi, Luigi Chiarini, Giovanni Comisso, Gianfranco Contini, Galvano Della Volpe, Giuseppe Dessì, Enrico Emanuelli, Enrico Falqui, Francesco Flora, Carlo Emilio Gadda, Alfonso Gatto, Mario Luzi, Bruno Migliorini, Paolo Monelli, Eugenio Montale, Carlo Muscetta, Piermaria Pasinetti, Cesare Pavese, Giaime Pintor, Vasco Pratolini, Salvatore Quasimodo, Vittorio G. Rossi, Luigi Russo, Luigi Salvatorelli, Sergio Solmi, Ugo Spirito, Bonaventura Tecchi, Giovanni Titta Rosa, Giuseppe Ungaretti, Nino Valeri, Manara Valgimigli, Giorgio Vigolo, Cesare Zavattini. Musicisti come Luigi Dallapiccola e Gianandrea Gavazzeni. Artisti come Amerigo Bartoli, Domenico Cantatore, Pericle Fazzini, Renato Guttuso, Mino Maccari, Mario Mafai, Camillo Pellizzi, Aligi Sassu, Orfeo Tamburi.

 

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Nov 10 2014

SINISTRA? NO, GRAZIE: HA FALLITO, E NON VEDE LA CATASTROFE

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La tradizione comunista e socialista, dopo la disfatta dell’esperimento sovietico, non è stata capace di produrre nulla di alternativo in grado di contrastare il pensiero unico, che infatti ha vinto. Gli epigoni di quell’esperienza sono ormai – come scriveva acutamente Alexadr Herzen, pur riferendosi alla generazione del 1848 – «stranieri del tempo loro» e non capiscono di essersi lasciati «sfuggire il presente e il futuro», mentre continuano a «lottare contro il loro stesso passato». Non è questione di “tradimenti”; questi ci sono stati, ma sono stati piuttosto l’effetto che la causa. Il fatto è c’era un buco nella teoria, anzi una voragine. Marx non poteva averla vista, perché quella voragine si aprì dopo di lui, sebbene qualche importante intuizione lui e Friedrich Engels la ebbero. I loro epigoni, invece, ci cascarono dentro.

 

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Nov 10 2014

REVELLI: SINISTRA FALLITA, S’È ACCODATA AL CAPITALISMO IN CRISI

Category: Società e politicagiorgio @ 14:11

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Marco Ravelli

 

 

Quello nato dopo la morte del Novecento è un mondo infinitamente più diseguale. Ed è un mondo che non offre alternative a se stesso.

Sono queste le grandi sconfitte storiche della sinistra, ossia di una forza politica e culturale che possiede nel Dna il valore dell’eguaglianza e la capacità di immaginare un’alternativa allo stato di cose presente. La catastrofe del socialismo reale è parte della scomparsa della sinistra, che ne è stata paralizzata. Ma una sinistra che rinuncia a proporre un altrove cessa di essere sinistra. È nata proprio per quello.

Accadde nel 1789 a Versailles, quando alla sinistra della presidenza dell’assemblea si schierarono coloro i quali erano contro il potere di veto del Re. Così cadde l’ultimo pilastro dell’Ancien Régime. Non c’è bisogno di alzare la ghigliottina. Basta un voto per sancire la fine di un ordine. E l’inizio di un altro.

 

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Nov 10 2014

MICHELE SERRA: LA SINISTRA SI È ARRESA ALLA PAURA DEL FUTURO

Category: Società e politicagiorgio @ 14:10

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Se è presuntuoso pensare che “senza sinistra non c’è futuro”, è però vero il contrario: senza un’idea di futuro, la sinistra muore.

 

Radiografia impietosa, firmata da Michele Serra: la sinistra dà l’impressione di aver «trascurato apposta i suoi doveri e i suoi compiti, pur sapendo bene quali fossero, per viltà o per opportunismo». O peggio, la sua funzione storica si è esaurita «non per calcolo ma per inettitudine, per totale smarrimento». E dire che, dalla Rivoluzione Francese in poi, la sinistra è sempre stata «quella vasta area della politica e del pensiero che pretende di organizzare il cambiamento della società, prima interpretandolo e poi orientandolo: progettare il cambiamento è la sua stessa funzione, la sua ragione d’essere». L’impegno: migliorare quello che Marx chiamava “lo stato delle cose presente”, verso una società più giusta. «Si deve lavorare per cambiarlo. Si deve studiare come cambiarlo (in meglio, si intende) e attraverso quali leve, quali mezzi. Il mondo deve migliorare e la storia deve andare avanti».

 

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Nov 10 2014

PASOLINI PROFETIZZÒ GLI ORRORI DI OGGI: CHI L’HA UCCISO?

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Nell’aprile di quest’anno il Vaticano, che aveva a suo tempo perseguitato Pasolini e ne aveva appoggiato una condanna per blasfemia, ha definito il suo capolavoro, “Il Vangelo secondo San Matteo”, «il miglior film mai realizzato su Gesù Cristo». Questa espressione della fede radicale di Pasolini dipinge Gesù come un rivoluzionario “Messia rosso”, secondo la dottrina francescana della santa povertà, che ha una parziale influenza sull’attuale pontefice Francesco.

 

Ma l’attenzione ossessiva per la sua morte è meno spiegabile: nel 2010 l’ex sindaco di Roma e leader del Partito Democratico di centro-sinistra Walter Veltroni chiese che il caso venisse riaperto sulla base di un insieme di strane circostanze convergenti e politicamente rilevanti.

 

Pasolini venne ucciso il giorno dopo il suo ritorno da Stoccolma, dove aveva incontrato Ingmar Bergman e altri dell’avanguardia cinematografica svedese, e aveva rilasciato un’esplosiva intervista al settimanale “L’Espresso”, in cui aveva esplicitato il suo argomento preferito: «Ritengo che il consumismo sia una forma di fascismo peggiore delle versioni classiche».

 

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Nov 10 2014

DELLA LUNA: TUTTI I FALSI DOGMI CHE FANNO LA NOSTRA ROVINA

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E’ tutto falso, ma c’è un problema: sembra vero.

Viviamo in mezzo a verità di fede, spacciate per realtà. Basta ripeterle all’infinito, sui giornali e in televisione. I mercati infallibili, la spesa pubblica da tagliare, l’inevitabile Europa dell’euro. Dogmi che servono a occultare il conflitto tra oligarchia parassitaria e cittadini-lavoratori. Economia, legittimazione del potere, interpretazione della storia. Avverte Marco Della Luna: chi osa uscire dal recinto dei dogmi viene etichettato come «antagonista, estremista, antisociale, populista», viene delegittimato ed emarginato, «finché i fatti e le realtà censurate non rompono l’incantesimo del sistema dogmatico».

E’ la legge del regime attuale, con la «classe finanziaria» che si prende quasi tutto il reddito disponibile ed erode, «attraverso l’indebitamento pubblico e le tasse», anche il risparmio. Questo, grazie al consenso e all’acquiescenza «ottenuti tanto mediante l’indottrinamento con dogmi, quanto con il sistematico nascondimento di conflitti di interessi, che non devono apparire onde evitare che la gente percepisca il male che le viene fatto».

 

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Nov 09 2014

GERMANIA. LA RIVINCITA DEL CAPITALE: 40 ANNI DI RDT, 25 ANNI DOPO

 

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di Vladimiro Giacché (in esclusiva per Junge Welt e Marx21.it)

 

[articolo pubblicato su “Junge Welt” col titolo: “Zurück in die Knechtschaft” (trad. tedesca di Hermann Kopp)]

 

La leggenda di una economia tedesco-orientale al disastro nel 1989 – anzi: da sempre disastrosa – è ormai diventata senso comune, non solo in Germania. Ma è falsa. Non soltanto le difficoltà economiche della Repubblica Democratica Tedesca non ne facevano una “economia decotta” (“marode Wirtschaft”), ma i risultati raggiunti in 40 anni di storia vanno considerati tutt’altro che trascurabili. A dispetto di condizioni di partenza e di contesto estremamente sfavorevoli.

 

La storia della RDT inizia il 7 ottobre 1949 con un paese semidistrutto dalla guerra. A differenza della Germania Ovest, è privo di materie prime e per giunta deve sopportare quasi per intero il peso delle riparazioni di guerra decise dai vincitori e dovute all’Unione Sovietica. Siccome la RFT smise molto presto di onorare le sue obbligazioni, le riparazioni pagate dalla RDT finirono per ammontare a 99,1 miliardi (DM del 1953) contro i 2,1 miliardi pagati dalla RFT. Un rapporto di 98 a 2. Calcolata per abitante, la sproporzione è ancora maggiore: 130 a 1. Nel 1989 il prof. Arno Peters calcolò quanto avrebbe dovuto pagare la RFT alla RDT per pareggiare il conto, computando gli interessi: 727,1 miliardi DM del 1989.

 

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Nov 09 2014

IL RUOLO DI TRAVAGLIO E GOMEZ NELLA DISTRUZIONE D’ITALIA

Category: Media e informazione,Società e politicagiorgio @ 00:55

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Peter Gomez e Marco Travaglio

 

 

2 giugno 1992. Sul Panfilo Britannia si tiene la riunione finale sulla distruzione della Repubblica Statalista italiana, e sulla consegna del Paese alla speculazione internazionale, alle privatizzazioni selvagge e alla soppressione della sua Sovranità costituzionale, nazionale e monetaria.

 

L’Italia viene consegnata alla più devastante rapina della sua ricchezza da sempre, per mano delle tecnocrazie europee e del sistema bancario formale e informale. Il danno al PIL del Paese, alla disoccupazione, la spoliazione del Paese nei suoi DIRITTI, supererà (ad oggi) di almeno 12 volte il danno di corruzione e Mafie assommati, cifre della Banca d’Italia alla mano. Mario Draghi partecipa per 15 minuti alla riunione del Britannia.

 

Dal 1992 a oggi due giornalisti organizzano la più massiccia e frenetica campagna mediatica di DISTRAZIONE DI MASSA della Storia Occidentale.

Sono Marco Travaglio e Peter Gomez, con codazzo assortito. Si dovevano distrarre 60 milioni di italiani dalla pianificazione franco-tedesca dell’apocalisse finanziaria, economica, produttiva e democratica che i Trattati Europei da Maastricht in poi ci avrebbero portato. Travaglio e Gomez creano un fenomeno di isteria di massa, senza precedenti nel mondo, contro Silvio Berlusconi e soci e il malaffare mafioso di cui si sarebbero serviti. Grillo si associa.

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Nov 09 2014

COME TI MANIPOLO IL GIORNALISMO TUTTI I GIORNI

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di REDAZIONE

 

La confessione del giornalista Udo Ulfkotte a Russia Today racconta come le informazioni dei mainstream media sono manipolate con fini politici e propagandistici tramite l’intervento dei servizi segreti, nel suo caso della CIA. La traduzione, presa da L’Onesto, non sempre è letterale: in alcuni punti fa una sintesi del discorso, anche se il senso resta immutato.

 

Il video è su: http://www.beppegrillo.it/videos/0_2pr8rpri.php

 

“Sono giornalista da 25 anni circa, da sempre indotto, educato e costretto a mentire e a non dire il vero al mio pubblico, ma ora da qualche mese, vedendo come i media tedeschi ed americani cercano di indurre la gente a fare la guerra in Europa, a fare la guerra alla Russia, ho deciso che non ci sto, non ci sto a manipolare la gente in questo modo, a fare propaganda contro la Russia. In passato io e i miei colleghi siamo stati corrotti per tradire il pubblico non solo nel mio paese ma ovunque in Europa.

La ragioni per cui ho scritto questo libro è che ho una grande paura di una guerra in Europa e non voglio trovarmi di nuovo a vivere in questa situazione. Le guerre non nascono mai da sole, c’è sempre dietro una serie di persone che danno la spinta in quel senso, e non sono solo politici, ma anche giornalisti; ho scritto quindi come nel passato abbiamo tradito i lettori con gli orientamenti guerrafondai, non ne voglio più sapere, ne ho le scatole piene di queste menzogne di propaganda da repubblica delle banane, altro che libero paese democratico con libera informazione e diritti umani.

Guardate i media tedeschi, i miei colleghi che tuonano ogni giorno contro la Russia, in realtàsono cooptati dalla Nato e dagli USA… pensate che pure io fui fatto cittadino onorario dallo stato americano dell’Oklahoma per i miei scritti filo-americani, sono stato aiutato dalla CIA per il mio lavoro pro-America ed ora ne ho fin sopra i capelli, non mi presto più al gioco.

 

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Nov 08 2014

WASHINGTON FA IL PREZZO E L’ITALIA VENDE. LA FOLLIA ECONOMICA DEL NEOLIBERALISMO ITALIANO

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Articolo a  cura di Johannes Balzano dell’Associazione culturale Zenit

 

Il consenso e la fiducia verso le Istituzioni della Repubblica Italiana sono al minimo storico, e  i sondaggi commissionati dal Partito Democratico e dalle sue stampelle in Parlamento, non possono nascondere una realtà visibile a chiunque si interessa, anche solo marginalmente, della vita politica.

Da ogni lato le amministrazioni fanno acqua e il Governo centrale si paralizza nei corridoi di Palazzo Madama, “singhiozzando” manovre a breve termine che sono definite correttive, ma che possiamo a tutti gli effetti considerare di emergenza e probabilmente disastrose per il lungo periodo.

La criminalità organizzata inoltre si espande sui banchi di consigli comunali e regionali, confondendosi tra uomini di partito e imprenditori, controllando sempre più la microcriminalità, che attinge dal serbatoio dei giovani dal futuro oscuro e dei nuovi schiavi importati con Mare Nostrum.

 

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Nov 08 2014

COME INIZIARE UNA GUERRA E PERDERE UN IMPERO

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DI DMITRY ORLOV

 

Un anno e mezzo fa scrissi un saggio  su come gli Stati Uniti vorrebbero vedere la Russia, intitolato L’immagine del nemico. Vivevo in Russia, al momento, e, dopo aver osservato la retorica anti-russa americana e la reazione russa, ho fatto qualche considerazione che, allora, mi sembrava importante. Si scopre adesso che ero riuscito a individuare una tendenza importante, ma dato le cose hanno cominciato a correre ad un ritmo vertiginoso, quelle considerazioni sono ormai tristemente già fuori moda, ma ecco un aggiornamento.

 

A quel tempo, la posta in gioco non era ancora molto alta, ma c’era molto rumore intorno a un tizio che si chiamava Magnitsky, un avvocato chi si occupava di truffe alle aziende, fu incarcerato e morì in attesa di giudizio. Quest’uomo aveva lavorato per alcuni dei maggiori truffatori occidentali che, naturalmente, non sono mai stati arrestati. Gli americani scelsero di trattare questa storia come una violazione dei diritti umani e infatti approvarono il cosiddetto “Magnitsky Act” che puniva certi individui russi, etichettandoli come violatori dei diritti umani. Allora i russi risposero con una loro legge la “Dima Yakovlev Bill“, dal nome di un orfano russo che era stato adottato da una coppia di americani, che lo lasciarono morire chiuso in una macchina per nove ore. Questo disegno di legge vietava a quei demoni di americani-che-ammazzavano-gli-orfani di adottare altri orfani russi.

Tutto sembrava ridursi ad un melodramma piuttosto scialbo.

 

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