Girava l’anno 2008 è il sindaco di Verona dava esempi granitici della sua sensibilità culturale
Il sindaco di Verona Flavio Tosi
LA POLEMICA. Il sindaco attacca gli uffici territoriali del ministero dei Beni culturali competenti per la tutela del patrimonio storico. «Non possono bloccare la crescita della città, devono avere tempi veloci e regole certe». «Un muro antico in più non aggiunge nulla mentre alla città servono posteggi».
Contro le Soprintendenze, colpevoli di «frenare la crescita della città», si era già scagliato in campagna elettorale. E ora, ai primi ostacoli, le bordate del sindaco Flavio Tosi ripartono.
Del resto, come abbiamo documentato ieri, tutti gli scavi iniziati in queste ultime settimane per i parcheggi pertinenziali, da piazza Viviani a piazza Arditi e lungadige Capuleti hanno tutti fatto emergere pagine di storia della Verona antica.
Deve quindi intervenire la Soprintendenza, sia essa archeologica o ai beni ambientali, con le competenze e i tempi che le sono propri.
E qui scatta l’ira del sindaco.
«Non è ammissibile che lo sviluppo e la crescita di una città vengano fermati dalle Soprintendenze», dice Tosi commentando il fatto che molti cantieri cittadini siano bloccati, in attesa di un parere da parte della Soprintendenza archeologica.
«Tutti gli enti pubblici devono avere dei tempi e delle regole di funzionamento – ha aggiunto il sindaco – cosa che però non avviene nel caso delle soprintendenze che sono un organo di derivazione borbonica e hanno potere assoluto, in grado di fermare anche per anni qualsiasi opera pubblica o privata, anche se strategica per la città, come si può vedere nel caso del parcheggio di piazza delle Poste».
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