Mar 08 2015

“ALTO TRADIMENTO” ALLE SPALLE DI PIO XII ? QUALE RUOLO EBBE MONTINI IL FUTURO PAOLO VI?

Category: Chiesa Cattolica,Cristiani e Cristianesimogiorgio @ 00:02

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Montini alle spalle di PioXII 

 

 

Quanto segue è tratto dal libro: “Papi in libertà” di padre Josè-Apeles Santolaria de Puey y Cruells  (Barcellona 1966).

 

Sacerdote, avvocato e giornalista è laureato in Giurisprudenza e Diritto Canonico e presso la Scuola Diplomatica spagnola si è diplomato in Studi Internazionali.

E’ inoltre Cappellano dell’Ordine di Malta ed è collaboratore di Radio Vaticana ed è inoltre autore di notevoli studi e articoli sulla storia della Chiesa e sulla storia dei Pontefici.

 

Questa premessa è importante per poter interpretare correttamente il testo che segue….

 

da pag. 255 a pag.261 c’è una meticolosa, seppur condensata, descrizione del difficile rapporto fra Pio XII e l’allora Vescovo Montini, futuro Paolo VI….

 

Padre Josè, pur sottolineando che “le ragioni” di un certo ben risaputo rapporto non felice fra i due, non è stato mai chiarito, egli avanza tuttavia con dei fatti ben conosciuti nell’ambiente…..

 

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Mar 07 2015

LA MASSONERIA IN VATICANO E L’ATTENDIBILITA’ DELLA LISTA DI MINO PECORELLI… CHE LA GENTE SAPPIA IN CHE MANI È STATA LA CHIESA DURANTE E DOPO IL CONCILIO VATICANO II

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HUMANUM GENUS LETTERA ENCICLICA di Leone XIII

 

Da questi brevi cenni si scorge chiaro abbastanza, che sia e che voglia la setta Massonica. I suoi dogmi ripugnano tanto e con tanta evidenza alla ragione, che nulla può esservi di più perverso. Voler distruggere la religione e la Chiesa fondata da Dio stesso, e da Lui assicurata di vita immortale, voler dopo ben diciotto secoli risuscitare i costumi e le istituzioni del paganesimo, è insigne follia e sfrontatissima empietà. Ne meno orrenda e intollerabile cosa egli è ripudiare i benefizi largiti per Sua bontà da Gesù Cristo non pure agl’individui, ma alle famiglie e agli Stati; benefizi, per giudizio e testimonianza anche di nemici, segnalatissimi. In questo pazzo e feroce proposito pare quasi potersi riconoscere quell’odio implacabile, quella rabbia di vendetta, che contro Gesù Cristo arde nel cuore di Satana.

 

Similmente l’altra impresa, in cui tanto si travagliano i Massoni, di atterrare i precipui fondamenti della morale, e di farsi complici e cooperatori di chi, a guisa di bruto, vorrebbe lecito ciò che piace, altro non è che sospingere il genere umano alla più abbietta e ignominiosa degradazione.

 

 

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Mar 06 2015

DENATALITÀ, TASSE, IMMIGRAZIONE. ECCO PERCHÉ FINIREMO COME L’IMPERO ROMANO

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La distruzione dell’Impero romano, di Thomas Cole. Dipinto allegorico (ispirato molto probabilmente al sacco di Roma dei Vandali del 455), quarto della serie “Il corso dell’Impero” del 1836, oggi a New York, presso l’Historical Society.

 

 

di Massimo Introvigne

 

Si può parlare male della Francia finché si vuole, ma bisogna riconoscere ai francesi la capacità di promuovere dibattiti culturali che vanno al di là delle banalità quotidiane. Ne è un buon esempio la vasta discussione che continua sul libro dello storico e giornalista Michel De Jaeghere «Gli ultimi giorni. La fine dell’Impero romano d’Occidente» (Les Belles Lettres, Parigi 2014). Nel febbraio 2015 il mensile cattolico «La Nef» ha dedicato a questo tomo di oltre seicento pagine un numero speciale con diversi articoli pertinenti, ma del libro si continua a parlare negli ambienti più diversi, talora con toni molto accesi.

 

Perché appassionarsi nel 2015 alla caduta dell’Impero romano? Si tratta certo di uno degli eventi più importanti della storia universale. Ma in realtà il dibattito francese è divenuto rapidamente politico, perché le vicende finali dell’Impero romano ricordano da vicino – lo aveva del resto già notato Benedetto XVI – quelle di un’altra civiltà che sta morendo, la nostra.

 

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Mar 06 2015

L’UTILIZZO IPNOTICO DEI COLORI NEI TELEGIORNALI

Category: Media e informazione,Monolandiagiorgio @ 00:02

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Di  JON RAPPOPORT

jonrappoport.wordpress.com

 

Alcune persone lo chiamerebbero semplicemente uno sforzo per cercare di compiacere il pubblico. Bene, compiacere il pubblico durante un notiziario non è l’obiettivo, a meno che indici di ascolto, dati su telespettatori, ricavi e distrazione dai fatti non siano il vero piano.. e naturalmente lo sono.

 

Solo adesso mi sono sforzato di vedere la replica del notiziario NBC di mercoledì sera con il ragazzo d’oro Brian Williams.

 

Ma Brian non era d’oro, era blu, colore che, secondo molti sondaggi, risulta essere il prediletto. Un calmo, riappacificante blu.

Questo è quello che ho visto durante i primi cinque minuti. E non potevo sostenere un minuto di più. (Ho bisogno che andiate sulle news di NBC e che guardiate con i vostri occhi).

Brian indossava una camicia blu. Tutti gli sfondi delle didascalie erano blu. Gli schermi piccoli dietro a Brian erano blu. I pannelli della scrivania di Brian erano blu. La superficie della scrivania rifletteva tinte di blu.

 

La storia principale, il report sulla tortura presentato dalla CIA, presentato in blu nel marchio CIA.

Andrea Mitchell, che stava lanciando il servizio sul report, indossava un outfit blu scuro.

Dietro a lei il Capitol Dome in un cielo blu.

Lo psicologo Mitchell, un architetto del programma della tortura, è stato intervistato.

La sua maglietta era in parte blu.

Una mappa del mondo che appariva nello schermo, su uno sfondo blu.

Dietro ad Andrea, lo sfondo era riempito di diversi oggetti blu.

La reporter Dana Priest è stata intervistata per la storia.

Un pezzo di sfondo dietro a lei era blu.

Michael Hayden è stato intervistato. Indossava una maglietta blu.

 

Ancora, io insisto tutto ciò era nei primi cinque minuti di notizie.

Si potrebbe dire che il notiziario sia stato di per sé un’occasione per la trasmissione del blu.

“Ceniamo di fronte alla TV e guardiamoci il telegiornale. Mi piace il blu.”

“Che canale?”

“NBC. Il loro blu è meglio di quello di CBS.”

 

Hai ragione. Mi fa sentire tranquillo. La tortura di cui parla la CIA non può essere stata così male. È blu. Mi sento rassicurato.”

 

John Rappoport

Fonte: https://jonrappoport.wordpress.com

Link: https://jonrappoport.wordpress.com/2014/12/11/the-hypnotic-use-of-color-in-television-news/

Traduzione per www.comedomchisciotte.org  acura di GUEDALINA ANZOLIN

 

Fonte: visto su COME DON CHISCIOTTE del 2 marzo 2015

Link: http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=article&sid=3940

 

 

 

DOMANDA: QUALE È IL COLORE PREDOMINATE DEI TELEGIORNALI DELLA RAI?

 

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Mar 05 2015

CIA E SAUDITI, LA PREMIATA DITTA DEI TAGLIATORI DI TESTE

Zacarias Moussaoui

Zacarias Moussau

 

 

Non fanatici, ma mercenari. Dirottati in mezzo mondo – Afghanistan, Balcani, Medio Oriente – per scatenare il terrore, fornendo l’alibi per la “guerra infinita” degli Usa.

 

Al-Qaeda e Isis sono due maschere dello stesso network, organizzato dai sauditi sotto la regia di Washington.

 

«Dalle viscere del carcere di massima sicurezza statunitense di Florence (Colorado), il componente di Al-Qaeda Zacarias Moussaui, condannato all’ergastolo, fa luce su quello che certamente è il segreto più sporco della “guerra al terrore”», scrive Pepe Escobar.

«In più di 100 pagine di testimonianze rese nei giorni scorsi in una corte federale di New York, Moussaui fa “esplodere” delle autentiche bombe legate alla “Casa di Saud”».

Tra i più importanti finanziatori di Al-Qaeda prima dell’11 Settembre compaiono i principali esponenti del potere saudita, alleato di Washington. Le prime avvisaglie dello scandalo esplodono adesso, spiega Escobar, perché gli Usa ricattano l’Arabia Saudita: guai se Riyadh si sfilasse dall’alleanza, cessando di sostenere sottobanco il network del terrore, che oggi si chiama Califfato, o a scelta Isis, Isil o semplicemente Daesh. E guai se smettono di pompare petrolio, facendone crollare il prezzo per colpire Putin.

 

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Mar 05 2015

L’EX UOMO CIA RAYMOND MCGOVERN: GIORNALISTI, VI BEVETE PROPRIO TUTTE LE BUFALE

Category: Media e informazione,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 00:19

RAYMOND MCGOVERN

Raymond McGovern

 

 

Giornalisti, ma perché ve le bevete proprio tutte, le bufale che vi propina il potere?

 

La notizia è che a domandarlo non è un reporter d’inchiesta, ma un ex dirigente della Cia, Raymond McGovern, per anni a capo del “National Intelligence Estimates”, uno dei massimi organismi dell’agenzia di Langley. Marcello Foa lo ha incontrato in un recente dibattito pubblico a Firenze. Oggi, McGovern «è uno dei più arcigni difensori delle libertà civili e implacabile critico delle politiche della Casa Bianca, sia di George W. Bush sia di Barack Obama».

 

Foa condivide al 100% la sua analisi: «Oggi la stampa non svolge il proprio ruolo di cane da guardia della democrazia, semmai è vero il contrario: troppo compiacente, troppo schierata, troppo pavida nei momenti in cui bisognerebbe essere coraggiosi. Si beve tutte le bufale degli spin doctor».

 

Ovvio che l’opinione pubblica sia sempre più indifesa: non viene solo disinformata, viene anche puntualmente depistata non appena il Palazzo teme che qualche verità scomoda possa venire a galla.

 

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Mar 04 2015

SPARARONO SULLA FOLLA A KIEV, ERANO CECCHINI DELLA CIA

Aleksandr Yakimenko

Aleksandr Yakimenko

 

 

Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania: sarebbero le “pedine” utilizzate dagli Usa per destabilizzare sanguinosamente l’Ucraina, fino alla caduta del regime di Yanukovich.

 

«L’Europa, in quanto tale – dice Giulietto Chiesa – sprofonda più che nella vergogna, nel ridicolo, trovandosi guidata da quattro repubbliche ex satelliti o ex sovietiche (anche se con l’autorevole copertura di Berlino, Londra, e Parigi) in un’avventura che non era stata nemmeno discussa. E che non è europea, ma americana».

Dirompenti le dichiarazioni di Aleksandr Yakimenko, capo dell’intelligence ucraina con Yanukovic, ora riparato in Russia. Secondo Yakimenko, sarebbe stata la Cia a manovrare i cecchini che il 20 febbraio hanno fatto strage di dimostranti in piazza Maidan per poi poter accusare il regime. A dirigere l’operazione, uomini della Cia coordinati dall’ambasciata Usa di Kiev. Complici, il rappresentante a Kiev dell’Unione Europea ed emissari polacchi come Jan Tombinsky.

 

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Mar 04 2015

LA VERA STORIA DELLA FINE DI CRAXI E L’EURO-ROVINA DELL’ITALIA

 

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Bettino Craxi

 

 

L’Italia si radicalizza, nel dopoguerra, intorno a due poli: un polo cristiano e un polo di sinistra, che si scinde in più realtà. E poi ha delle forze storiche – liberali, repubblicani – che provengono dalla storia risorgimentale. In questo quadro l’Italia resiste finché non crolla il Muro di Berlino.

Fino ad allora, gli americani finanziano la Dc, i russi finanziano il Pci, gli altri si procurano da vivere un po’ come possono. E il sistema politico va avanti, in una specie di benessere garantito dai finanziamenti esteri su cui si modellano i due grossi partiti, mentre gli altri partiti hanno campo libero nel finanziamento illecito, cioè nel finanziamento che ipocritamente veniva considerato illecito, cioè sottobanco.

Cosa succede nel 1989? Crolla il Muro. E nel momento in cui vengono meno i due blocchi e gli americani non hanno più paura dei russi, pensate che diano ancora soldi alla Dc? I russi a loro volta non esistono più, ma le strutture dei partiti rimangono uguali: dipendenti da mantenere, sedi, palazzi, giornali, volantini da distribuire. Dove prenderli, i soldi? In più, finché c’era solo una emittente televisiva il costo della politica era di un certo importo; una volta nata la Tv commerciale, che gli spot se li fa pagare, e non c’è più solo la “Tribunale elettorale” di Jader Jacobelli, il costo aumenta ancora.

 

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Mar 03 2015

NON C’È ALCUNA CORRELAZIONE TRA USO DEL CONTANTE ED EVASIONE FISCALE

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 00:03

Lo abbiamo detto, ridetto, scritto, riscritto, ripetuto, ribadito in mille modi. Finalmente, qualcuno lo ha capito!

 

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di REDAZIONE

 

Riportiamo la notizia così come l’ha lanciata l’agenzia di stampa AGI:

«Nonostante l’Italia abbia il limite all’utilizzo del contante più basso d’Europa, l’evasione fiscale non sembra averne risentito; anzi, c’è pochissima correlazione tra la soglia limite all’uso di cartamoneta imposta per legge e il rapporto tra la base imponibile Iva non dichiarata e il Pil, vale a dire l’evasione fiscale».

E’ quanto emerge da un’analisi elaborata dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre.

 

“Tra il 2000 e il 2012 (ultimo anno in cui i dati sono disponibili), a fronte di una soglia limite all’uso del denaro che è rimasta pressoché stabile fino al giugno 2008, l’evasione ha registrato un andamento altalenante fino al 2006 per poi scivolare progressivamente fino al 2010″, si legge nella nota della Cgia, “se tra il 2010 e l’anno successivo l’”asticella” del limite al contante si è ulteriormente abbassata (passando da 5.000 e 1.000 euro), l’evasione, invece, è salita fino a sfiorare il 16 per cento del Pil, per poi ridiscendere nel 2012 sotto quota 14 per cento”.

“Alla luce di questa comparazione”, prosegue la Cgia, “possiamo affermare che non c’e’ una stretta correlazione tra l’uso della carta moneta e l’evasione fiscale; anzi, il minor utilizzo del contante può diminuire le possibilità di riciclaggio di denaro proveniente da attività illegali che, come sappiamo, non venivano però incluse nelle statistiche ufficiali riferiti all’evasione fiscale”.

Tra i principali membri dell’Unione europea, ben 11 Paesi non prevedono alcun limite all’uso del contante.

La Francia e il Belgio hanno una soglia di spesa con la cartamoneta di 3.000 euro, la Spagna di 2.500 euro e la Grecia di 1.500 euro.

 

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Mar 02 2015

LA “STAMPA”, UNO DEI MOTIVI PER CUI L’ITALIA È IRRIFORMABILE

Category: Media e informazione,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 22:47

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di GIANLUIGI LOMBARDI CERRI

 

Sembra che debba attribuirsi a G.B.Shaw l’episodio in cui essendo per l’ingresso ad una cena di gala  privata richiesto il biglietto di invito il celebre scrittore, ha tentato di sostituire il richiesto con una parola pomposamente pronunciata: “Stampa!” E questo la dice lunga sul carattere di molti giornalisti, ma l’atteggiamento ironizzato non raggiunge mai i livelli italioti.

 

Infatti ai “ vizietti” tipo quello ironizzato da G.B.Shaw si aggiungano vizi ben più importanti, il primo dei quali è quello dell’appartenenza ad uno schieramento politico scrivendo quasi esclusivamente in funzione di una ideologia. Non è un mistero che, specie in certi settori specializzati della pubblicistica o sei “…figlio di un padre potente” o sei “ ….appartenente alla sinistra”, diversamente ti scordi di lavorare. Questo fa sì che tutte le notizie provenienti dalle agenzie di stampa vengono politicamente interpretate.

 

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Mar 02 2015

GLI STATI UNITI SONO STATI IN GUERRA 222 ANNI SU 239 CHE ESISTONO COME STATO

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di Gianfrasket

 

Siamo un popolo di guerra. Noi amiamo la guerra perché siamo molto bravi a farla. In realtà, è l’unica cosa che possiamo fare in questo cazzo di paese: la guerra.

Abbiamo avuto un sacco di tempo per fare pratica e anche perché è sicuro che non siamo in grado di costruire una lavatrice o una macchina che vale un coniglio da compagnia; per contro, se avete un sacco di abbronzati nel vostro paese, dite loro di stare attenti perché noi verremo a sbattere una bomba sul loro viso… ”

 

(George Carlin)

 

 

Gli Stati Uniti sono stati in guerra il 93% del tempo, dalla loro creazione nel 1776, vale a dire 222 dei 239 anni della loro esistenza

 

Gli anni di pace sono stati solo 21 dal 1776

 

Qui sotto è riportata una cronologia anno per anno delle guerre degli Stati Uniti, che rivela qualcosa di molto interessante: dal 1776 gli Stati Uniti sono stati in guerra il 93% del tempo, vale a dire 222 dei 239 anni della loro esistenza

 

Gli anni di pace sono stati solo 21.

 

Per mettere questo in prospettiva:

 

* Nessun presidente degli Stati Uniti è mai stato un Presidente di pace. Tutti i presidenti degli USA che si sono succeduti sono stati tutti, in un modo o nell’altro, coinvolti almeno in una guerra.

 

* Gli Stati Uniti non hanno mai passato un intero decennio, senza fare una guerra.

 

* L’unica volta che gli Stati Uniti sono rimasti 5 anni senza guerra (1935-1940) è stato durante il periodo isolazionista della Grande Depressione.

 

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Mar 01 2015

CESSIONE DEL VENETO ALL’ITALIA. ECCO COSA OTTENNERO I FRANCESI NEL 1866 DALL’ITALIA IN CAMBIO DEL VENETO

Category: Italia storia e dintorni,Veneto e dintornigiorgio @ 13:39

GIAMPAOLO BORSETTO

 

 

Il professor Giampaolo Borsetto, studioso e storico della Serenissima, è giunto alla conclusione che nel 1866 Parigi cedette il Veneto all’Italia senza consultare le popolazioni in cambio di una promessa di Roma:

L’ITALIA NON AVREBBE MAI CHIESTO ALLA FRANCIA LA RESTITUZIONE DI QUANTO NAPOLEONE AVEVA RUBATO A VENEZIA.

 

Perché?

Semplice:

SI TRATTAVA DI UN BOTTINO COLOSSALE!

 


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