Negli ultimi 12 mesi, sono state 997 le nuove disposizioni fiscali introdotte da leggi e decreti. Praticamente, quattro interventi al giorno (esclusi sabati, domeniche e festivi). Solo una minima parte di queste misure, però, è stata approvata per attuare la legge delega di riforma del fisco, che mira proprio a razionalizzare il quadro delle regole, mentre la maggior parte delle disposizioni ha modificato norme esistenti. Poche quelle abrogate. Il quadro si complica se si considerano anche circolari, comunicati e Faq dell’amministrazione.
Ricordate il bonus sull’acquisto di mobili ed elettrodomestici? La legge di stabilità per il 2015 l’ha prorogato fino alla fine dell’anno. Ma, per arrivare a capire come funzionava questa detrazione, sono serviti tre interventi correttivi del decreto legge che l’ha istituita meno di due anni fa, senza contare le modifiche annunciate (e poi non realizzate). Un caso limite, certo. Ma è anche attraverso percorsi legislativi così travagliati che si arriva al record di 997 nuove norme fiscali varate negli ultimi dodici mesi, intese come commi inseriti negli articoli di leggi e decreti. In pratica, quattro per ogni giorno lavorativo (sabati, domeniche e festivi esclusi).
Ma sul totale grava anche il peso delle regole attuative, visto che un terzo delle nuove norme è contenuto in decreti ministeriali o della presidenza del Consiglio. Il monitoraggio curato dal Sole 24 Ore del Lunedì prende in esame un periodo -l’ultimo anno – che avrebbe dovuto vedere la realizzazione della delega fiscale, e quindi una produzione normativa sì più pesante, ma nella prospettiva di definire un quadro stabile. La riforma fiscale, però, è responsabile solo di una piccola parte delle nuove norme. Tant’è vero che, proprio per dare tempo a Governo e Parlamento di completarne l’attuazione, il termine utile per approvare definitivamente i decreti è stato prolungato di sei mesi rispetto alla scadenza originaria di venerdì prossimo, 27 marzo. Delega a parte, il grosso delle nuove regole fiscali è un insieme di correzioni, agevolazioni, proroghe e cancellazioni di norme superate. E spesso si tratta di interventi di dettaglio che vanno a cambiare un numero, una percentuale o un paio di parole. Qualche esempio? L’aumento dell’aliquota Iva sul pellets. Il raddoppio della ritenuta sui bonifici per le ristrutturazioni edilizie e il risparmio energetico. Il blocco del canone Rai per il 2015. La rimodulazione delle fasce per le donazioni alle Onlus.
Non sempre si tratta di cambiamenti sfavorevoli al contribuente. Anzi, spesso le modifiche sono il frutto della irresistibile tentazione dei parlamentari di aggiungere un bonus mancia al momento di convertire un decreto legge.
Ma il dato che balza all’occhio è la grande instabilità della normativa. Anche sulle questioni più rilevanti Prendiamo il caso dell’Irap: meno di un anno fa sono state ridotte le aliquote base statali, poi con la legge di stabilità si è scelto di ripristinare le aliquote precedenti introducendo una detassazione sul costo del lavoro e un credito d’imposta per chi non ha dipendenti. Il tutto facendo salvi gli acconti pagati nel 2014 in base alle aliquote ridotte (quando ancora erano in vigore) e senza farci mancare un chiarimento su come trattare in bilancio il credito d’imposta.
Tratto da Il Sole 24 Ore di Dell’Oste, Finizio, Melis e Parente