La Natura m’ha fatto allegro: che non è un dono da poco con i tempi che corrono. E che non si creda sia facile ridere di tutto, soprattutto delle cose serie o di quelle che comunemente vengono chiamate tali. Si è spesso invisi e vituperati, di conseguenza, un motivo in più perché critiche e ingiurie arrivino da tutte le parti.
Come posso reagire? Scrollo le spalle e tiro avanti. Non posso cambiare carattere. Non mi riesce frenare gli impulsi e i pruriti di questa mia indole bizzarra i cui bisogni trovano sfogo anche nella beffa.
In quell’anno, il Carnevale sarebbe arrivato presto, e nel programmarlo, avrei dovuto tener conto di Giovanna, una cara amica di mia moglie. L’ordine era stato chiaro e perentorio.
A quei tempi, Giovanna era una giovane in crisi sentimentale, in cerca di lavoro, e la solitudine l’aveva portata ad attaccarsi a noi. Sotto il metro e settanta, con il viso da bambolotto, aveva il pregio di due gambe lunghe e ben tornite; purtroppo sul davanti era piatta, piatta come un asse da stiro. Madre Natura s’era proprio dimenticata di foggiare il seno a Giovanna: glielo aveva solo disegnato.
Come sarebbe stata se avesse avuto un bel paio di zucche?(1)