J.J. David, “L’incoronazione di Napoleone” (1806)
DIALOGHI SUL POTERE, 15/01/2015
“Il problema”, osserva Marco Bassani, professore di storia delle dottrine politiche all’Università di Milano, “è che la vita reale non entra mai nei giudizi politici”. Un’analisi a tutto campo sul ruolo della Chiesa e del Politico nel mondo moderno e postmoderno.
Domenica scorsa, 11 gennaio, abbiamo visto centinaia di migliaia di persone sfilare a Parigi. Il senso di questa cerimonia laica, in qualche modo ancora ci sfugge. Iniziamo oggi il primo di cinque dialoghi sulla genealogia del moderno, incontrando Luigi Marco Bassani.
UN MOSTRO MODERNO: LO STATO
Lei ha ricordato che dopo «la scristianizzazione dell’Occidente, deificato lo Stato, monumento e greppia delle elite, le classi colte dell’Occidente si trovano ora costrette ad inchinarsi di fronte ad un altro dio. Nemesi: divinizzando lo Stato siamo diventati incapaci di combattere chi vuole statalizzare il divino». Una lettura su cui Le chiedo di tornare.
Marco Bassani: La mia lettura parte dal 1790: il 13 febbraio 1790 l’Assemblea votò la proibizione per i voti religiosi e la soppressione di tutti gli ordini e le congregazioni (esclusi quelli che esercitavano attività ospedaliera e scolastica). Nel luglio del 1790 con la Costituzione civile del clero….
Per capirci, la Costituzione approvata dall’Assemblea nazionale francese, volta a regolamentare la vita della Chiesa sul territorio nazionale, con la soppressione dei privilegi degli ordini religiosi e una stretta irregimentazione dei parroci, che finirono per essere eletti – e quindi alle dipendenze – dal potere politico …
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