Poiché la Messa è l’apice del culto che si deve a Dio, sarà bene andare più a fondo della materia e mettere in luce il contrasto tra la Messa Cattolica T
Poiché la Messa è l’apice del culto che si deve a Dio, sarà bene andare più a fondo della materia e mettere in luce il contrasto tra la Messa Cattolica Tridentina e l’ambiguità dell’attuale Messa uscita dal Concilio Vaticano II. Vediamo:
OFFERTORIO
- Suscipe sancte Pater, Deus qui humanae substantie, Offerimus tibi Domine, In Spiritu umilitatis, Veni sanctificator omnipotens.
Queste cinque preghiere pregne di significato teologico, specie il Suscipe e l’Offerimus, che sottolineano il valore propiziatorio del Sacrificio dell’altare, nel messale di Paolo VI vengono ridotte soltanto a due:
la presentazione (non l’offerta!) del pane e del vino (Benedetto sei tu…).
Dopo la preghiera del lavabo in cui il salmo XXV è stato sostituito con una breve invocazione (“Umili e pentiti…”), la nuova Messa passa subito all’Orate fratres saltando a piè pari l’antica invocazione alla Santissima Trinità (“Suscipe Sancta Trinitas”).
Da notare che la stessa Trinità non trova posto nella nuova Messa se non nel prefazio a Lei espressamente dedicato, oltre naturalmente nel segno di croce iniziale e nella benedizione finale.