Verona Caffè Dante
Non c’è dubbio che le donne abbiano maggior fiuto di noi maschi nelle faccende d’amore.
Al giorno d’oggi, le donne poi sono più istruite, meno inibite, più coraggiose, più sfacciate e anche più… di quelle d’una volta, avendo cancellato dalle loro guance le sfumature di rosso. Facciamo quindi più fatica a intuire ciò che hanno nelle loro belle testoline.
Anni fa, mi trovavo a cena con la mia compagnia presso il ristorante del Caffè Dante; oltre a qualche coppia di amici, sedevano alla mia stessa tavolata un gruppo di commensali a me sconosciuti, nonostante fossero amici di alcuni di noi. Tra questi, spiccava un’avvenente signora che, da ciò che raccontava il mio vicino di tavolo, doveva essere arrivata senza un compagno, come s’usa dire oggigiorno. Dallo stesso pettegolo appresi poi che la signora era una separata. E il mio appetito crebbe.
Pur non essendo una meraviglia d’uomo, mi fu facile agganciarla. Del resto, non avevo concorrenza, oltre a essere tutti più vecchi, erano, come lo sono tutti i miei amici: delle “ossa da morto”. Non disdegnò i miei complimenti, anzi, stava al gioco. Mi feci avanti e mi appartai con lei un paio di volte soffermandomi al banco del bar. Alla terza volta, arrivò mia moglie che, dall’ingresso tra la sala del ristorante e il bar, mi fece un cenno per avvisarmi che la portata era arrivata in tavola.
M’ero appena seduto quando da dietro arrivò una comune amica, appoggiò una mano sulla mia spalla e l’altra su quella di mia moglie, chinò il capo, e con l’atteggiamento di chi ti vuol fare una confidenza:
– Caro Monti, ti faccio i miei complimenti: hai una moglie veramente intelligente: ti fa credere d’essere libero perché ti dà spago, e tu non t’accorgi d’essere il suo aquilone. Lei ti lascia andare, allenta il filo e ti lascia andare, ma al momento opportuno dà un paio di colpi e ti tira giù.
Teresa ringraziò con un sorriso; a me non rimase altro che grattarmi il capo e qualcos’altro.
Posso liberamente dichiarare, senza tema di smentita, che mia moglie non è stata mai gelosa più di tanto; mentre come cane da guardia avevo mia madre. Un vero mastino con le orecchie sempre ritte.
Dopo sposato, per il mio bene e per evitarmi grossi guai, s’intrometteva sfacciatamente usando queste stesse parole:
– È sposato felicemente con una gran bella signora e ha dei bambini bellissimi,- e, a seconda dei tempi e delle occasioni, li elencava.
Detestava la Luigina, una mia cliente emiliana, separata, belloccia, di qualche anno più vecchia che, alla mia richiesta per cosa le servissero gli occhiali, la sentì dire:
– I me serve per contarme i pei, (2) – senza ritegno e con l’aria di prendermi in giro.
E la Luigina deve averne sentite quattro, per il semplice motivo che non entrava più in negozio, se c’era mia madre.
Quando poi arrivava Dora, cambiava colore e se non diventava viola poco ci mancava. Questa ragazza bellissima e dagli atteggiamenti provocanti indossava quasi sempre camicette scollate, trasparenti e senza reggiseno come imponeva a quel tempo la moda. Con il volto alterato e con gli occhi fuori dalle orbite, mia madre mi si parava davanti nascondendomela; poi, con il cipiglio da comandante in capo, mi ordinava:
– Hanno telefonato che ti aspettano in banca, – e io dovevo obbedire. E secondo voi, che altro potevo fare?
Eh sì! le donne vedono molto più lontano di noi maschi. E non solo. Fiutano il pericolo ancor prima che si presenti. E mia madre lo possedeva in larga misura. Su questo argomento, mi piace ricordare ciò che accadde alla fine degli anni Cinquanta, quando la Merlin chiuse le famose case. Arrivò in tabaccheria, quella all’angolo di Via Volturno a Cremona, una di quelle signore che erano state sfrattate. Comprava le sigarette e se ne accendeva una, sfacciatamente si sedeva poi sul tavolino dove la gente sostava qualche attimo per scrivere cartoline o attaccare francobolli. Non contenta, accavallava poi le gambe mettendole in bella mostra. Mia madre ingoiò la sua presenza per un paio di settimane, e pur sapendo che avrebbe perso la cliente, un bel giorno esplose.
– Signorina cara, non so se lei vuol catturare i miei figli o mio marito. Qui lei non può parcheggiare, l’unico posto in cui può andare a fumarsi la sigaretta sarebbe in strada o, se meglio crede, sul viale.
Da quel momento, quel tipo di donne ascoltarono il consiglio di mia madre e andarono a battere sui viali.
(1) Questo qui è capace d’andare solo a puttane.
(2) Contarmi i peli.
Fonte: srs di Enzo Monti del 25 novembre 2013
Link: http://enzo-monti.blogspot.it/2013/11/il-fiuto-delle-donne.html