Verona; la dove: “son tuti mati”
I detti
Venexiani gran signori. (1)
Padoàni gran dotori. (2)
Visentini magnagati. (3)
Veronesi tuti mati. (4)
Udinesi castelàni col cognome de fùrlani. (5)
Trevisani pan e tripe. (6)
Rovigoti bàco e tripe. (7)
I Bresciani taja cantoni. (8)
ghe ne anca de pì tristi
i xé i Mantoàni tuti stinchi. (9)
e i Bergamaschi brusacristi. (10)
Rustico rapporto fatto nel XVI° secolo da Angelo Ruzzante (attore, Padova 1502-1542) ad Andrea Gritti, suo Serenissimo Doge di Venezia.
PS
E Belun ?
Pòra Belun, te si proprio de nisun!
Note:
1) – Perchè allora Venezia era una delle città più ricche.
2) – Per la loro Università.
3) – Sembra che, per un lungo assedio degli Ezzelini, abbiamo mangiato anche i gatti, allora cosa scandalosa perché protetti dalla Madonna.
4) – Per la “fina” aria che viene dal Lago di Garda e dal Baldo.
5) – Perché già allora avevano un gran Castello; attenzione: “furlani” voleva dire imbroglioni e ladroni.
6) – Perché coccoli di Venezia, non hanno mai avuti grossi problemi.
7) – In quei tempi non godevano di grande stima.
8) – Si diceva che, quando i confini della Serenissima erano da quelle parti, le guardie bresciane fuggissero con facilità.
9) – Furbi, scaltri.
10) -Perché non sono mai stati per la Chiesa ed inoltre, in occasione di alcune scorribande, hanno bruciato qualche crocefisso.
Le prime quattro frasi del “ rapporto del Rizzante” per noi veneti, ed anche per molti altri, sono più che conosciute; il rimanente, e il relativo “vox popoli”, sono il frutto di una ricerca del Montaldi nella zona della “Serenissima”.