Andrea Conti con la figlia Veronica
Paralizzato da un incidente ma pieno di gioia di vivere. La bontà da premiare di un atleta mancato
Cerro Veronese. Il fisico atletico, una faccia cordiale che invita alla confidenza. Una buona dose di autoironia e, soprattutto, la capacità di sdrammatizzare sempre.
Sulla sedia a rotelle, che da tre anni è diventata il suo posto di comando, un adesivo spiritoso: “la bestemmia, gira gira, casca in testa a chi la tira”. Un modo per dire che ad arrabbiarsi non si risolve nulla. L’importante è avere delle ragioni e degli ideali con i quali far fronte alle emergenze della vita. E quella di Andrea Conti, come vedremo, è qualcosa di più di un’ emergenza.
Già da bambino, Andrea è nato nel 1970, dimostra doti atletiche non comuni. Si impegna nel podismo e nell’ atletica leggera. A Cerro, il paese dove è nato e dove risiede, lo chiamano il “Cova veronese”.
Il futuro è carico di promesse: primo nei campionati provinciali studenteschi, 4° in quelli assoluti del Veneto, un’azienda veronese che lo sponsorizza e che lo porta in una grande “scuderia”, insieme a Gelindo Bordin. Lo sport sembra essere la nota emergente della vita di Andrea.
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