La pellagra, pur nata nel ‘600, esplose in realtà nell’800, con picchi mostruosi durante la fine del secolo.
LETTERA DI EDOARDO RUBINI (controfirmata da me, ma il merito è suo ) AL GAZZETTINO, dopo che un “professore” italiano, veneto PER MODO DI DIRE, evidentemente afflitto dalla sindrome di Stoccolma (che porta ad amare i propri aguzzini, e a difenderli), affermò doversi imputare alla Serenissima pure la pellagra.
RACCOMANDO LA LETTURA. DA CONSERVARE.
Cominciamo con il bollettino d’informazione medica“Dialogo sui farmaci” pubblicata a Verona dall’ASL 20.
Nel numero 1 (genn.–febb. 1998) la rivista pubblicagli studi del grandissimo economista di fine ‘800 Angelo Messedaglia (le cui carte inedite sono custodite preso la Biblioteca Civica di Verona).
Secondo Messedaglia, i primi casi di pellagra sono stati descritti compiutamente attorno al 1750. Si sa però che questa nuova malattia era presente in forma sporadica nel Veneto già dalla fine del ‘600. Nel 1776 i Provveditori alla Sanità della Repubblica di Venezia assunsero importanti provvedimenti per prevenirne la diffusione e ci resta un proclama nel quale rilevavano “li perniziosi effetti che possono derivare alla salute dei più poveri abitanti, e specialmente dei villici del Polesine, Padovano e Veronese dal cattivo alimento dei sorghi turchi…”.