Gen 23 2019

SIRIA: LA GUERRA CHE NON HAN VOLUTO DIRCI

La democrazia era la scusa; la guerra, l’obiettivo.

( prima parte)

 

Quartier deserté. Photo Guillaume Briquet

 

 

Il conflitto nel paese mediorientale è basato su bugie: le grandi potenze difendono i loro interessi politici ed economici. Il popolo subisce.

 

di Alberto Rodrìguez

traduzione di Gb.P.  per OraproSiria

 

In Siria nel 2011 non ci sono state rivoluzioni.  

 

La guerra in Siria è il risultato di un conflitto tra due sistemi; la laicità socialista del partito Baath contro l’islamismo – liberale nell’aspetto economico- dei Fratelli Musulmani.

Si tratta di un confronto che dissangua la Siria a partire dagli anni Sessanta, quando i baathisti presero il potere per la prima volta, e che si è intensificato quando gli islamisti in tutto il mondo nel 2012 hanno risposto alla chiamata alla jihad fino a provocare un conflitto che, tra lotte di potere e fuoco incrociato, ha trasformato la Siria in un puzzle di centinaia di milizie, organizzazioni e interessi che si reggono sulla morte.

 

Fin dall’inizio, la guerra si è basata sulle bugie. L’America cerca di mantenere l’egemonia dei suoi alleati nella regione in modo che le sue società continuino a operare nel mercato delle risorse. Insieme agli Stati Uniti, Francia, Qatar e Arabia Saudita avevano bisogno di manipolare l’opinione pubblica a loro favore in modo che questa supportasse l’intervento diretto in Siria fornendo supporto logistico, militare e finanziario ai ribelli. In nessun momento ci si domandò quale fosse la percentuale della popolazione locale favorevole al proprio governo e quale percentuale fosse favorevole a rovesciarlo, perché semplicemente non aveva importanza.

 

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