La tradizionale festa celtica del Dio Sole e della sua consorte, Belenos e Belisama (o Damona, o Sirona), cade nel mese di Giamonios, secondo il calendario celtico di Coligny, ovvero “La fine dell’Inverno”.
Convenzionalmente Beltane è oggi fatta coincidere col 1° di maggio. Bel vuol dire luce brillante, ed è il momento di farci inondare dalla luce della natura intorno e dentro di noi: tradizionalmente il brillante Belenos restituiva la salute alla vista, ed è perciò il momento di vedere con chiarezza e gioia le nostre vite.
Beltane. Questa parola è celtica e significa “fuoco splendente” o “fuoco bello” (M. Green) e viene collegata al dio Beleno, venerato nella Gallia sud-orientale, in Italia settentrionale, nel Norico (parte dell’odierna AUstria).
In Friuli è stata chiaramente individuata: sono state contate 54 epigrafi scoperte in Aquileia [vedi ] e dedicate al dio Beleno (I-III secolo dell’impero), altre epigrafi sono state rinvenute a Barbana, nella Laguna di Grado, a Concordia e a Zuglio in Carnia (da: Tito Maniacco, Storia del Friuli, Newton Compton editori, 1985).
La festa era associata al ritorno ai pascoli, all’inizio dell’estate ed al benvenuto al calore solare, che favoriva la crescita delle messi e del bestiame. Si facevano falò per incoraggiare i raggi del sole e penetrare la terra per magia simpatetica (M. Green).
Viene detta anche May Day (Inghilterra), Cetsamhain (Irlanda), Walpurgisnacht (notte di Valpurga, la notte delle streghe, in Germania), and Roodmas, secondo le diverse tradizioni. E’ la festa che celebra il passaggio dalla Primavera all’estate, una delle più importanti. Il nome significa ‘fuoco di Bel’ dal nome del dio della luce Belenos o di Belisama, la Dea Luminosa, consorte di Belenos. Infatti è la festa della vittoria della luce sull’oscurità.
Secondo la tradizione Druidica bisogna accendere dei fuochi purificatori con sette diversi tipi di legname o danzare attorno al cosiddetto ‘palo di maggio’ fatto di betulla a cui si legano strisce di stoffa colorate e che simboleggia il fallo. Beltane è una festa che celebra la fertilità della terra e la bellezza della Natura.
La festa di Belenos. Beltane (la notte che, convenzionalmente, precede l’alba del 1° Maggio) è la festa dedicata al “Fuoco di Bel” come dice il nome, che richiama il Belenus Gallico, dio della Luce, segna la fine dell’Inverno e l’inizio dell’estate.
Con l’annuncio della buona stagione, Beltane, per un popolo guerriero come i Celti, segnava anche l’inizio delle scorrerie e delle glorie d’armi. Significa letteralmente “fuoco di Bel”. In questo giorno giunsero i diversi invasori dell’Irlanda, secondo le cinque invasioni descritte nel Libro delle Conquiste.
La festa è carica di simbolismi solari e ignei. In questo giorno venivano bruciati i fantocci antropomorfi in vimini pieni di vittime sacrificali (uomo di vimini, the wicker man). Esso segna l’inizio del ciclo diurno e solare, il momento in cui il bestiame si avvia al pascolo.
È parimenti una festa sacerdotale della massima importanza, in cui il re supremo d’Irlanda riaccendeva il fuoco sacro insieme ai suoi druidi e che veniva festeggiata con giochi e banchetti.
Scrive Emma Restall Orr (Il Druidismo p. 120). Il Glossario di Cormac (circa 900 d.VC.) riferisce che a Beltane tutti i fuochi venivano spenti, per essere riattizzati da quelli accesi dai druidi che cantilenavano incantesimi su di essi, infondendovi proprie à magiche, e il bestiame veniva fatto passare tra copie di fuochi sulla cima delle colline come incantesimi contro la malattia prima di essere condotto ai pascoli estivi.
Il rito di Beltane nel druidismo è incentrato sulla fertilità, per chi desidera figli, per la terra, coltivata e selvatica, per la nostra anima e i nostri sogni.
Le coppie di fuochi del rito esprimono il dualismo della natura, la tensione degli opposti che bramano l’unione, la fonte della creatività. La terra ora si è vivificata con energia luminosa e forte; l’aria vibra, colma del profumo dei fiori; la foresta è di nuovo verde.
Il giovane re sole e la fanciulla primavera sono cresciuti raggiungendo la maturità sessuale e il rituale è la danza del loro incontro. Lei ora è la regina di maggio, con una corona di biancospino, e lui le si avvicina come signore del bosco selvaggio, uomo verde vestito di foglie o dio sole stesso. La loro danza è contagiosa ed essi saltano i fuochi, benedicendoli con fertilità, creatività e buona fortuna, incoraggiando tutti i presenti a saltare le fiamme e ricevere la benedizione.
Vi sono molte usanze popolari attorno a Beltane, come lavarsi il viso con la rugiada prima dell’alba per apportare bellezza, raccogliere certe erbe che si dice ispirino attrazione, benedire le api che ci danno il miele e l’idromele, e ancora la danza attorno al palo della cuccagna e la scomparsa delle coppie nella foresta e nei campi per fare l’amore al chiaro di luna. E’ un momento di musica e danza, energia giovanile e libertà.
Scrive Philip Carr-Gomm: (Riti e Misteri dei Druidi, pag. 124). A Beltane ci apriamo al Dio e alla Dea della Giovinezza. Quale che sia la nostra età, la primavera ci fa sentire di nuovo giovani, e a Beltane saltiamo sopra i fuochi della vitalità e della giovinezza e consentiamo a tale vitalità di darci vita e salute.
Se siamo giovani possiamo cogliere questo momento come un’occasione per entrare in contatto con la nostra sessualità in modo sicuro e creativo; e se siamo più avanti negli anni l’accoppiamento che cerchiamo potrebbe anche essere quello coi versanti femminile e maschile della nostra natura.
L’integrazione degli aspetti maschile e femminile del Sè è da tempo considerato uno degli obiettivi primari dell’opera spirituale e psicoterapeutica, e Beltane rappresenta il momento in cui possiamo aprirci pienamente a quest’opera, permettendo all’unione naturale delle polarità che si verifica in natura in quest’epoca di collaborare con il nostro agire, un agire che è essenzialmente alchemico.
Fonte: da celticworld.it del 4 aprile 2006
Link: http://www.celticworld.it/phorum/read.php?20,17719